Marco, non ostante la sua cecità e la vecchiezzaprematura, il povero Marco che oramai riponeva tutta lasua felicità in Maria, sforzandosi a non esserle <strong>di</strong> troppopeso, sempre allegro e sorridente, lavorava, in tutto ciò chepoteva: aiutato da una servetta manteneva in or<strong>di</strong>ne la casa,coltivava l'orticello, adempiva, come una buona massaia,tutte le faccende domestiche. Maria non pensava che alavorare, e abile operaia, quasi artista qual'era, il lavoro nonle mancava mai. Eseguiva sempre ricami per una casa <strong>di</strong>mode <strong>di</strong> Palermo; stupen<strong>di</strong> lavori in biancheria o su stoffa,che venivano generosamente pagati, talché guadagnavasi,in me<strong>di</strong>a, più <strong>di</strong> cinque lire al giorno. – Vivevano cosìfelicissimi: una vita calma, piena <strong>di</strong> affetto, senza scosse,né <strong>di</strong>fficoltà, nella loro casetta, bianca, civettuola, beneammobigliata, con gusto, quasi con lusso: tanto più cheMaria non pensava che a suo padre, alla casa ed al lavoro.– Sapendo sua figlia, giovine e bellissima, Marco peròpensava già al giorno che non sarebbero stati più soli:vedeva un altro figlio nella sua casa, poi un nugolo <strong>di</strong>nipotini bion<strong>di</strong>, cari, chiassosi che gli avrebbero resa,invi<strong>di</strong>abile la vita.Un giorno ne parlò a Maria, chiedendole se amassequalcheduno... – Essa non trasalì, non arrossì, solo glirispose con tono <strong>di</strong> rimprovero:– Oh, papà, e mi cre<strong>di</strong> tanto cattiva da non <strong>di</strong>rti, senzaesserne interrogata, se amo e chi amo, qualora ciò sia?...– Dunque non ami nessuno?– Nessuno no. Io amo te, papà, ma te solo...Marco sorrise. – Maria <strong>di</strong>ceva la verità: aveva moltiadoratori, ma non ne amava nessuno. Chissà!... Unamattina, mentre usciva dalla, messa, vestita d'un abito48
nuovo, elegantissimo, con l'ombrellino <strong>di</strong> seta e i guantiricamati, aveva sentito un giovine, esclamare:– Pare una duchessa! – e in quel giorno, spinta dallanovità ingenua <strong>di</strong> tutte le fanciulle che sanno <strong>di</strong> esser belle,si esaminò, tra seria e sorridente, mutamente nellospecchio, e si accorse, forse per la prima volta, che la suataglia elegante e aristocratica, il suo piede, la sua mano,parevano <strong>di</strong> duchessa, – che i suoi occhi potevano, col lorofulgore, immergersi in aurei sogni <strong>di</strong> ricchezze e nobiltà.Nella notte sognò <strong>di</strong> trovarsi in una magnifica sala, fra unlusso il più smodato, chiamata signora duchessa; – el'indomani, rimettendosi al lavoro, mormorò:– Oh, finirà, finirà!... Una voce segreta me loassicura... finirà. Abbiamo lavorato anche troppo!Più tar<strong>di</strong> Maria pianse lagrime <strong>di</strong> fuoco al ricordo <strong>di</strong>quelle frasi: ma per allora le parole «pare una duchessa»forse susurratele da un demonio, le filtravano un terribileveleno nell'anima ardente e romantica: l'ambizione!Sentite: un mese dopo Maria aveva un amante,giovine e bello, nobile e ricco! Lo amava pazzamente, colsuo primo amore, tanto che <strong>di</strong>ceva a sé stessa che, anchepovero e plebeo, sarebbe <strong>di</strong>ventata sua lo stesso,sacrificandogli tutti i suoi sogni ambiziosi... E lui era unessere il più miserabile del mondo, che doveva avvelenarlela vita. Si chiamava Francesco d'Oriente!...IX.Come si erano conosciuti? – Nel primo capitolo <strong>di</strong>questo racconto <strong>di</strong>cemmo che don Francesco, in gioventù,49
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né una sua figlia. Poi proseguì a
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pare possa esprimermi meglio io ste
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non vederla ancora e chiede se per
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XVI....Silenzio profondo. Sul cielo
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crederai! Mi son sognata che Stella
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avvertendo Maurizio di far vegliare
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nulla, almeno tanto chiaro da lasci
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Filanderi...- Grazie, grazie ancora
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senza volerlo, rapito la prima fida
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fosse ben ristabilito, avendo lei o
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