terra e un sorriso indefinito, strano, quasi <strong>di</strong> dolore,sfioravagli la bocca...– Parla! – ripeté Maria con voce più alta e fremente. –In nome <strong>di</strong> Dio, parla!... – Gli posò una mano sull'omero:don Francesco trasalì: quella mano gli sembrava <strong>di</strong> fuoco, eper la prima volta gli balenava rapido alla mente il pensieroche commetteva un'infamia... Ma passò, – e del resto?... Ildado era gettato e certo, doveva saperlo prima d'allora,Maria non avrebbe accolto con gioia quella tremendanotizia... Alzò dolorosamente la testa e mormorò:– E non hai compreso ancora?... Non hai compresoche mi chiamo Francesco d'Oriente e che sonoammogliato?...Poi si portò una mano alla bocca per reprimere ungrido <strong>di</strong> dolore. Maria, ascoltate le sue parole, sbarrando gliocchi, quando esso ebbe finito, senza gridare, senzagemere, aveva chinato la testa e rinchiuso quegli occhi lacui straziante espressione rimase fitta nell'anima <strong>di</strong> luicome un rimorso...La credette morta! Si alzò; e si strinse le tempia con lemani convulse mormorando: – Oh, mio Dio! mio Dio! Misono ingannato!... – prese una bottiglia in cui scintillavadell'acqua ghiacciata e bagnò la fronte della fanciulla: maessa non <strong>di</strong>ede alcun segno <strong>di</strong> vita. Dei singhiozzi convulsiagitavano il petto del marchese... Maria rinvenne dopolunga ora. Allora don Francesco le si inginocchiò davanti epiangendo le chiese perdono, le parlò a lungo del suoamore, dei suoi progetti, con voce rotta dai singhiozzi comeuna fanciulla sentimentale. Forse era sincero, e Mariapareva l'ascoltasse senza quasi respirare, senza rispondere,ma in realtà essa non l'ascoltava punto, non si accorgeva <strong>di</strong>62
lui che pure era lì, ai suoi pie<strong>di</strong>: essa pensava alla suatremenda sventura, a suo padre, alla voce maledetta che ungiorno le aveva detto: – Pare una duchessa! – e sentivanella sua anima, nel suo pensiero, qualcosa <strong>di</strong> confuso, <strong>di</strong>delirante, un arcano ed immenso dolore: forse la pazzia!...– La voce <strong>di</strong> don Francesco le giungeva da lontano, lepareva una voce sentita altra volta, ma <strong>di</strong> cui non siricordava bene; e quando, lentamente sfumato il tristosmarrimento del suo pensiero, udì chiaramente quella vocee vide il marchese inginocchiato, allora provò un brivido <strong>di</strong>fuoco che spingeva la sua mano a schiaffeggiarequell'essere che la aveva così vilmente perduta... Ma sidominò: solo stese la mano verso la porta e <strong>di</strong>sse con voceaspra e sibilante:– Vattene via, miserabile, vattene via!...Lui però non si mosse, non parlò più: quelle parole equel gesto l'avevano come pietrificato.– Vattene via, miserabile! – ripeté Maria, alzandosi escostandosi da lui. – Vattene via!Anche lui si alzò, mosse le labbra per parlare, ma dalsuo petto non uscì che una specie <strong>di</strong> ululo sottile estraziante: Maria apriva la finestra, ripetendogli per la terzavolta:– Vattene via, miserabile, o chiamo aiuto!...Allora don Francesco si passò una mano sulla frontesudata, e uscì, silenziosamente, automaticamente, da quellacasa che aveva <strong>di</strong>sonorato. Camminò quasi tutta la notte,pazzo, delirante, attraversò i campi, attraversò i boschi,singhiozzando, lacerandosi le vesti, urlando, come unabestia o uno <strong>di</strong> quei cavalieri erranti e maledetti delle fiabe,e l'alba lo trovò in riva all'Agri tentato dal demonio del63
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siete proprio bizzarra, mammà, voi
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soavi ricordi!Un sorriso forzato, u
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né una sua figlia. Poi proseguì a
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pare possa esprimermi meglio io ste
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non vederla ancora e chiede se per
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XVI....Silenzio profondo. Sul cielo
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di Stella la cui visita all'amica d
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crederai! Mi son sognata che Stella
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avvertendo Maurizio di far vegliare
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nulla, almeno tanto chiaro da lasci
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Filanderi...- Grazie, grazie ancora
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senza volerlo, rapito la prima fida
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fosse ben ristabilito, avendo lei o
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Ruggero: vide come realmente stavan
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vostra!- No! Tanto Stella non mi am