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Il grande incendio di Luserna • • • Der große Brand von Lusern Das ...

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153to riscaldamento, altrimenti stufe <strong>di</strong> questo tipo possono essere scaldatecome quelle normali. Raramente si trovano panche intorno alle stufe. Nonsi trovano a <strong><strong>Lusern</strong>a</strong> Stube rivestite con pannelli in legno».<strong>Il</strong> termine “Stube”, ossia la stanza riscaldata a stufa, deriva etimologicamentedall’antico germanico, la cui ra<strong>di</strong>ce è la stessa del termine frisone Stoevo Stoevchen, con cui si definiscono i piccoli scal<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> ottone o <strong>di</strong> terracotta,peraltro <strong>di</strong>ffusi anche a <strong><strong>Lusern</strong>a</strong>. L’origine <strong>di</strong> tali oggetti è romana, quandoper scaldare le case si usavano apparecchiature portatili chiuse, dove si bruciavalegna, una via <strong>di</strong> mezzo tra lo scaldaletto e la stufa metallica.Anche gli scaldaletto a braciere, in rame o ferro, derivavano dai sistemi <strong>di</strong>riscaldamento dell’antica Roma: se erano privi <strong>di</strong> coperchio venivano inseritiin una struttura in legno, la “monega”.Ricor<strong>di</strong>amo, per la cronaca, altri termini <strong>di</strong> origine germanica: il latino“cacabus” (pentola inserita nelle stufe), derivato dall’antico tedesco “Kachel”;e “olle”, vocabolo <strong>di</strong> derivazione longobarda in<strong>di</strong>cante recipienti interracotta, ancora in uso nel <strong>di</strong>aletto trentino col significato mo<strong>di</strong>ficato <strong>di</strong>formelle. Dalla Stube tedesca, nelle derivazioni <strong>di</strong>alettali delle vallate alpine,<strong>di</strong>scende anche il la<strong>di</strong>no “stuva” oppure “stiva”.<strong>Il</strong> modello adottato principalmente nelle regioni dell’arco alpino e nellenazioni dell’Europa centrale fu quello della stufa costruita in muratura oin pietra: essenzialmente era una struttura massiccia, costituita da lastre <strong>di</strong>pietra o da tavelloni in laterizio refrattario, che delimitavano la camera <strong>di</strong>combustione e che andavano a creare il percorso dei fumi cal<strong>di</strong> (il cosiddetto“giro dei fumi”), assorbendone il calore, accumulandolo e poi cedendolo lentamenteal rivestimento esterno (che nel caso della pietra erano altre lastre,talvolta scolpite con decori, e nel caso della muratura erano ancora elementilaterizi intonacati a calce ed eventualmente <strong>di</strong>pinti) e quin<strong>di</strong> all’ambiente.Intorno alla stufa frequentemente veniva posta un’impalcatura in legno,che consentiva la sistemazione <strong>di</strong> una panca, serviva da appoggio per i panniche dovevano asciugare, ma, cosa più importante, durante l’inverno sostenevaun pagliericcio; una specie <strong>di</strong> letto provvisorio per le persone anzianeche volevano dormire al caldo. Quello del letto era un uso comune delle caseconta<strong>di</strong>ne, ma a <strong><strong>Lusern</strong>a</strong> non ve ne è traccia.Quasi tutte le stufe erano caricate <strong>di</strong> combustibile dal locale attiguo aquello che dovevano scaldare; un accorgimento per avere calore pulito, senzafumi e senza sporco. Solo molto tar<strong>di</strong> le stufe <strong>di</strong> muratura iniziarono aessere decorate con la maiolica.La stufa in muratura intonacata, conosciuta come “Kachelofen” e <strong>di</strong>ffusanel mondo <strong>di</strong> influenza tedesca, si caratterizza per la <strong>grande</strong> inerzia termica,

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