lagrima?... Perché in quest'ora triste ed azzurra – in cuipersino i trilli degli uccelli che vagano lassù, lassù, neicampi glauchi del cielo illuminati dai raggi delle stelle,sono più mesti e soavi fra la luce del sole, – perché si ama,più che nelle altre ore del giorno, con un amore intenso,ardente nella sua tristezza, che fa provare palpiti <strong>di</strong><strong>di</strong>sperazione e <strong>di</strong> speranza confusi insieme, che ricorda idolori del passato; – i sogni d'oro dell'avvenire –scacciando così ogni altro pensiero che non sia de<strong>di</strong>catoall'idolo adorato dal cuore? E chi lo sa! Tutti i gran<strong>di</strong>uomini, da Dante a Byron! piansero a quest'ora e pianserod'amore!»Questo passo, che lessi nel giornale <strong>di</strong> una fanciullainnamorata, mi venne al pensiero, e dal pensiero scivolòalla penna, mentre stavo per cominciare la seconda parte <strong>di</strong>questo modesto racconto. Perché infatti era l'imbrunire cheprecedeva la notte in cui <strong>Stella</strong> doveva lasciar laMambrilla.Maurizio scendeva a piccoli passi il sentiero, eguardando il cielo dalle tinte metalliche, coperto daimmense ondeggiature cineree a riflessi color rosa e oro eviola, fra cui correva la luna dai primi scintillii sfuggentifra la luce del crepuscolo ammirando le linee lucenti delpaesaggio ov'era scomparso il sole, sentiva anch'egli laindefinita melanconia che invade l'anima a quell'ora piena<strong>di</strong> poesia e <strong>di</strong> amore. – Ogni tanto il giovine si rivolgeva,per guardare le finestre <strong>di</strong> <strong>Stella</strong>, ma esse rimanevanosempre chiuse, opache, triste, e lui ripigliava il suocammino, mormorando con un leggero sorriso: – <strong>Stella</strong>...<strong>Stella</strong>... <strong>Stella</strong>...Arrivato a un certo punto egli trasalì lievemente, come74
se avesse visto qualcuno la cui presenza voleva evitare;salutò profondamente e accennò a seguitare solo il suocammino, ma la persona che aveva salutato si avanzòstendendogli la mano.Era miss Ellen Shamurey, la signorina inglese vedutada <strong>Stella</strong> dalla sua finestra; un vero tipo <strong>di</strong> fanciullainglese, altissima, slanciata e bionda, i gran<strong>di</strong> occhi d'unazzurro purissimo e la carnagione bianca tinta d'un roseosbia<strong>di</strong>to, che probabilmente non era il solito suo colore.Dacché si trovava nella piccola villa vicina all'Agrimiss Ellen non aveva avuto più pace. Camminava sempre,a pie<strong>di</strong> o a cavallo, per le belle campagne irrigate dalfiume, su per i monti, nel bosco, nelle vallate, sempreseguita da un piccolo groom tutto rosso e biondo come lei.Ellen non era mai stata in campagna, almeno nella veracampagna, come quella <strong>di</strong> Anglona, ed ora,innamoratasene, camminava sempre, massime nelle orefresche della mattina e della sera, prendeva <strong>di</strong>segni con lamatita, toglieva descrizioni dal vero, scrivendole suiluoghi, con tutti i colori, i toni e le sfumature, e <strong>di</strong>ceva asuo fratello che avrebbe voluto vivere e morire in queipaesaggi.Suo fratello, impiegato, come <strong>di</strong>cemmo, pressol'Ambasciatore inglese a Roma, si chiamava Eduardo:aristocratico, serio, molto più vecchio <strong>di</strong> miss Ellen, quasibruno, e molto pallido perché malaticcio; perciò appuntoaveva un permesso <strong>di</strong> tre mesi, che passava in campagna:non usciva mai, non rideva mai, sempre rigido, impassibile,da perfetto inglese, poco amato perché pochissimoconosciuto.Miss Ellen al contrario, benché avesse la fisionomia75
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accia eburnee e la baciò sulle got
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piccola sconosciuta, dimentico quas
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un giorno amerò, con l'amore immen
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né una sua figlia. Poi proseguì a
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pare possa esprimermi meglio io ste
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crederai! Mi son sognata che Stella
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avvertendo Maurizio di far vegliare
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senza volerlo, rapito la prima fida
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fosse ben ristabilito, avendo lei o
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Ruggero: vide come realmente stavan
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