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Iweite Schutzgebiet befindet sich zwischen den Provinzen ... - home

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della Vittoria, di scuola gaginesca (1571), il<br />

pulpito di Giandomenico Gagini ma anche due<br />

tele di Filippo Randazzo, pittore nicosiano,<br />

rappresentanti la Sacra Famiglia e l'Immacolata<br />

ed una tela del Patania raffigurante il martirio di<br />

San Placido. La grande statua di san Nicolò è<br />

opera del li Volsi con gli apostoli del Filingelli.<br />

Interessante anche la sacrestia con mobili del<br />

XVII secolo e tre magnifiche tele: la Madonna tra<br />

il Battista e Santa Rosalia di Pietro Novelli; San<br />

Bartolomeo di Giuseppe de Ribera detto lo<br />

spagnoletto e il Martirio di San Sebastiano di<br />

Salvator Rosa. Proprio alle spalle della Piazza<br />

Garibaldi, un bel portale gotico aragonese un<br />

tempo facente parte della Chiesa di San<br />

Francesco d'Assisi. Salendo la lunga scalinata<br />

della Via Salomone, dopo aver visto la facciata<br />

dell'omonimo palazzo, si giunge alla Chiesa del<br />

SS. Salvatore, in posizione dominante. La<br />

struttura è esistente almeno dal 1204 e la sua<br />

vetustà si nota anche dal portico romanico, di<br />

notevole valore estetico e storico. Bello il<br />

sistema di meridiane, usate dall'intera città<br />

come riferimento base, e l'ingegnoso sistema del<br />

calendario delle rondinelle, una sorta di registro<br />

pubblico utile a segnare l'arrivo delle rondini<br />

anno per anno. Dalla chiesa si potranno<br />

osservare la Rocca Palta, un’altura con il resto di<br />

una piccola fortezza aragonese, ed un magnifico<br />

panorama sul centro cittadino. Riscen<strong>den</strong>do<br />

verso il centro, dietro la Cattedrale, i palazzi La<br />

Motta di San Silvestro con facciata in bugnato e<br />

bell'atrio interno, e quello vescovile di foggia<br />

barocca. Scen<strong>den</strong>do lungo la via fratelli Testa a<br />

destra Palazzo Camiolo ed a sinistra la Cappella<br />

del SS. Sacramento, poi Palazzo Cirino con la<br />

facciata a tre ordini vitruviani. Sempre sulla via<br />

la Chiesa di San Calogero del XVII con soffitto a<br />

cassettoni in legno dorato. All'interno una<br />

addolorata di Filippo Quattrocchi ed un San<br />

Calogero di Stefano Li Volsi. La chiesa custodisce<br />

opere di a Filippo Randazzo, detto il monocolo di<br />

Nicosia. Sul colle dei Cappuccini, invece, il<br />

complesso conventuale, del quale va visitata la<br />

Chiesa con tele di Nicola Mirabella e Gaspare<br />

Vazzano da Gangi. La chiesa è famosa per<br />

custodire le spoglie mortali di San Felice da<br />

Nicosia, recentemente elevato alla gloria degli<br />

altari.<br />

Il quartiere di Santa Maria. Il percorso si potrà<br />

iniziare da largo Duomo ove sul cantonale di una<br />

casa privata si potranno individuare i resti del<br />

piliere, il punto di confine tra i due quartieri<br />

rivali di Santa Maria e San Nicolò. Il piliere è<br />

contraddistinto da una lapide raffigurante una<br />

mano aperta sormontata da un'edicola.<br />

Proseguendo lungo la Via Francesco Salomone, si<br />

camminerà tra i palazzi ed i resti delle fastose<br />

abitazioni dell’aristocrazia nicosiana. A metà<br />

strada la Chiesa di San Giuseppe con portale del<br />

XVIII secolo e tetto ligneo a cassettoni e capriate.<br />

Più su, dopo aver superato i resti delle mura di<br />

Palazzo san Giaime, si giunge alla Chiesa di San<br />

Vincenzo Ferreri, annessa all'omonimo<br />

convento e costruita nel 1555. Notevole la<br />

facciata con la lunga balconata a grate a petto<br />

d'oca per le suore di clausura ospitate nel<br />

convento. All'interno un magnifico ciclo di<br />

affreschi di Guglielmo Borremans 1672-1744. La<br />

Chiesa di Santa Maria Maggiore con facciata<br />

incompleta e bel portale barocco. L'edificio, a<br />

tre navate, venne realizzato su disegno di<br />

Giuseppe Serafini. Conserva la “Cona” di<br />

Antonello Gagini, del 1511, a ben sei piani. Opere<br />

di Giacomo Campione, una Madonna che<br />

potrebbe essere attribuibile a Francesco Laurana,<br />

la sedia dell'imperatore Carlo V del 1535 e il<br />

cosiddetto Padre della Misericordia, il crocifisso<br />

di Vincenzo Calamaro, venerato dai nicosiani di<br />

Santa Maria in opposizione al Padre della<br />

Provvi<strong>den</strong>za custodito a San Nicolò. Unico resto<br />

della antica chiesa un campanile in piazza<br />

dell'orologio collegato a parti delle fondamenta<br />

normanne. Ancora più in alto si giunge al<br />

quartiere di Santa Nicolella con l'omonima<br />

chiesa bizantina e ai resti del Castello. Qui si<br />

potranno osservare i monconi di due mastii,<br />

separati da un lungo muro merlato, detto il ponte<br />

normanno, posto a chiusura della corte grande e<br />

aperto solo da una porta ad arco acuto con<br />

rimbotto interno.<br />

Infine, si potrà giungere al quartiere<br />

tradizionalmente abitato dai saraceni, e non a<br />

caso dedicato a San Michele Arcangelo. Qui<br />

sorge la chiesa omonima con retro triabsidato di<br />

epoca normanna e facciata settecentesca<br />

affiancata da una torre del XV secolo.<br />

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