A livello gestionale, si è partiti dalla creazione e manutenzione di pochi ambulatorispesso in comproprietà con altre attività, funzionanti solo in orari limitati e in alcunigiorni della settimana, a dipartimenti endoscopici che, nelle strutture più efficienti,sono dotati di multiple (10-20) sale endoscopiche, di proprie sale riunioni, segreterie,uffici prenotazioni e pagamenti delle prestazioni, aperti 7 giorni su 7, e con servizi direperibilità.Gestire in modo ottimale questi servizi significa oggi dover e poter sostenere sial'esame di quantità che di qualità: ovvero, poter disporre di vere ed ampie casistichesu base annua, ma anche di elevato livello professionale, sia in termini di rapportocon il paziente che in quelli dei risultati terapeutici. Tali controlli, una voltainstaurati, hanno il fine di ottimizzare i servizi, concentrandoli, e di migliorarne lestrutture e gli strumentari. Presso il nostro Servizio, vengono ormai eseguiti più di3500 esami 1'anno, dei quali 1'80% ambulatoriali, comprendenti tutte le brancheterapeutiche sopradescritte. Ulteriori miglioramenti potranno essere ottenuti solo conambienti e mezzi più sofisticati, e con maggior attenzione da parte degli organicompetenti sulla distribuzione di materiale umano e di mezzi.Da una corretta gestione, ne derivano sicuramente favorevoli aspetti perl'amministrazione: il contributo e il consenso dei cittadini per servizi accoglienti,efficienti e disponibili è difficilmente in discussione.A livello didattico, si sono registrati importanti progressi: nelle Scuole diSpecializzazione di Gastroenterologia, ma anche di Chirurgia Generale, di Chirurgiadell'Apparato Digerente e di altre branche specialistiche, sono inseriti Insegnamentidi <strong>Endoscopia</strong> Digestiva. Quanto poi tali Insegnamenti rimangano pure chiacchierateinformali o pratica obbligatoria, è nel nostro paese atto ancora affidato purtroppo allasola buona volontà dei singoli. Negli anni di specialità in Ospedali anglosassoni enon, quando prevista, I'endoscopia viene rigidamente praticata in prima persona. Nellontano 1982, frequentando come Ricercatore la University of Illinois a Chicago,constatai come fosse obbligatorio per I'endoscopista aver eseguito almeno 100gastroscopie, 50 colonscopie e 20 CPRE, prima di ottenere il titolo di specialista.Dubito, per esperienza diretta, che i nostri specialisti siano tutti in grado di eseguirecorrettamente un esame endoscopico diagnostico e terapeutico.Con questi principi appena esposti, mi riesce difficile dare a voi concetti schematicisulle indicazioni all'esame endoscopico, poiché esse sono pressoché illimitate.È più semplice parlare delle controindicazioni, perché decisamente limitate. Essesono specifiche (paz. che si è alimentato da poco tempo, paz. senza preparazioneintestinale, o con recente episodio di diverticolite); o di carattere generale (recenteinfarto del miocardio, grave insufficienza respiratoria, paz. non collaborante).Esistono invece dei rischi legati all'esame endoscopico, che mai devono essere sottovalutati.Senza scendere in particolari, che sono compiti di successive relazioni, milimito a catalogarli come diretti (es. perforazioni) ed indiretti (es: infezioni). Unabuona preparazione del paziente, il possesso di tecnica corretta, il rispetto rigorosodelle norme di pulizia degli strumenti minimizzano tali rischi, portandoli apercentuali del tutto trascurabili (< 0.05%).
PROSPETTIVE FUTUREQual'è il futuro dell'endoscopia <strong>digestiva</strong>? Ricca è stata l'evoluzione tecnologica, percui è ora nostro compito portare contributi di idee e stimolare la creazione di nuoveapparecchiature ed accessori per specifiche applicazioni.L'ecoendoscopia permette oggi di studiare non solo patologie intra ed extramuralidell'esofago, ma anche dello stomaco, del pancreas, di parte del colon. È prevedibileche con tale metodica di « contatto » si arriverà a stadiare con elevata accuratezza leneoplasie dell'apparato digerente in termini di invasività locale.Si stanno sviluppando modelli di enteroscopi per le patologie dell'intestino tenue, lequali, sia pur rare, pongono seri problemi di diagnosi e terapia.Stiamo applicando le metodiche endoscopiche nella chirurgia laparoscopica: è taloraindispensabile l'esecuzione di endoscopie intraoperatorie per reperire lesioni nonpalpabili, per aiutare l'atto chirurgico laparoscopico, per eseguire in unico tempotrattamenti combinati di patologie multiple, come la calcolosi colecistocoledocica.Siamo oggi in grado di eseguire nello stesso tempo operatorio la colecistectomialaparoscopica e la bonifica della via biliare principale mediante CPRE guidata o concoledoscopia, frantumando i calcoli sotto visione diretta mediante opportunilitotritori.Per concludere, i limiti di questa metodica sono ormai solo tecnologici: indeterminate patologie, se 20 anni or sono era impensabile operare un paziente per viaendoscopica, fra 20 anni forse sembrerà «anomalo» operare un paziente con sistemidiversi da quello endoscopico.
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somministrarlo al campione, codific