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6 settembre 2007 - Provincia di Milano

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Impone a noi una riflessione che non è più la riflessione soltanto dell’accoglienza o<br />

della capacità delle istituzioni <strong>di</strong> accogliere o <strong>di</strong> dare una speranza. Io credo che noi<br />

siamo <strong>di</strong> fronte ad un punto in cui tutto l’occidente non si può sottrarre al fatto che c’è<br />

un’umanità dolente che fugge dalla miseria, dalla fame e dalle guerre, e che cerca nei<br />

Paesi occidentali, nelle società occidentali più avanzate una forma <strong>di</strong> riscatto per sé, <strong>di</strong><br />

sviluppo, <strong>di</strong> miglioramento, <strong>di</strong> progresso per sé e per i propri figli. Non è più un dato<br />

contenibile soltanto dentro gli aspetti e dentro una politica umanitaria o caritatevole,<br />

ma sta <strong>di</strong>ventando un dato strutturale che ha permeato e che ha cambiato la società, e<br />

che impone non solo nella politica e nelle istituzioni elementi <strong>di</strong> cambiamento, ma che<br />

impone che ci sia un salto <strong>di</strong> qualità nella comunità, nella percezione che la comunità<br />

ha <strong>di</strong> questo arrivo, della permanenza e della crescente presenza <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> origine<br />

straniera.<br />

Quin<strong>di</strong> dobbiamo <strong>di</strong>re subito che l’occidente non può sottrarsi, e non può sottrarsi<br />

l’area metropolitana milanese al compito <strong>di</strong> essere nelle con<strong>di</strong>zioni, nelle migliori<br />

con<strong>di</strong>zioni possibili perché questi flussi e questa ricerca <strong>di</strong> speranza e <strong>di</strong> riscatto possa<br />

qui trovare almeno una chance, un’opportunità importante per questa massa <strong>di</strong> persone<br />

che si muovono, si spostano in cerca <strong>di</strong> un futuro migliore per sé e per i propri cari. Ma<br />

deve essere altrettanto chiaro che chi ruba non tanto un bene materiale, ma chi ruba un<br />

bene inalienabile, chi ruba la serenità dei citta<strong>di</strong>ni, sia questo italiano o straniero, sia<br />

questo un appartenente da sempre, un autoctono della comunità milanese o sia un<br />

nuovo venuto nella comunità milanese a rubare la serenità <strong>di</strong> tutti noi, deve sapere che<br />

qui deve trovare un’opera dello Stato decisa, ferma, intransigente rispetto al tema del<br />

contrasto e deve trovare una fermezza e una severità anche che chi sbaglia riceverà una<br />

giusta pena e riceverà, come <strong>di</strong>ce la Costituzione, anche la possibilità <strong>di</strong> una<br />

rieducazione. Ma dove la possibilità <strong>di</strong> una rieducazione e <strong>di</strong> un reinserimento non<br />

passa attraverso l’eliminazione della pena, l’eliminazione del giusto prezzo e del<br />

contrasto ……, la parte della rieducazione e del reinserimento non prevede che ci sia<br />

uno sconto prima ancora, oppure una benevolenza o una forma <strong>di</strong> giustificazionismo<br />

rispetto a quello che avviene, passa attraverso il fatto che dopo aver riconosciuto che<br />

hai sbagliato e dopo che lo Stato ha operato un’opera <strong>di</strong> contrasto e ha comminato la<br />

giusta sanzione, lascia aperta la porta perché pagato il tuo debito tu possa rientrare nel<br />

migliore dei mo<strong>di</strong>, a pieno titolo, nella comunità. Questo è quello che <strong>di</strong>ce la nostra<br />

costituzione. (Interventi fuori microfono). Arrivo, se avete premura io vado alle<br />

conclusioni. Grazie.<br />

Io credo che appunto chi viene qui per fare male agli altri o, peggio ancora, per<br />

sfruttare donne o bambine, deve essere assicurato alla giustizia. Questo deve essere un<br />

impegno che deve accomunare le istituzioni e chiunque abbia responsabilità <strong>di</strong><br />

Governo. Io credo che il tema, <strong>di</strong>co forse una cosa ovvia, il tema della sicurezza nel<br />

contrasto della criminalità <strong>di</strong>ffusa deve uscire, deve smettere <strong>di</strong> essere elemento <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>scussione nell’ambito politico per tornare ad essere, per <strong>di</strong>ventare finalmente uno<br />

degli interventi istituzionali <strong>di</strong> routine. Deve tornare ad essere, e lo ripeto faccio un<br />

esempio se volete che può assumere il ruolo quasi della provocazione, ma un citta<strong>di</strong>no<br />

non ha la preoccupazione che se cambierà <strong>di</strong> colore la propria Amministrazione<br />

Comunale si riceverà ancora la carta d’identità da quell’Amministrazione Comunale,<br />

perché sa che quello è un intervento dovuto, istituzionale, così come è l’impegno delle<br />

istituzioni e degli apparati dello Stato al contrasto della criminalità e al rispetto della<br />

legalità, deve essere salvaguardato dal fatto che è un impegno istituzionale, così come<br />

si fanno le carte d’identità, si opera, si sviluppa e si mantiene vivo un impegno per il<br />

contrasto e per la repressione degli atti criminali e della microcriminalità. Dico che<br />

perciò il <strong>di</strong>ritto alla sicurezza è un <strong>di</strong>ritto sacro ed inviolabile. Lo è alla pari <strong>di</strong> altri<br />

<strong>di</strong>ritti che stanno in capo ad ogni citta<strong>di</strong>no, lo è pari al <strong>di</strong>ritto alla salute, lo è pari al<br />

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