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"Stella d'Oriente" di Grazia Deledda - Altervista

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Era la voce, l'ultima parola <strong>di</strong> Maria.Don Francesco alzossi fremendo, chiedendosi sedavvero quella voce non uscisse dal cimitero <strong>di</strong> Anglona;ma si calmò tosto, come meglio poté, perché bussavanoalla porta. Aprì, e trovossi davanti a Maurizio che esclamò:– Scusatemi, papà, se vengo a <strong>di</strong>sturbarvi, ma siccomeho visto lume alla vostra finestra, pensai che vegliavate;benché quasi mezzanotte, venni a parlarvi <strong>di</strong> coseimportantissime, <strong>di</strong> cui domani, alla luce del sole, non avreiforse avuto il coraggio <strong>di</strong> parlarvi... – Don Francescosorrise, poi rispose:– Sei sempre bizzarro tu!... Perché a mezzanotte siparla dei cosidetti misteri. Ma vieni, giacché Anna stanottenon volle far circolo, facciamolo noi due da soli. Si chiamautilizzare il tempo, giacché siamo svegli e <strong>di</strong>soccupati.– Precisamente misteri! – <strong>di</strong>sse Maurizio che perprovare le sue parole rinchiuse la finestra e la porta, mentredon Francesco lo guardava sempre sorridendo a fior <strong>di</strong>labbra. Sedettero entrambi, fissandosi scambievolmente, sudue poltroncine Voltaire, i pie<strong>di</strong> sul tappeto, davanti al letto<strong>di</strong> don Francesco i cui cortinaggi <strong>di</strong> velluto oscuro cesellatodai panneggiamenti immobili parea volessero ascoltaranche loro ciò che Maurizio stava per <strong>di</strong>re. E lui cominciòcosì, sorridendo lievemente:– Per prologo vi ricorderò, caro papà, che sin daquando contava soli venti anni volevate ammogliarmi, ecome avendo io sempre rifiutato non si parlò più <strong>di</strong> ciò...Ora però, avendo io cambiato parere, volendo formareanch'io una famiglia, vengo a chiedervene il permesso!...Il sorriso sfumò dal viso del marchese che aggrottandole sopracciglia mormorò: – Ne hai parlato a tua madre?129

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