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"Stella d'Oriente" di Grazia Deledda - Altervista

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automaticamente attraverso la folla, la valigia in mano e ilvelo nero del suo cappello da viaggio abbassato sul viso;precauzione inutile del resto, perché il suo viso erasitalmente cambiato in poche ore da renderla irriconoscibile.Pareva una vecchia. Camminò qualche minuto, ma aun tratto, sentendosi debolissima e non avendo ancoradeciso dove andare entrò in un caffè e prese qualche cosa.Sul tavolino ov'era seduta trovò un giornale romano <strong>di</strong>vecchia data. Lo aprì e a un tratto i suoi occhi sianimarono:– Eureka! – mormorò. In quarta pagina le era cadutosottocchio questo piccolo avviso: «Una ricca gentildonnacerca una signorina <strong>di</strong> compagnia, giovine, fanciulla <strong>di</strong>onorata famiglia, che sappia bene il francese e un po'd'inglese. Per maggiori schiarimenti rivolgersi all'uffiziodell'Agenzia <strong>di</strong> collocamenti <strong>di</strong> Mario T*** via della Vite,N. 107, Roma».<strong>Stella</strong> si mise a pensare profondamente. Comeabbiamo già detto, ella possedeva molto denaro e gioielli,ma le ripugnava l'idea <strong>di</strong> viver sola, anche in una gran cittàove non fosse conosciuta. – Ora nulla più onorevole che laparte <strong>di</strong> signorina <strong>di</strong> compagnia, presso un'alta casa, in unagrande città come Roma.<strong>Stella</strong> possedeva la fede <strong>di</strong> nascita; giovine,istruitissima sapeva benissimo il francese e l'inglese. Lasua famiglia ormai più nessuno la ricordava... sarebbe statadunque accettata, qualora il posto fosse ancora vacante. Mase fosse occupato?... – Tentare non nuoce, e venuta l'idea,<strong>Stella</strong>, era decisa a farsi signorina <strong>di</strong> compagnia pressoqualsiasi famiglia, purché ricca ed aristocratica. Ecco:pensava, il tempo è padre dell'oblio, <strong>di</strong>sse un gran poeta: E103

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