era grasso, grosso e sano. Dopo pochi giorni, io amavoMaurizio quanto mio figlio e pro<strong>di</strong>gavo a lui ogni cura edattenzione possibile perché ne aveva assai bisogno, mentreal secondo così buono e placido, bastava lo nutrissisoltanto. Del resto la serva mi <strong>di</strong>ceva sempre: "Se Maurizionon vestisse con più lusso <strong>di</strong> Filippino, io, per me liconfonderei!" Passò così un mese. Maurizio cresceva avista d'occhio, ma sempre malaticcio, con una stranatosserellina che la notte mi costringeva a vegliare, e spessoegli piangeva senza che io ne sapessi il perché. Lo <strong>di</strong>ssianzi al me<strong>di</strong>co del quartiere, che esaminato il bimbo, mi<strong>di</strong>sse: "Ma non è nulla! Vedete, è un bimbo prospero, e sepiange significa che è viziato. In quanto alla tosse, comunea quasi tutti i bimbi, gli darete un mezzo cucchiaino <strong>di</strong>questa pozione ogni volta che lo tormenta".– «Mi <strong>di</strong>ede la ricetta, ed io, rassicurata, vedendo chela pozione calmava infatti la tosse, non ne parlai neanchealla serva. Una notte Maurizio si svegliò sul tar<strong>di</strong> e si misea piangere e tossire... Io lo presi fra le braccia, gli <strong>di</strong>e<strong>di</strong> lapozione, la poppa, mi misi a cullarlo, e canticchiarlo, maegli non si calmò... Rimase così quasi un quarto d'ora, madopo si calmò <strong>di</strong> repente, quasi si addormentasse, ma congli occhi e la bocca aperta. Guardandolo fisso mi parevache i suoi piccoli occhi si <strong>di</strong>latassero, prendessero una cupaed immobile trasparenza <strong>di</strong> vetro, che il suo viso <strong>di</strong>ventasselivido, specialmente le labbra orlate <strong>di</strong> bava bianca <strong>di</strong> latte,e che tutto il suo corpicino si allungasse, <strong>di</strong>ventasse freddo,duro...– «Involontariamente tremai e mi <strong>di</strong>e<strong>di</strong>, rattenendo ilmio, ad ascoltare il suo respiro... Ahimè, nella mia cameranon si sentiva che il respiro <strong>di</strong> Filippino che russava nella136
sua culla! Maurizio non respirava punto: un terribiledubbio mi attraversò il pensiero: che fosse morto!...»Ninnia tacque un minuto. Oramai il marchese laascoltava con ansiosa attenzione, cominciando a capirla,sicché mormorò nervosamente: – Seguitate! seguitate!...– «Proseguo. Per più <strong>di</strong> un'ora rimasi immobile,fredda, come aspettando che Maurizio si svegliasse dal suoplumbeo ed ultimo sonno... Lo avevo scosso, baciato,chiamato: egli era rimasto freddo, muto, stecchito: ormaiero convinta della sua morte! Non piansi né gridai: unapaura terribile mi teneva come pietrificata; la paura <strong>di</strong> lei,signor marchese, la paura <strong>di</strong> donna Anna! Che avrebberodetto nel sapere la morte improvvisa del loro figlio? Miavrebbero maledetto, imprecato... forse tradotta inTribunale accusandomi <strong>di</strong> aver assassinato, con la miaimprudenza, con la mia noncuranza, il povero piccino... Mache potevo farci?– «Non lo avevo forse guardato, curato più <strong>di</strong> miofiglio? non lo avevo mostrato al me<strong>di</strong>co ed eseguito i suoior<strong>di</strong>ni?– «Che colpa ci avevo io se, ingannata dall'ignoranza<strong>di</strong> quel me<strong>di</strong>co e dalla mia, non avevo conosciuto lamalattia <strong>di</strong> Maurizio? E tremava in una terribile maniera:ma alla fine mi scossi, deposi il morticino nella sua culla,vicina a quella <strong>di</strong> Filippino, e ritta, pallida, tremante, miappoggiai alla parete, domandandomi ciò che dovevo fare.Oh, mormorai, se potessi dar a Maurizio la vita <strong>di</strong> miofiglio lo farei, anche se dovessi morir <strong>di</strong> dolore!– «Pensando così, guardai mio figlio. Il mio bimbodormiva sempre nella sua vecchia culla, le vesti e lecoperte così povere, mentre Maurizio, fra i pizzi e le137
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accia eburnee e la baciò sulle got
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piccola sconosciuta, dimentico quas
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Marco, non ostante la sua cecità e
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finestra. Nessuno poteva vederla n
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terra e un sorriso indefinito, stra
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suicidio. Ma vide gente: i suoi con
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Quando uscì, alla luce pallida e p
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lagrima?... Perché in quest'ora tr
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tipica delle figlie della borghesia
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tardi, miss.- Ciò non importerebbe
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importa a me tutto ciò?... Che mi
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quel fantasma bello, palpitante d'a
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