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Iweite Schutzgebiet befindet sich zwischen den Provinzen ... - home

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La Chiesa Madre, dedicata a Sant'Ambrogio, il<br />

cui culto è chiaro indizio della colonizzazione<br />

con genti del nord Italia, venne eretta nel XVI<br />

secolo, ha un impianto a tre navate. All'interno<br />

conserva una Madonna con bambino attribuita al<br />

Gagini oltre che una statua lignea del<br />

Quattrocchi rappresentante San Michele<br />

arcangelo. Si possono ammirare anche un bel<br />

fonte battesimale cinquecentesco e diverse tele<br />

del XVII e XVIII secolo.<br />

La Chiesa di San Benedetto, detta della Badia<br />

fu edificata durante il XVIII secolo con il vicino<br />

monastero. All'interno dominano gli stucchi<br />

barocchi e sull'altare maggiore una tela<br />

raffigurante la Madonna Assunta del Rapisardi.<br />

Vi sono conservati anche una scultura gaginiana<br />

e una tela che sarebbe attribuita al Velasquez.<br />

Nella Chiesa abaziale viene custodita la<br />

venerata immagine della Madonna della Lavina<br />

una icona risalente al XV secolo che raffigura la<br />

Madonna del latte (Panagia Galatoussa), tipica<br />

immagine mariana di culto ortodosso.<br />

La Chiesa del Carmelo, con impianto<br />

seicentesco, venne costruita su edifici<br />

preesistenti dei quali rimane un portale gotico.<br />

48<br />

All'interno un bel Crocifisso ligneo opera di Fra<br />

Umile di Petralia. Più in basso, bella la Chiesa di<br />

San Sebastiano voluta dai Baroni Rosso durante<br />

il XVII secolo, ha l'esterno torreggiante sulla<br />

vallata e una bella cuspide maiolicata a coprire<br />

il campanile. Interessanti gli apparati scultorei<br />

barocchi realizzati sulla pietra locale.<br />

A poche centinaia di metri dal centro abitato il<br />

Santuario della Madonna della Lavina, luogo di<br />

un sentitissimo culto per una sacra immagine<br />

“ritrovata” tra le rovine di un antico monastero<br />

basiliano travolto da una frana, appunto una<br />

“lavina”. Il pellegrinaggio, che si svolge in<br />

settembre, venne descritto già dal Pitrè nel XIX<br />

secolo e coinvolge non solo i ceramesi ma anche<br />

i fedeli delle altre cittadine di quest'area<br />

nebrodese. Un'altra tradizionale festa<br />

ceramese è dedicata a San Sebastiano, con la<br />

raccolta dei rami d'alloro per la costruzione<br />

delle “bannere” votive e la cavalcata, rito che si<br />

lega ad una antichissima tradizione dei Nebrodi,<br />

probabilmente retaggio delle pratiche cultuali<br />

pagane e dimostrazione di forza da parte degli<br />

uomini.

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