– Farai benissimo... per te! – rispose la contessaridendo essa pure.Anche i vecchi signori se ne andarono; e, cosa strana,i giovani che si ritiravano sempre i primi questa voltarimasero gli ultimi; e, cosa stranissima, il visconte <strong>di</strong> H...,quello che aveva domandato <strong>di</strong> Ruggero e <strong>di</strong> <strong>Stella</strong>, e chesempre fuggiva pel primo, <strong>di</strong>cendo <strong>di</strong> non aver tempo,quella sera rimase lunghe ore come inchiodato nel salotto<strong>di</strong> donna Morella, e fu proprio l'ultimo ad andarsene!Donna Morella e la sua lettrice lo seguirono con gliocchi, e quando si trovarono sole si guardarono attorno. Eraquasi tar<strong>di</strong>. Un leggero <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne regnava nel salotto; sottola luce calda dei lumi i fiori mandavano un fortissimoprofumo, le stoffe dei mobili, delle pareti, pareva avessero<strong>di</strong>versi toni, colori <strong>di</strong>versi dai primi, e le alte specchierebrillavano come lastre <strong>di</strong> argento ai raggi del sole: spiravainfine un'aria tiepida, olezzante, un'aria <strong>di</strong> vita, <strong>di</strong> gioia, inquel salotto per lo innanzi così severo, così gelido nella suamelanconica eleganza.Per qualche minuto la contessa rimase immersa indolci pensieri, forse i ricor<strong>di</strong> della sua splen<strong>di</strong>da gioventù,della sua trascorsa felicità; poi pensando che gli ultimibagliori, gli ultimi sorrisi della sua vita, così li chiamavaessa, venivano portati nella sua casa da una fanciulla tantobella, buona e gentile, non ostante il suo grado inferiorenella scala sociale, rivolse su <strong>Stella</strong> uno sguardo <strong>di</strong> amore,<strong>di</strong> riconoscenza mentre sussultava leggermente nella suamolle e tiepida poltrona. Perché vide che <strong>Stella</strong>, dal cuiviso era sparito il sorriso, chino cupamente il capo sulpetto, aveva due grosse lacrime agli angoli degli occhi, lacontessa si levò e, posandole una mano sull'omero,114
esclamò:– Ebbene, carissima, che cosa hai dunque?...<strong>Stella</strong> balzò in pie<strong>di</strong>, palli<strong>di</strong>ssima, ma non rispose.– Ma che hai, che hai dunque? – ripeté donna Morella.– Oh, se sa! – rispose alla fine <strong>Stella</strong>. – Venga con me,venga!E la condusse al suo piccolo salotto <strong>di</strong> lettura, dovel'aveva trovata il domestico che l'aveva pregata <strong>di</strong> condursidalla contessa.Un lume ardeva ancora sul tavolino su cui stavanosparsi molti giornali, uno dei quali aperto. Nel guardarequel giornale <strong>Stella</strong> barcollò e in<strong>di</strong>candolo alla contessa silasciò cadere su una se<strong>di</strong>a nascondendo il viso fra le mani.Donna Morella ripulì <strong>di</strong>ligentemente i suoi occhiali, liinforcò <strong>di</strong> nuovo, e si chinò sul giornale, chiedendosi cosatutto ciò significasse. Il giornale era un piccolo fogliosettimanale <strong>di</strong> Anglona: donna Morella non lo conoscevaancora.Lo scorse con gli occhi e anch'ella, dopo qualcheistante, trasalì vivamente: le era caduto sott'occhio il nome<strong>di</strong> miss Ellen! E lesse:«Nell'ultimo numero scrivevamo che per unamalaugurata <strong>di</strong>sgrazia, essendosele esplosa la rivoltellamentre la scaricava, una signorina inglese che abitavainsieme a un suo fratello, impiegato presso l'ambasciatainglese a Roma, in una villetta in riva all'Agri, era mortasul colpo, ferita al petto. Ora pare invece si tratti non <strong>di</strong> una<strong>di</strong>sgrazia, ma <strong>di</strong> un suici<strong>di</strong>o; un suici<strong>di</strong>o dalle causemisteriosissime.«Miss Ellen Shamurey, giovine, bella, fidanzata a unricco e nobile giovine <strong>di</strong> Roma, il conte <strong>di</strong> F..., trovavasi115
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Marco, non ostante la sua cecità e
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finestra. Nessuno poteva vederla n
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terra e un sorriso indefinito, stra
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crederai! Mi son sognata che Stella
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avvertendo Maurizio di far vegliare
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Filanderi...- Grazie, grazie ancora
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senza volerlo, rapito la prima fida
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Ruggero: vide come realmente stavan
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vostra!- No! Tanto Stella non mi am