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Endoscopia digestiva e Colonproctologia - IPASVI - Roma

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Questa evenienza tuttavia viene risolta nella maggior parte dei casi con terapiaconservativa.TRATTAMENTO CON RAGGI INFRAROSSIIl raggio infrarosso viene prodotto da una lampada alogena al tungsteno, alimentata a12 volts e viene focalizzato mediante un riflettore ellissoidale patinato d'oro in unconduttore di luce rigido. La punta di questo conduttore è ricoperta da un polimeroradiotrasparente, attraverso il quale l'energia radiante agisce direttamente sullamucosa producendo nel tessuto un aumento di temperatura, in superficie di 100° C ea 3 mm. di profondità di circa 60°C con coagulazione di sangue intravasale. L'azioneradiante è limitata mediante un temporizzatore incorporato nell'apparecchio. Tutti gliAutori sono concordi a lavorare con una durata d'azione di circa un secondo. In talmodo si ottiene una zona di necrosi di circa 3 mm. di diametro e di profondità (5). Lacoagulazione dei tessuti con raggi infrarossi è basata sulla denaturazione delleproteine ad elevata temperatura (tra 60-80°C). Lo strumento è costituito da unaimpugnatura a pistola che sorregge un'astina porta-luce che con un'adatta curvaturapermette il raggiungimento della zona desiderata attraverso l'uso di un comuneproctoscopio. Sulla base larga di un gavocciolo di grosse dimensioni si possono farein una stessa seduta più applicazioni ravvicinate, basta che non siano attuate adistanza inferiore al centimetro, in quanto di solito dolorose e con possibilisanguinamenti dopo 5-6 giorni con la caduta spontanea dell'escara. Dopo duesettimane è visibile soltanto una discreta reazione cicatriziale della mucosa che non èpiù riconoscibile dopo 4-5 settimane, in quanto la mucosa normale è cresciuta sopra ilpunto di applicazione dei raggi infrarossi. Secondo Neiger la metodica raggiunge unbuon effetto terapeutico molto più velocemente delle iniezioni sclerosanti. Neigerafferma di non aver avuto mai complicanze immediate o tardive in oltre 500 pazientitrattati (7). P. Otto di Hannover ha avuto, in un 6% dei casi un leggerosanguinamento tra il 7° ed il 14° giorno dopo la fotocoagulazione in 700 casi trattati(8).CRIOTERAPIALa procedura prevede l'utilizzo dell'evaporazione dell'azoto o del protossido d'azotoliquidi o l'espansione rapida del protossido di azoto: in ambedue i casi si ha unacaduta della temperatura nella sonda in cui si fa evaporare l'azoto liquido (-196°C) oil protossido di azoto liquido (—90°C) o espandere il protossido d'azoto compresso(—75°). In commercio esistono numerosi apparecchi criochirurgici. Apparecchi aN02 (—79°C) e a C02 (—89°C) che sfruttano il principio di Joule-Thompson eapparecchi ad azoto liquido automatizzati. Tutti gli apparecchi descritti risultanoefficaci nel raggiungimento di un buon grado di crioterapia delle emorroidi. Ben piùimportante risulta invece la scelta del tipo di sonda: dimensioni e flessibilità sonoimprescindibili per operare in un campo ristretto come è quello proctologico con lanecessità oltretutto di rispettare i tessuti che circondano la zona criotrattata. L'estremo

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