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"Stella d'Oriente" di Grazia Deledda - Altervista

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<strong>di</strong>ventò ancora più pallido, più freddo, terreo, e un brividolungo, interminabile le contorse le labbra come ad unsorriso. Rinchiuse il ventaglio e stese la mano a Maurizio.Erano arrivati in riva all'Agri.– Grazie della vostra franchezza – <strong>di</strong>sse con vocecupa, cavernosa. – Grazie e... ad<strong>di</strong>o! – E prima cheMaurizio avesse potuto rispondere, ritirò la sua mano e siallontanò rapidamente lungo la riva... Allora il giovinerisalì il sentiero mormorando:– Che dovevo io fare?III.Arrivata davanti alla villetta ove <strong>di</strong>morava, miss Ellentrovò la cameriera che andava a Mambrilla, che nel vederlaesclamò: – Mio Dio, come siete pallida, miss! Voi tremate:vi inseguivano forse?... Perché non vi siete fattaaccompagnare, giacché non mi aspettaste?...La fanciulla sulle prime la guardò fissamente, quasinon la riconoscesse, poi si mise a ridere, ma d'un riso chefaceva male. – Inseguirmi?... Mary, che curiosa che sei!...Ti sembrerò pallida al chiaro <strong>di</strong> luna. Dov'è Eduardo?– È nella sua camera, miss!Ellen si slanciò su per la scala della villa, e pochiminuti dopo, lasciato il suo costume d'amazzone per unabito da casa, bianco-grigio, si rinchiuse nella sua camerada letto. Si guardò a lungo nello specchio: tremava sempre,ma la bianchezza dell'abito smorzava un po' il terreopallore delle sue guancie. Poi aprì uno stipo e trattane unapiccolissima ed elegante rivoltella la esaminò sorridendo85

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