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Iweite Schutzgebiet befindet sich zwischen den Provinzen ... - home

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Leonforte<br />

Da Castrogiovanni a Tâbis (Tavi) per tramontana dieci miglia. Tavi<br />

è bel castello ed elevato fortilizio, con terre da seminare ed acque.<br />

Dal suo territorio nasce il Dittaino, e corre a levante finché si<br />

scarica nel Simeto a poca distanza dal mare. […] Da Tavi, su la<br />

dirittura di tramontana, a San Filib undici miglia.<br />

Edrisi<br />

Fondata nel 1610 con Licentia populandi a Nicolò Placido Branciforti. Il nome si lega al blasone dei<br />

Branciforti, rappresentante un leone che sorregge un vessillo con i moncherini delle zampe<br />

anteriori le cui estremità giacciono per terra. La città crescendo si sviluppò con il prolungamento<br />

verso est dell'abitato antico di Tavi e la creazione di un tessuto urbano regolare su di un asse<br />

mediano, l'odierno corso Umberto, che rappresenterebbe il corpo di un uomo disteso la cui testa è<br />

composta dal palazzo feudale e dal Duomo, il corpo dalla tonda Piazza Margherita ed i piedi dallo<br />

slargo che un tempo si apriva lì dove oggi viene i<strong>den</strong>tificato “u chianu de<br />

pipituna” probabilmente una corruzione dello spagnolo Llano de los pedones.<br />

La forma concorre alla materializzazione di un concetto sociale complesso nel<br />

quale nobiltà feudale e chiesa sono il motore pensante, la notabilità le viscere<br />

metabolizzanti e la forza i popolani.<br />

Il principe, evi<strong>den</strong>temente innamorato dei luoghi, volle Leonforte non solo per<br />

incrementare le entrate e il cespite aristocratico della sua famiglia già di<br />

Leonforte<br />

Branciforti<br />

illustrissimo lignaggio, ma, per crearvi una sorta di corte feudale attorno alla splendida dimora di<br />

Palazzo Branciforti, un vero e proprio maniero costruito su di un bastione che troneggia sulla<br />

vallata del Crisa. È proprio dall'area della antica Tavi che può muovere un itinerario di visita della<br />

città. Qui, infatti, ai piedi della bastionata del palazzo, rimane un quartiere a tessuto medievale,<br />

contorto ed attraversato dalla strada regia Enna Catania che qui incontra le sorgenti del Crisa<br />

Dittaino. Alcune di queste sorgenti vennero utilizzate intanto per creare una quinta scenografica<br />

barocca di eccellenza, la Granfonte, (1652). L'autore sembra essere il palermitano Smeriglio. La<br />

foggia è quella di una larga ed alta quinta muraria, forata da nicchie a arco che guardano verso la<br />

vallata sottostante. L'acqua sgorga da ventiquattro “cannoli” giungendo nella sottostante vasca<br />

abbeveratoio, da questa,<br />

incanalata, scende verso il<br />

retro della fontana,<br />

fuori le mura oltre<br />

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