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"Stella d'Oriente" di Grazia Deledda - Altervista

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Maurizio per confortarlo:– Possibile sia tanto ingrata? No, sta pur certo, se nonoggi domani <strong>Stella</strong> scriverà. La risposta, caro Maurizio, lafaremo insieme, e la combineremo tanto bene che ottogiorni dopo avremo il piacere <strong>di</strong> riabbracciare <strong>Stella</strong>...– A meno che non sia morta!...– Morta? No, non si muore <strong>di</strong> questi <strong>di</strong>spiaceri; e<strong>Stella</strong> è troppo <strong>di</strong>vota per uccidersi.– Non si muore <strong>di</strong> questi <strong>di</strong>spiaceri? – <strong>di</strong>cevaamaramente fra sé Maurizio. – E allora <strong>di</strong> che cosa simuore? Oh, <strong>Stella</strong> mi <strong>di</strong>ceva sempre: se un giorno mivedessi <strong>di</strong>staccata da te, e perdessi la speranza <strong>di</strong> esser tua,morrei <strong>di</strong> dolore! E non era romantica <strong>Stella</strong>, no, mio Dio...mio Dio!...Un profondo terrore invadeva allora la sua mentefantastica e anche un po' pensava: che <strong>Stella</strong>, credendosisempre sua sorella, cessasse <strong>di</strong> amarlo, ne amasse unaltro...Allora, non più il desiderio <strong>di</strong> ritrovare la fanciulla,ma una smania, un delirio, qualcosa <strong>di</strong> tremendo glimartoriava il cervello, gli faceva desiderare la morte <strong>di</strong><strong>Stella</strong> e la sua: la gelosia! Finché vicino a <strong>Stella</strong>, Maurizionon aveva mai provato quel tormento se non il giorno incui la fanciulla chiesta in isposa aveva preso tempo arispondere, ma dacché era lontana egli provava ognisecondo quella tortura in cuore, uno spillo arroventato chesolo stella avrebbe potuto trargli, che lo consumava, loabbruciava a fuoco lento, gli metteva la febbre nel sangueintanto che accresceva il suo amore.E <strong>di</strong>re che ogni giorno Maurizio trovavasi costretto adare a tutti coloro che gliene chiedevano, le presenti notizie161

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