attorno con uno strano sorriso. Forse era ammirazione,forse invi<strong>di</strong>a, quella piccola invi<strong>di</strong>a femminile che sinasconde sotto un sorriso forzato precisamente come ipiccoli serpenti sotto i fiori...Per tutta l'ora del pranzo <strong>Stella</strong> sola fu l'oggetto deilunghi sguar<strong>di</strong> dei convitati, dei loro complimenti, dei lorosorrisi, forse anche dei loro cuori. Essa non era vana, no,tuttavia accorgendosi essere la regina della festa in tuttal'estensione del termine, provava ogni tanto strani sussulti,forse involontarii, ma che sfumavano in sorrisi chepotevano <strong>di</strong>rsi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sprezzo... Si è che si ricordava d'esserefiglia <strong>di</strong> una povera pescatrice, figlia del più basso popolo,– il popolo che vive giorno per giorno del sudore della suafronte, – così <strong>di</strong>sprezzato dai nobili, secondo le aveva dettosua madre: si ricordava ancora le bizzarre azioni <strong>di</strong> Maria,e il bizzarrissimo o<strong>di</strong>o nutrito, nell'infanzia, contro i nobili:e ora tutte quelle reminiscenze destavanle un sorrisosprezzante perché tutti i commensali <strong>di</strong> Mambrilla erano,chi più, chi meno, stemmati e blasonati.E poi... <strong>Stella</strong> che si appassionava assai su ciò cheleggeva, in quei giorni leggeva appunto i Misteri delPopolo <strong>di</strong> Sue, quel gran romanzo; glorioso o infamesecondo i gusti, ma certo molto atto a commuovere l'animapoetica dell'ardente fanciulla.Maurizio non doveva pensarla come lei, perché anchei suoi occhi scintillavano, i suoi labbri sorridevano, ma solo<strong>di</strong> gioia, <strong>di</strong> amore, <strong>di</strong> suprema felicità come il suo nobilecuore d'artista poteva soltanto provarla. – Che importava alui <strong>di</strong> tutto l'universo intero, in quel momento? <strong>Stella</strong> era là,davanti a lui, fulgida, bellissima, <strong>di</strong>cendogli ogni tanto conlo sguardo: t'amo!... che importavagli del resto? – La44
conversazione era allegra e animata: tutti sorridevano: ilsole al tramonto, passava a onde attraverso i vetri coloratidelle gran<strong>di</strong> finestre, indorando tutto, avvolgendo tutto inuna nebbia vaporosa e fulgida come polviscolo d'oro,traendo scintillii e profumi inebbrianti dalle rose cheadornavano la sala, dalle frutta, dai dolci, dai liquori, daipiatti, dai cristalli, e perfino dall'abito <strong>di</strong> seta delle signore,dai volti sorridenti e coloriti. E <strong>Stella</strong> sfolgorava nella lucee fra le rose olezzanti – sfolgorava il suo viso pallido, iricami del vestito, gli occhi immersi nell'aria; ma sulle suelabbra semi-aperte morivale improvvisamente il sorriso...Maurizio la guardava, domandandosi a che pensasse.In quel momento <strong>Stella</strong> pensava, per la centesimavolta, al medaglione d'oro lasciatole da sua madre, chedoveva aprire in quel giorno, in cui compiva ilventun'anno...Che mai poteva contenere quel medaglione per leisacro, che aveva giurato <strong>di</strong> non aprire prima <strong>di</strong> quelgiorno?...– L'aprirò oggi?... – si domandava. – Mi pareimpossibile fra il rumore <strong>di</strong> tanta festa: bisogna sia sola ecalma...Ma non fu sola sino all'alba, perché tutta la notte siballò, si suonò e si cantò, e ritiratasi, stanca e cascante dalsonno, non ebbe la forza <strong>di</strong> aprire il Medaglione. – Adomani! – mormorò chiudendo gli occhi. Dormì parecchieore e quando si svegliò, benché il sole fosse alto, il piùprofondo silenzio regnava ancora nella villa: sicché si vestìsenza svegliare la cameriera, e scese in giar<strong>di</strong>no. Lamattina era stupenda, il cielo limpi<strong>di</strong>ssimo, e lavegetazione lussureggiante <strong>di</strong> verzura olezzava, fra il molle45
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né una sua figlia. Poi proseguì a
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pare possa esprimermi meglio io ste
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crederai! Mi son sognata che Stella
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avvertendo Maurizio di far vegliare
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Filanderi...- Grazie, grazie ancora
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senza volerlo, rapito la prima fida
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fosse ben ristabilito, avendo lei o
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Ruggero: vide come realmente stavan
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