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Cardiologia negli Ospedali n° 154 Novembre/Dicembre 2006 - Anmco

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V I A G G I O I N T O R N O A L C U O R E<br />

LA CRISI DELLA CIVILTÀ E LA SFIDA DEL CUORE<br />

di Mario Chiatto e Antonio Miniaci<br />

Immagine dal web<br />

Si afferma da più parti che –per numerose ragioni– l’epoca<br />

in cui viviamo si inserisce tra i periodi più critici della<br />

storia dell’umanità.<br />

Da circa cinquant’anni, infatti, si è avviato un incessante<br />

processo di cambiamento del mondo, globalmente inteso.<br />

La situazione è tanto complessa che ognuno si sente in<br />

diritto di sentenziare sulle tendenze del nostro tempo, sottolineando<br />

il progresso come fatto storico accertato o gli<br />

aspetti degenerativi – riscontrabili purtroppo in ogni<br />

campo – come fenomeno preoccupante di rilassamento<br />

morale.<br />

La crisi, intesa come stato di disagio nel presente, è sempre<br />

inevitabile nella misura in cui ogni conquista rappresenta<br />

il superamento della fase in atto ed insieme lo strumento<br />

di preparazione a quella successiva. Per Marx le crisi<br />

hanno sempre carattere economico e – come tali – promuovono<br />

la lotta di classe.<br />

Russel afferma che è in crisi l’uomo stesso come soggetto<br />

incapace di porsi ideali superiori. Marcuse evidenzia che la<br />

sproporzione tra le grandi potenze ed i paesi sottosviluppati<br />

compromette sempre l’equilibrio mondiale.<br />

Ogni epoca storica, intesa come momento differenziato<br />

della civiltà, ha una propria fisionomia specificata dall’atteggiamento<br />

di pensiero, dal complesso dei valori, dall’organizzazione<br />

economica, dagli orientamenti politici.<br />

Nel frattempo, l’incremento industriale ha generato un<br />

consistente miglioramento del<br />

tenore di vita, ma nello stesso<br />

tempo ha orientato l’uomo verso<br />

una sola dimensione.<br />

Ne consegue che tutta l’attività<br />

umana rischia di essere inquadrata<br />

secondo le prospettive del guadagno<br />

e del consumo.<br />

La letteratura, il cinema, la musica,<br />

ad esempio, spesso esulano dai<br />

valori creativi e costruttivi. Di conseguenza<br />

può capitare che l’arte e<br />

la cultura siano ridotte anch’esse a<br />

generi di consumo. E l’uomo dal<br />

canto suo nella disperata ricerca<br />

di un principio di identificazione,<br />

stenta a riconoscersi e a sistemarsi<br />

in una società siffatta e si dibatte<br />

per colmare il grande vuoto di<br />

valori autentici con idoli di cartapesta<br />

che il cinema e la pubblicistica<br />

nostrana gli offrono a piene<br />

mani. La nevrosi, il pressappochismo,<br />

la superficialità, l’antagonismo acceso, la mancanza di<br />

un rapporto sereno con gli altri ci tengono in un continuo<br />

stato d’ansia. La corruzione ha invaso perfino il settore del<br />

calcio – lo sport più amato e popolare – umiliandolo nelle<br />

aule dei tribunali.<br />

Il mondo moderno con tutta la potenza di un patrimonio<br />

scientifico e tecnologico, acuisce le nostre incertezze ed il<br />

nostro smarrimento. Esiste, quindi, un dramma parallelo<br />

alla vita costituito dalla incapacità dell’uomo a beneficiare<br />

dell’impulso dei contenuti del sapere per modificare il suo<br />

statuto quotidiano alla luce dei valori del Vero, del Bello e<br />

del Bene. Dal fondo della sua coscienza deformata, allora,<br />

nasce nell’uomo l’esigenza di ripristinare l’ordine sociale e<br />

morale sovvertito e di recuperare un pizzico di ottimismo,<br />

sia pure di ottimismo critico.<br />

Ci sono tante cose preziose nei rapporti interpersonali<br />

che dimentichiamo facilmente ma che invece sono essenziali.<br />

La positività della vita sta proprio nell’uscire contestualmente<br />

dall’inferno che a volte sembra essere l’altro. E<br />

non è difficile riuscirci, magari con l’affetto degli amici che<br />

esistono davvero e che ci nobilita perché ci consente di<br />

vivere e di operare anche per il prossimo in vista di un<br />

futuro migliore. Saper sognare in fondo, è il massimo dei<br />

privilegi dello spirito.<br />

Il problema, come si vede dal piano individuale torna a<br />

quello generale e riassume carattere universale.<br />

L’uomo deve garantirsi un congegno<br />

spirituale adeguato alla sua<br />

stessa produzione per poter gestire<br />

il cambiamento prodotto dalla<br />

scienza e dalla tecnica. L’ampia<br />

questione della conduzione della<br />

vita così non comporta un’antitesi<br />

tra gli impegni della ragione e le<br />

istanze del cuore che hanno ambiti<br />

ed obiettivi diversi ma non contrapposti.<br />

Non tutte le certezze, in<br />

fondo, sono cercate e raggiunte<br />

mediante la scienza.<br />

Certe richieste sollecitano invece,<br />

le ragioni passionali del cuore per<br />

cogliere i valori della tolleranza,<br />

della disponibilità, della fedeltà all’idea,<br />

del rispetto della diversità che<br />

danno significato alla vita inquieta<br />

della quotidianità postmoderna.<br />

A pensarci bene il mondo forse ha<br />

più bisogno di uomini buoni che di<br />

uomini dotti.<br />

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