Il paese e la popolazioneL’isola d’Ischia è situata davanti a Capo Miseno tra i golfi <strong>di</strong> Napoli eGaeta. Da Napoli vi si arriva in due ore con il piroscafo (la <strong>di</strong>stanza è <strong>di</strong>33,3 km). Su una superficie <strong>di</strong> 46,5 kmq vivono circa 31.500 abitanti.A ragione gli isolani sono molto fieri della loro terra che ritengonopiù bella <strong>di</strong> Capri. <strong>La</strong> prerogativa <strong>di</strong> Ischia è nella varietà del paesaggio.Qui si trovano, abbelliti da giar<strong>di</strong>ni e vigneti, graziosi villaggicome Ischia, Casamicciola, <strong>La</strong>cco Ameno, Forio. Qui c’è movimento <strong>di</strong>forestieri, qui viene gente per le cure termali, qui la vicinanza del mareporta agitazione e tensione nella vita. Più si procede verso l’alto, più cisi trova in luoghi desolati. Vanno <strong>di</strong>radandosi gli aranceti, i limoneti,gli oliveti, e soltanto i vigneti ancora si sviluppano <strong>sul</strong> cono vulcanico,i cui declivi sono interrotti da selvagge gole. Qua e là si trovano un villaggio,una borgata, una casa isolata. Destano meraviglia le abitazioniscavate nella roccia tra Panza e <strong>Serrara</strong>. Sull’ultimo tratto non si trovanovigneti. Soltanto castagneti e salceti qui danno vita alla vegetazione.Ed infine si arriva alla vetta dell’Epomeo (789 m) con il suo bianco efriabile tufo. Da quassù lo sguardo si estende davanti e tutt’intorno inogni <strong>di</strong>rezione: si possono ammirare Ischia, il golfo con le sue isole, ilmare sconfinato, la costa <strong>di</strong> Terracina, la penisola <strong>di</strong> Sorrento: una visione<strong>di</strong> incomparabile bellezza, in<strong>di</strong>menticabile. Il popolo canta:Ngoppe a Sante Nicoleche bbellezze oinè!Eqquanne iesce u soleso’ cose e stravelé (“da stravedere”).Dalla parte meri<strong>di</strong>onale del Monte San Nicola – questo nome gli derivadalla piccola chiesa che si trova quassù e dal convento una voltascavato nella roccia, che oggi è abitato da un frate laico “zì monaco” esua sorella – si scende in una mezzora dalla vetta al villaggio <strong>di</strong> <strong>Fontana</strong>,il più alto dell’isola. Esso, insieme con la vicina <strong>Serrara</strong> e con le frazioni<strong>di</strong> Socchivo, S. Angelo, Ciglio, Calimera (22), forma un Comune<strong>di</strong> circa 2260 abitanti. I serraresi e i fontanesi parlano un <strong><strong>di</strong>aletto</strong> simile.Stupisce il fatto che ciascuno dei due villaggi possiede due chiese e duescuole. <strong>Serrara</strong> presenta nell’insieme un aspetto <strong>di</strong> paese orientale, ha22) Un villaggio <strong>di</strong> questo nome si trova anche in Terra d'Otranto, in prov. <strong>di</strong> Catanzaro(presso Nicotera), sempre in una regione, che in parte sino ad oggi, in parte sino alMe<strong>di</strong>oevo è stata abitata da Greci. Il nome ("Buon giorno") può essere considerato un'espressione che dai Romani e dai Greci era usata come saluto augurale del mattino.12
molte case con copertura leggermente a cupola, invece che piana comesi ha altrove a Ischia. <strong>La</strong> vita dei suoii abitanti è pensabile modesta esenza pretese. Solo dalla viticoltura traggono il loro sostegno. Nellecosiddette “cantine”, tagliate nella roccia, è spremuto al torchio un eccellentevino (un altro metodo è quello <strong>di</strong> spremere l’uva con i pie<strong>di</strong>),che poi mettono in commercio sotto il nome <strong>di</strong> “vino <strong>di</strong> Capri”. Tranneuva e fichi non si ha quassù molto altro; tra le viti pomodori, carciofi,cavoli, pochi cereali tra i salci. Non si può usare l’aratro nei campi perla coltivazione (come pure non c'è l’allevamento bovino). Ciascuno conle proprie mani si fa il piccolo raccolto e lo macina nel mulino manualmente.Alleggerisce il peso del proprio lavoro la necessità <strong>di</strong> procacciarsii viveri mancanti. D’altra parte <strong>Serrara</strong> <strong>Fontana</strong> è <strong>sul</strong>la migliorestrada verso la moderna civiltà. Da due anni c’è la luce elettrica, che ha<strong>di</strong>rettamente soppiantato il lume a petrolio. <strong>Serrara</strong> e <strong>Fontana</strong> hanno illoro proprio ufficio postale e un regolare servizio <strong>di</strong> autobus permetteil collegamento con la stazione delle linee <strong>di</strong> navigazione a vapore inIschia. Per lungo tempo questo villaggio isolano, il più elevato, è rimastoisolato e conservatore nel linguaggio e nei costumi. I vecchi filanoancora, tessono e raccontano nelle serate invernali le loro antiche fiabe,“cunte”; ma i giovani non ne ridono più, si comprano nella Napolimoderna la biancheria e non vogliono più saperne delle favole.Muoversi in città è <strong>di</strong>fficile e qui regna un generale <strong>di</strong>singanno per il<strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> emigrazione <strong>di</strong> Mussolini; negli ultimi anni molti sono partiti,i più per l’America, guadagnando là una piccola somma e poi sonoritornati qui dopo alcuni anni. Quasi tutti hanno fatto ritorno in patria,poiché questi montanari sono legati alla loro terra e con commovente<strong>di</strong>screzione vivono le privazioni che pesano su <strong>di</strong> loro. Tutto l’annoraccolgono l’acqua piovana e ciò appare del tutto naturale, ma non siintendono con gli stranieri, che qui sopra si meravigliano del fatto chenei ricettacoli delle acque piovane, “le piscine”, si mettano le anguilleper la <strong>di</strong>struzione degli insetti nocivi.Forti sono i tratti <strong>di</strong> questo popolo rustico; profilo ossuto, ruvidoe tagliente con gli zigomi sporgenti; bionde molte donne che vengonoconsiderate quasi conta<strong>di</strong>ne tedesche o svizzere, soltanto gli occhisono manifestamente italiani neri. Di begli uomini invero ne ho vistosoltanto pochi a <strong>Serrara</strong> <strong>Fontana</strong>, ma ho trovato cor<strong>di</strong>ali uomini chesi avvicinavano agli stranieri con fiducia e pronti ad offrire aiuto e adassicurare loro ospitalità mai conosciuta altrove.13
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