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Studio sul dialetto di Serrara Fontana - La Rassegna d'Ischia

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si spinsero a Cuma, il più antico stanziamento euboico della terraferma(12). <strong>La</strong> datazione è <strong>di</strong>fficile: neppure i reperti archeologici hannoassicurato una sicura informazione. Oggi in genere si pone come piùantico riferimento per la datazione <strong>di</strong> Cuma l’VIII secolo a. C. (13).Ischia era considerata per la sua posizione come un luogo particolarmentestrategico, e perciò il suo possesso è dovuto apparire sempremolto importante. Così Gerone <strong>di</strong> Siracusa per il suo aiuto contro iTirreni nel 474 a. C. ottenne l’isola dai Napoletani e vi costruì un castello.Certo già intorno al 470 a. C. la sua guarnigione dovette fuggirea causa <strong>di</strong> uno sconvolgimento vulcanico (Strabone V, 247) (14). Dopoi Siracusani occuparono l’isola i Napoletani: questo tuttavia avvenne“mela gialla”, REW 1891); karusé̜ddə “modo <strong>di</strong> sminuzzare il frumento senzagranelli (χείρω “tagliare”, R., Etym. 966); ćərásə “ciliegia” (κεράσιον R., Etym.980); vàsənəkǫĺə “basilico” (βασιλικόν R., Etym. 316); škafaré̜yə “scodella <strong>di</strong>creta” (σκάφη, “trogolo”, “tinozza”, “scodella”, REW 7653); krástulə, “coccio<strong>di</strong> creta” (γάστρα, “vaso panciuto”. R., Etym. 417); múmmələ, “brocca panciuta<strong>di</strong> creta” (βóμβυλος, R. Etym. 347); tyánə, tyé̜nə “padella” (τηγάνiον, “padella”,REW, 8613); mátərə, “ma<strong>di</strong>a” (μάκτρα, R., Etym. 1306); tumbé̜ñə, “fondo dellabotte” (τυμπάνιον, “<strong>di</strong>sco rotondo <strong>di</strong> legno”, REW 9022); pír u lə “tappo dellabotte” “cavicchio” (πεῖρον “tappo”, REW 6366, R. Etym. 1648); trápənə “trapano”,trápənatúrə “arcolaio” (τρύπανον “trapano”, REW 5989); manganyé̜ddə,“filo del verricello” (μάνγανον “verricello”, REW 5297); árdə “filo del verricello”(ἐργάτης “verricello”, R., Etym. 685); vammášə “ovatta” (βαμβάκιον, R.,Etym. 299); puláyə “fascia” (ποδία “orlo” “margine”, REW 6625); škartəddé̜tə“gobbo“ (κάρταλλος “specie <strong>di</strong> vimini“, R., Etym. 920); vulíyə “voglia“ (γουλιά“morso” “sorso” (< It. gula), R., Etym. 457, REW 3910); ćáyndərə “cresta <strong>di</strong>gallo”, ćəndráyddə “puntina da <strong>di</strong>segno” (κέντρον “punta” “spina” “unghia”,R., Etym. 975, REW 1815); tsímbrə “caprone” (χίμαρος “giovane caprone”, R.,Etym. 2440); strúmmələ “trottola” (στρόυμβος, REW 8320.12) Strabone V 247; Livio VIII 22: «I Cumani fanno risalire la loro origine dall’EuboicaCalcide. Con la flotta che li aveva trasportati dalla loro città natale essiesercitarono grande influenza <strong>sul</strong>la costa ove erano giunti, essendo prima sbarcati<strong>sul</strong>le isole <strong>di</strong> Aenaria e Pithecussai, e poi avventuratisi a trasferire la loro base<strong>sul</strong>la terraferma».13) Beloch (Campania, 486, 437) ha un’opinione <strong>di</strong>versa da quella <strong>di</strong> Duhn ( op. cit.)per cui Cuma fu colonizzata dai Greci, prima che i Fenici occupassero la Sicilia.Recentemente Duhn ha mutato la sua posizione ponendo la colonia <strong>di</strong> Cuma nelperiodo tra il IX e il VI secolo (cfr. Duhn – Archeologia italiana, 535-547).14) Di una eruzione più tarda verso il 300 a. C. circa riferisce Timeo (cfr. StraboneV 248), e nell’anno 93 a. C. ne seguì un’altra; <strong>di</strong> essa si seppero molti pro<strong>di</strong>gisecondo quanto si raccontava a Roma.9

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