I1 vissuto stomale ha inizialmente per risultato un'angoscia dovuta alla modificadell'attività escretoria, in rapporto alla soppressione degli sfinteri e per lamodificazione dello schema corporeo ormai acquisito dall'età infantile, con i priminaturali apprendimenti, legati alla maturazione e crescita di ognuno di noi.Inoltre la stomia sovente determina anche cambiamenti regressivi della sfera sociale,interpersonale, ludica ed hobbistica; per non parlare di quella sessuale, che solo afatica si riesce ad estrapolare dall'intimo dell'utente così penalizzato dalconfezionamento della stomia.Da quanto detto finora, appare evidente l'importanza dell'informazione e colloquiopre-operatorio e della corretta allocazione della stomia stessa, al fine di prevenire odevitare complicanze successive e per favorire una facile e precoce acquisizione dellecapacità di autogestione della stomia, da parte del paziente.Ricordo che un corretto posizionamento per sede va deciso e disegnato primadell'intervento, facendo accomodare il nostro operando, sia supino, che seduto ed inpiedi.La valutazione dovrà tener conto della distanza tra la linea alba e l'arcata costale, laspina iliaca ed il pube; inoltre considerare i margini dei muscoli retti, la presenza dipregresse cicatrici o pieghe cutanee, il tipo di consistenza del tessuto sottocutaneo, inrapporto ad una obesità od eccessiva magrezza.Molte volte ci troviamo a dover seguire persone con stomie mal posizionate o malconfezionati, con sommatorie di disagi e depressioni davvero gravi.Lo stoma-care è doveroso specialmente all'inizio del cammino riabilitativo, quando lapersona, ancora in convalescenza ed in ripresa dall'operazione subita, non sia ancoraautosufficiente, benchè si debbano repentinamente evitare pietismi e stimolare ogniassistito a reagire e rendersi autonomi nella gestione e nella familiarizzazione con lanuova situazione fisica.Lo Stomaterapista dovrà provvedere alla sostituzione della protesi, con garbo espiegando tranquillamente ogni manovra, effettuando l'igiene accurata dellastomia...senza mai usare etere o benzina, come ancora ci capita di vedere,alle sogliedel 2000...e della delicata cure peristomale.In un primo tempo dovremmo preferire materiali protesici trasparenti, che permettonoil controllo della stomia, senza un frequente distacco della placca.Molte complicanze immediate sono purtroppo da addebitare al personale infermieristicoche non esegue tali metodiche nel modo più confacente alla specificasituazione. In particolare la dermatite, molto frequente ed in parecchi casievitabile,mediante un utilizzo congruo di mezzi e materiali, oggi all'avanguardia efacilmente reperibili dovunque.Possiamo anche ricordare l'ernia peristomale ed il prolasso, anch'esse diffuse, in unafase più tardiva.A questo riguardo, l'infermiere potrà solo rimproverarsi e sentirsi in colpa, qualoranon abbia consigliato la pancera contenitiva post-operatoria, naturalmente senza ilmalaugurabile foro pretagliato attorno allo stoma e foriero invece di taliproblematiche.
Le altre complicanze stomali, di pertinenza chirurgica sono: i granulomi, la stenosi, lanecrosi, l'emorragia, le varici peristomali, l'ischemia, la retrazione, le fistole, ma inquesta sede non è possibile spiegarle tutte dettagliatamente.Spesso per alcune di esse bisogna reintervenire, anche in ambulatorio, senza doversottoporre lo sfortunato paziente al trauma di una nuova anestesia generale, in regimedi ricovero.Passando rapidamente ai PROGRESSI DELLA STOMATERAPIA, ho il piacere diricordare l'importanza della prevenzione di recidive tumorali, mediante schemiterapeutici di chemio e radioterapia, così come viene effettuato nella struttura ovepresto il mio servizio: i chirurghi collaborano con i colleghi oncologi e radiologi, alfine di ridurre già in fase pre-operatoria la massa tumorale, permettendo un interventomeno invasivo e demolitivo, ove possibile, proseguendo poi a sottoporre i pazienti aprotocolli, ormai collaudati e sperimentati di cicli terapeutici, nella fasepost-operatoria.A questo aggiungiamo le migliorie ottenute anche dagli strumentari chirurgici, lapresenza degli stappler e di materiali adeguati alle nuove tecnologie, la sensibilità dialcuni chirurghi, che riescono a comprendere l'importanza di una tecnica perfetta,anche nel settore colonproctologico, forse precedentemente snobbato, con molteconseguenze negative per l'utente...E per tornare al settore infermieristico, noi dobbiamo aiutare il nostro stomizzato avivere in modo naturale, con una qualità accettabile di attività da svolgere ognigiorno, nella routinarietà familiare, appassionandosi nuovamente ai piaceri delvivere...alla buona tavola, ma con alcune precauzioni dietologiche che andremospiegando, senza dare il tormento.Poche regole fondamentali da rispettare, per evitare diarree, meteorismo,formazionidi cattivi odori nella sacca di raccolta, ma considerando sempre i gusti alimentari diognuno, l'ambiente in cui vivono, la facilità di preparazione di ogni pasto, senzadargli mai la sensazione di essere ancora malati o solo handicappati.A questo discorso sulla dieta, è facilmente accorpabile l'altro, ugualmente importante,dell'irrigazione.La metodica irrigativa rappresenta la possibilità reale di risentirsi normali, per coloroche possano attuarla, particolarmente i portatori di colostomia sinistra terminale.Consiste in un semplice clistere di pulizia, eseguito attraverso l'apertura stomale,utilizzando l'apposito irrigatore, dispensato gratuitamente agli stomizzati, perchéprevisto nel vigente nomenclatore tariffario.E' di facile utilizzo e basta mostrarlo qualche volta al paziente, per metterlo in gradodi procedere poi autonomamente nel proprio habitat.I1 set di irrigazione è composto dall'irrigatore, munito di tubo di raccordo e del conomorbido, per poter introdurre l'acqua all'interno senza traumatizzare lo stoma.In dotazione sono anche comprese le sacche di scarico, con un'apertura superiore edinferiore. Quella superiore permette di far passare il cono e quella posta in basso vaaccompagnata nel water, dove l'acqua fuoriuscita con le feci sarà convogliata, senzasporcare nulla.
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