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Endoscopia digestiva e Colonproctologia - IPASVI - Roma

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della criosonda deve essere applicato all'estremo prossimale della colonnaemorroidaria, in corrispondenza del peduncolo vascolare e sempre al di sopra dellalinea pettinata. Si fa passare il gas nella sonda premendo il pedale o il grillettoapposito ed in pochi secondi essa aderisce al tessuto. Si controlla da questo momentoil tempo di contatto, mentre si va formando il punto di congelamento di cui se nevaluta attentamente l'estensione. Allo scadere del tempo prefissato valutabile in 2-3minuti per il protossido d'azoto ed in poco più di 1 minuto per 1'azoto liquido sisospende l'erogazione del mezzo refrigerante e si lascia riscaldare la sonda fino almomento in cui essa si stacca spontaneamente dal tessuto. Si ritira il proctoscopiomentre il gavocciolo criotrattato si scongela ed assume il suo aspetto pressochénormale. In questo momento si potrà procedere alla successiva applicazione.CONCLUSIONICome emerge chiaramente dalla nostra trattazione non esiste una metodica esclusivaper il trattamento della malattia emorroidaria ai suoi stadi iniziali. Sebbene l'inchiestacondotta durante l'ultimo Congresso Nazionale della Società Italiana di<strong>Colonproctologia</strong> (9) abbia evidenziato che il 90% dei chirurghi italiani esegua lalegatura elastica, anche le altre metodiche vengono utilizzate in modo non uniformedai diversi centri di proctologia. Tutte le procedure prese in considerazionepresentano indicazioni, controindicazioni e complicanze simili, con piccole eccezionilegate alla loro maggiore invasività, come nel caso specifico della scleroterapia.Risulta invece importante da parte dell'operatore escludere con altre indaginispecialistiche la presenza di patologie del colon, effettuare sempre una diagnosiaccurata della malattia tramite l'anoscopia e rispettare in modo coerente alcuniaccorgimenti tecnici fondamentali (esecuzione delle procedure sempre al disopradella linea pettinata, zona priva di sensibilità), lasciare lo spazio di almeno uncentimetro fra i punti della mucosa trattati e vigilare accuratamente su tutte lecomplicanze che possono sempre verificarsi durante o dopo la procedura. La sceltadella singola metodica dipenderà quindi principalmente dall'eclettismo del chirurgoproctologo, dalla sua esperienza specifica e, non ultimo, dalla disponibilità del centroin cui si opera.BIBLIOGRAFIA1) Keighley MRB, Williams NS. Surgery of the anus, rectum and colon. WBSannders Company Ltd. 1993.2) Dodi G. Colonproetologia ambulatoriale. Piccin Ed. 1986.3) Goligher JC. Surgery of the anus, rectum and colon. Bailliere Tindal Ed. 1976.4) Gaj F., Trecca A., Carboni M. L'utilizzo dello « sclerojet » nel trattamentoambulatoriale della malattia emorroidaria. Rivista Italiana di <strong>Colonproctologia</strong> 1994,13:89-90.5) Montorsi W. Le emorroidi ed il loro trattamento. Archivio e Atti Società Italiana diChirurgia. 86• Congresso <strong>Roma</strong> 1984 pp. 49-165 Ed. Masson 1984.

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