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"Stella d'Oriente" di Grazia Deledda - Altervista

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l'osservavano bene tutti; e il vecchio duca <strong>di</strong> M*** chericordava i fiori bellissimi e costosi con cui una volta lacontessa adornava i suoi salotti, che ora brillavano per laloro assenza – che col fulgore degli occhi <strong>di</strong> donna Morellaprofumavano, <strong>di</strong>ceva così lui, i sensi dei suoi visitatori –mormorava sempre fra i denti: – Oh, la vecchiaia... lavecchiaia!Quasi che lui non avesse sempre la gala della suacamicia e il davanti dell'abito nero cosparsi <strong>di</strong> tabacco!...Un giovedì però – donna Morella riceveva i giovedì –il duca smise <strong>di</strong> mormorare e guardò la contessa per vederese mai fosse tornata giovine: perché il salotto aveva ripresola sua antica fisionomia, fresca, civettuola,inappuntabilmente elegante e aristocratica.Cambiato ogni oggetto <strong>di</strong> posto; scomparso tutto ilpassato <strong>di</strong> moda, i fiori, la luce, avevano ripreso il lorodominio nel salotto.E donna Morella ancora era trasfigurata; i capellid'argento pettinati all'ultima moda precisamente conl'acconciatura per signora attempata dell'Ultima Moda dellacontessa Olga: – gli occhiali lucentissimi, il cordoncinonero <strong>di</strong> seta con piccole nappe, il vestito <strong>di</strong> seta adattissimoper ricevimento: una cosa notevole perché per lo innanzi lacontessa si faceva abbigliare in istranissime maniere.Il duca non riusciva a capire; ma voi lo capite. Tuttiquei cambiamenti erano opera <strong>di</strong> <strong>Stella</strong>.I primi giorni <strong>Stella</strong> aveva visitato Roma, la cittàeterna, e nella sua ammirazione <strong>di</strong> artista, <strong>di</strong> cristiana, perquei monumenti sublimi, fra quelle memorie <strong>di</strong> tempigloriosissimi, fra quei tempi della Mecca cristiana avevapersino <strong>di</strong>menticato i suoi dolori. Poi, definitivamente107

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