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6 settembre 2007 - Provincia di Milano

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Presidente del Consiglio Ortolina: “E per la più volte evocata sinistra cosiddetta<br />

massimalista, consentitemi ovviamente la battuta, l’amico Guerra.”<br />

Consigliere Guerra: “Grazie Presidente, io non mi sento però massimalista. Le<br />

comunicazioni del Presidente in merito alla delibera del giugno sulla sicurezza erano<br />

dovute e anche l’intervento che ha fatto è stato molto chiaro. Io ho preso qualche<br />

appunto, perché l’analisi che il Presidente ha fatto parte da un concetto che<br />

sostanzialmente <strong>di</strong>ce cambia tutto, cambiano i territori, cambiano le strutture sociali,<br />

cambia il mondo del lavoro, cambia anche la criminalità, quin<strong>di</strong> ci troviamo ad<br />

affrontare il tema della sicurezza in un campo in cui cambia tutto, quin<strong>di</strong> siamo <strong>di</strong><br />

fronte ad una complessificazione del fenomeno della criminalità. Però <strong>di</strong> fronte a<br />

questo fenomeno <strong>di</strong> complessificazione del fenomeno della criminalità, ci troviamo ad<br />

una serie <strong>di</strong> conclusioni che sono molto semplicistiche. Don Milani <strong>di</strong>ceva che non c’è<br />

nulla <strong>di</strong> più ingiusto che <strong>di</strong>videre in parti uguali fra <strong>di</strong>suguali, Don Milani non era un<br />

massimalista, uno della sinistra estrema, un sociologo impegnato nelle analisi dotte <strong>di</strong><br />

dottori, <strong>di</strong> sociologi <strong>di</strong> alto spessore. Don Milani era un prete <strong>di</strong> quartiere, e questa<br />

frase che ho riletto questa estate tra l’altro, mi porta a chiederle e chiedervi: nel campo<br />

dell’illegalità, chi è illegale o chi vive <strong>di</strong> illegalità ci vive coscientemente o a volte è<br />

costretto a vivere in una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> illegalità? Cioè, a volte a tante persone è<br />

concesso il lusso <strong>di</strong> poter scegliere? A volte a tante persone è concesso il lusso <strong>di</strong><br />

alzare la faccia con <strong>di</strong>gnità e <strong>di</strong>re no, io non ci sto? Il fenomeno della criminalità a<br />

<strong>Milano</strong>, poi entrerò in qualche dato, è così semplice? E’ così chiaro? La correlazione<br />

del numero <strong>di</strong> reato rispetto a certe nazionalità spiega <strong>di</strong> fatto il dramma dell’illegalità<br />

delle persone in carne ed ossa che vivono sulla loro pelle quel fenomeno? Ecco, allora<br />

se comincio a pormi queste domande, inizio a ragionare anche con dei punti <strong>di</strong> vista un<br />

po’ più complessificati.<br />

<strong>Milano</strong> è una città che, a leggere la stampa e i giornali, è uno dei più gran<strong>di</strong> centri <strong>di</strong><br />

smaltimento <strong>di</strong> sol<strong>di</strong> sporchi. Su un giornale qualche giorno fa è uscito anche<br />

quell’articolo sull’ortomercato che c’è a <strong>Milano</strong>, gestito dalla ‘ndrangheta, era un<br />

centro <strong>di</strong> spaccio <strong>di</strong> cocaina, c’era anche un night dentro gestito da questi fenomeni. A<br />

<strong>Milano</strong> c’è il più alto tasso <strong>di</strong> caporalato nella Lombar<strong>di</strong>a, a <strong>Milano</strong> c’è il più alto tasso<br />

<strong>di</strong> morti bianche sul lavoro, a <strong>Milano</strong> c’è un altissimo tasso <strong>di</strong> lavoro nero. Un<br />

lavoratore su due nel campo dell’e<strong>di</strong>lizia, cioè il 50% è un lavoratore a nero, e la<br />

maggior parte <strong>di</strong> questo 50% <strong>di</strong> lavoratori che lavorano in nero sono per il 42% degli<br />

immigrati, cioè gente che non può permettersi il lusso <strong>di</strong> scegliere se lavorare nella<br />

legalità o nell’illegalità. E’ gente che subisce, è gente – per <strong>di</strong>rla con il prete Frei Betto<br />

– che non conosce neanche la sfera dei <strong>di</strong>ritti animali. Qualche mese fa un giornalista<br />

<strong>di</strong> Repubblica si è finto lavoratore immigrato e ha fatto la vita del muratore per 7<br />

giorni, ha fatto un articolo bellissimo in cui ha raccontato come ha vissuto in quella<br />

<strong>Provincia</strong>, cioè la nostra. E’ una vita da bestie, da animali, € 7 all’ora in nero, <strong>di</strong> cui 3<br />

doveva darle al caporale. Questa gente che viene su e che vive questa con<strong>di</strong>zione, può<br />

permettersi il lusso <strong>di</strong> scegliere? Può permettersi il lusso <strong>di</strong> alzare la faccia e con<br />

<strong>di</strong>gnità <strong>di</strong>re no, io non ci sto?<br />

Allora, se i fenomeni sono questi e se nella nostra <strong>Provincia</strong> e in questa città c’è un<br />

tasso altissimo <strong>di</strong> caporalato, perché la sinistra non spende la sua battaglia nel campo<br />

della sicurezza sui luoghi <strong>di</strong> lavoro, <strong>di</strong>cendo con <strong>di</strong>gnità che il lavoro è un <strong>di</strong>ritto e<br />

prendendo anche un certo passaggio che il Presidente ha fatto, è il lavoro che garantisce<br />

la <strong>di</strong>gnità e la legalità. Partiamo da lì, perché i dati su quel settore e in quel campo in<br />

questa <strong>Provincia</strong> sono drammatici. La cosa che mi fa più specie è che sul tema della<br />

sicurezza sul lavoro nessuno parla <strong>di</strong> sicurezza e sembra che il dramma <strong>di</strong> questa città,<br />

il dramma sociale che <strong>Milano</strong> vive, sono quei 4 poveri cristi <strong>di</strong> lavavetri che troviamo<br />

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