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"Stella d'Oriente" di Grazia Deledda - Altervista

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ceri che Mary aveva <strong>di</strong>sposto e acceso intorno al letto,toglievano la illusione della vita... Oh, se Maurizio avessevisto quella scena <strong>di</strong> morte, così straziante nella sua calma,si sarebbe maledetto lui, causa involontaria <strong>di</strong> tantasciagura!Anche l'uomo inginocchiato davanti alla morta avevail viso bianchissimo come lei. I suoi lineamenti finissimiparevano scolpiti nel marino, e i suoi gran<strong>di</strong> occhi neri allaRomana, i piccoli baffi bruni, la sua bella capigliaturaoscura, <strong>di</strong>visa ad un lato della testa da una sottilescriminatura, spiccavane vieppiù sopra la sua niveacarnagione. Giovanissimo, elegante nel suo abito daviaggio, le mani piccole, bianche, da donna, egli era ilconte Ruggero <strong>di</strong> Farnoli.Giunto a questo punto del mio povero racconto, aqualche gentile lettrice che mi <strong>di</strong>ca non essere statonecessario il suici<strong>di</strong>o che fa tristi i primi capitoli dellaseconda parte, risponderò con le parole <strong>di</strong> un simpaticoromanziere moderno:«Sebbene non ci ricusiamo <strong>di</strong> mandare a tempo eluogo, uno dei nostri personaggi all'altro mondo, noi non cirisolviamo mai che spinti agli estremi, e quando proprionon è possibile esercitare a suo favore il nostro dritto <strong>di</strong>grazia... E non lo facciamo mai senza dolore!... anco dopoesserci arrabattati, colle mani e coi pie<strong>di</strong>, chequell'in<strong>di</strong>viduo è oramai <strong>di</strong> troppo sulla scena, e noi stessiche è tempo <strong>di</strong> levarlo <strong>di</strong> lì.«Noi, cui poco arrisero le umane fortune, noi cui nonfurono troppo propizi i fati, financo negli affetti più cari,abbiamo bisogno <strong>di</strong> affezionarci a queste larve dellafantasia, corpi dei nostri sogni, spiriti dell'anima nostra...94

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