STATO DELL'ARTE IN COLONPROCTOLOGIAC. TUSCANO, F. ZARACA, M. CATARCI, F. SBRAGA, F. GAJII Clinica Chirurgica, Policlinico « Umberto I » - Università di <strong>Roma</strong> «La Sapienza»La colonproctologia è al momento attuale un campo disciplinare culturalespecialistico, definito ed a se stante nell'ambito della Chirurgia Generale. Leproblematiche cliniche specifiche che comprendono concetti codificati di fisiologia,fisiopatologia, anatomia chirurgica dell'ano-colon e del dìeccanismo degli sfinteri, incui vi rientrano attuali ed avanzate possibilità di terapia come l'incontinenza anale,tuttavia di rilievo terapeutico circoscritto a pochi centri ultraspecialistici, determinanoun settore specialistico scientifico, di ricerca, di definita e codificata attualità clinicadi diagnosi e terapia. In Italia, purtroppo, la colonproctologia fa parte del bagaglioculturale della Chirurgia Generale, non avendo assunto, se non in pochi centriultraspecialistici, una ben definita collocazione accademico-didattica e quindi clinica.Al contrario, negli USA tale settore di ricerca ha assunto un ruolo definito esuperspecialistico che coinvolge con corsi di addestramento professionale specificicoloro che sono già in possesso del diploma quinquennale post-laurea di ChirurgiaGenerale. Infatti allo specialista chirurgo che volesse superspecializzarsi incoloproctologia è richiesto un ulteriore periodo di un anno di addestramento, in cuivengono esclusivamente approfondite e trattate problematiche clinico terapeuticheinerenti la patologia del colon, del canale anale e del complesso meccanismo deglisfinteri.La ricerca in tale settore, quindi, ha parallelamente coinvolto molteplici discipline,con la messa a punto di metodiche diagnostiche invasive e non. La defecografia,I'endoscopia, la manometria ano-rettale, I'elettromiografia, I'elettrostimolazione deglisfinteri, I'ecografia transrettale, infatti, coinvolgono radiologi, fisiologi, neurologi,anestesisti, clinici e quindi chirurghi, in un settore specialistico che vede impegnatipiù medici in comuni protocolli clinici di ricerca.Anche il personale paramedico, inoltre, svolge un ruolo determinante incolonproctologia, soprattutto nella idonea e specialistica assistenza al malato operato(1).Le avanzate prospettive di terapia, quindi, trovano una pratica applicazione in tutti isettori della patologia ano-retto-colica, che al momento attuale sono codificati indelineati settori: patologia anale non neoplastica, patologia infiammatoria/displastica,patologia funzionale/organica, patologia neoplastica.Tratteremo pertanto alcuni aspetti più salienti e di maggiore significato clinico, dellapatologia coloproctologica, che per la sua elevata incidenza è considerata unamalattia sociale. La patologia anale non neoplastica comprende malattie molto
comuni come: emorroidi, ragadi e fistole perianali. Tali condizioni colpiscono neipaesi industrializzati oltre il 50% della popolazione. Le possibilità terapeuticheattuali, se ben condotte, consentono di trattare tali condizioni morbose con pocodolore, spesso con tecniche ambulatoriali o con ricoveri ultrabrevi (one day surgery)e con ottimi risultati. Tali terapie di prevalente interesse chirurgico sono in molticentri di chirurgia considerate di secondaria importanza. Tale chirurgia, infatti, vienesottovalutata e relegata al termine dell'attività operatoria programmata. Al contrario,il chirurgo non specialista può causare in corso di tale chirurgia gravi lesioniiatrogene: la stenosi dopo emorroidectomia, elevata incidenza di dolorepostoperatorio e degenze ospedaliere non brevi se l'emorroidectomia non vieneeseguita secondo corretti criteri anatomo chirurgici (2, 3), malattia residua nel caso difistole perianali complesse. L'esecuzione di una corretta tecnica chirurgica prevede laconoscenza e ~ utilizzazione di uno strumentario chirurgico specifico che spesso ilchirurgo generale ignora. Un esempio paradigmatico è rappresentato dal St. Mark'sHospital di Londra. Tale centro, che rappresenta il principale punto di riferimento peri ricercatori coloproctologi, è stato ideato oltre 150 anni or sono esclusivamente per iltrattamento delle fistole perianali. « È meno indaginoso e complesso operare uncancro del retto che prevede l'asportazione degli sfinteri, che una fistola perianalecomplessa » (4).Parallelamente alla patologia anale minore, la ricerca, coloproctologica ha reso, almomento attuale, curabili alcune condizioni patologiche considerate irreversibili.In tale settore infatti è possibile curare i vari tipi di incontinenza con la ricostruzionedegli sfinteri (5,ó) anche in urgenza dopo lesioni traumatiche (7), la plicaturaposteriore del pavimento pelvico (8,9) o addirittura ricostruire un neosfintere analefunzionante nei soggetti portatori di colostomia definitiva. Ciò è possibile conl'interposizione dei muscoli gracili integrati con vari sistemi di elettrostimolazionemuscolare (10,11).Sono stati realizzati inoltre protocolli di ricerca diagnostico clinica estremamenteavanzati che si rivolgono al trattamento delle stipsi ostinate.Anche in tema di patologia infiammatoria e neoplastica la ricerca proctologica haofferto un contributo di straordinaria efficacia clinica, prevalentemente nellaricostruzione del transito intestinale dopo estese demolizioni chirurgiche. Si consideril'efficacia terapeutica della neoampolla rettale, I'ileostomia con Pouch dopocolectomia totale, che ha consentito nella rettocolite ulcerosa l'exeresi completa dellamalattia (la conservazione di un piccolo moncone rettale espone all'insorgenza dicarcinoma), e la contemporanea ricostruzione della via <strong>digestiva</strong> con soddisfacenteripresa funzionale (12).Si sono inoltre scoperte alcune condizioni cliniche, come l'enterorragia massiva daangiodisplasia del colon, completamente sconosciute fino a 20 anni fa.Anche nel campo dell'oncologia, infine, i contributi specialistici di oncologi, patologi,fisiologi, chirurghi hanno consentito importanti conquiste cliniche.E' possibile infatti elaborare per gruppi omogenei di pazienti curve di sopravvivenza,di programmare terapie di avanguardia che precedono e/o seguono la terapiachirurgica. Allo stato attuale, infatti, è possibile nella terapia del cancro del retto
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