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"Stella d'Oriente" di Grazia Deledda - Altervista

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accento:– Ma che mi <strong>di</strong>cesti? Ripeti quelle parole che miridonarono la vita. Perché, in verità, <strong>Stella</strong>, la vita misfuggiva dal giorno che tu, spinta da una causa a me ignota,cessasti <strong>di</strong> rivolgermi il tuo sguardo d'amore, necessario ame come lo sguardo del sole alla terra... Tu sorri<strong>di</strong>, <strong>Stella</strong>...Ma, te lo giuro, non è romanticismo il mio, è realtà, èverità. T'amo pazzamente, come neppur io mi credevocapace <strong>di</strong> amare. Non puoi figurarti lo spasimo atroce cheprovai quando il terribile dubbio che tu amassi altri, mi siaffacciò alla mente... Senti <strong>Stella</strong>, non mi vergogno <strong>di</strong><strong>di</strong>rtelo; ho pianto, io che non avevo mai pianto dopo la miainfanzia, se non il giorno in cui mi si minacciava <strong>di</strong>togliermiti per il barone <strong>di</strong> R!... Se mi vedessi l'anima, o<strong>Stella</strong> mia... ripeteresti le parole <strong>di</strong> poco fa...La fanciulla ascoltava: ascoltava sempre bianca inviso, quasi impassibile, ma alle ultime parole <strong>di</strong> Maurizioalzò vivacemente la testa esclamando, con un languidosorriso:– Senza vedertela, l'anima, credendoti perché hobisogno <strong>di</strong> crederti, te lo ripeto: t'amo sempre, con passioneforse maggiore della tua, e ti chiedo perdono se, perfutilissima ragione, ho interrotto <strong>di</strong> vari giorni la nostrafelicità!– Grazie! Grazie! – rispose lui stringendole la manocome la prima volta nel terrazzo <strong>di</strong> via Chiaia. – Grazie, ma<strong>di</strong>mmi, perché chiami futilissima cosa ciò che fecericomparire la strana tristezza <strong>di</strong> prima nella tua fronte?– Oh, la tristezza riapparve perché pensavo al mioinfranto avvenire... Racconto, ma non riderti <strong>di</strong> me...Senti...37

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