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6 settembre 2007 - Provincia di Milano

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metropolitana milanese rispetto al tema dell’infanzia e <strong>di</strong> come certe etnie o certi<br />

personaggi trattano e rubano il <strong>di</strong>ritto all’infanzia ai bambini, addestrandoli perché<br />

facciano dei reati in un’età in cui non sono perseguibili per legge e utilizzando<br />

quell’infanzia, quei bambini come unica fonte <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to per la propria famiglia? Qual è<br />

l’atteggiamento che dobbiamo avere rispetto a questo? E’ l’atteggiamento ancora una<br />

volta <strong>di</strong> un giustificazionismo <strong>di</strong> carattere sociologico, o è un atteggiamento più attento,<br />

che deve più scuotere le nostre coscienze? Mi spiego e vado rapidamente al termine. Se<br />

ci fosse nel mio condominio o nel vostro condominio una famiglia che non manda i<br />

bambini a scuola, credo che noi tutti ci mobiliteremmo per capire quali sono le ragioni<br />

per cui quella famiglia non manda a scuola, e se sono ragioni <strong>di</strong> carattere organizzativo<br />

probabilmente si troverebbe la soluzione per garantire che quei bambini vadano a<br />

scuola tutte le mattine, trovino qualcuno che li accompagni. Se invece il problema non<br />

è <strong>di</strong> organizzazione della famiglia, ma c’è un ostacolo, c’è un rifiuto da parte <strong>di</strong> quella<br />

famiglia <strong>di</strong> mandare i bambini a scuola perché devono fare altro, non tarderebbero ad<br />

arrivare i carabinieri perché ognuno <strong>di</strong> noi si attiverebbe per chiamare la forza<br />

dell’or<strong>di</strong>ne per costringere quei genitori a mandare i bambini a scuola. Allora io mi<br />

chiedo come mai fra i rom questo fatto che i bambini non vengano mandati a scuola è,<br />

tra virgolette, dentro la loro comunità così largamente e socialmente accettato? Io non<br />

voglio fare <strong>di</strong> tutta un’erba un fascio, non sono razzista e non considero tutti i rom che<br />

fanno questo, ma un fenomeno così largamente <strong>di</strong>ffuso e accettato dentro le loro<br />

tra<strong>di</strong>zioni e dentro la loro cultura, scuote anche a me la coscienza <strong>di</strong> che fare <strong>di</strong> quei<br />

bambini. Non mi lascia in<strong>di</strong>fferente, e non può lasciare nessuno <strong>di</strong> noi in<strong>di</strong>fferente, e<br />

non può essere la scusa ipocrita <strong>di</strong> un’analisi sociologica d’accatto. Non può essere<br />

questo, perché altrimenti non facciamo del bene, ma <strong>di</strong>venta quasi come voltare la<br />

faccia dall’altra parte, non volersi occupare <strong>di</strong> quel problema oggi, qui e adesso. Non è<br />

possibile che noi accettiamo che questo avvenga in maniera che ci vede inerti e fermi <strong>di</strong><br />

fronte a questo fenomeno. Per questo io sono d’accordo con la proposta del Vice<br />

Presidente Rutelli che si vada a introdurre delle nuove norme in grado <strong>di</strong> togliere la<br />

patria potestà a coloro che rubano il futuro ai bambini, coloro che usano i bambini<br />

come fonte <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to e li destinano ad attività illegali o criminali. Io sono perché ci sia<br />

una rigi<strong>di</strong>tà, un rigore e si superi anche un certo giustificazionismo che sta dentro i<br />

tribunali dei minori, dove una pessima famiglia è sempre pure una famiglia. Io credo<br />

che sarebbe meglio, piuttosto che una pessima famiglia che manda un bambino a fare<br />

l’accattone, una famiglia magari affidataria che si prende cura <strong>di</strong> quel bambino e gli<br />

garantisce un futuro, un’istruzione, un’infanzia serena. Io credo che noi non possiamo<br />

essere continuamente dentro una logica che non guarda ai problemi e che si sottrae alla<br />

responsabilità del mandato popolare assegnato ad ognuno <strong>di</strong> noi a fronteggiare quel<br />

problema.<br />

Il segno della delibera vuole essere un segno <strong>di</strong> <strong>di</strong>re ci siamo, vogliamo collaborare.<br />

Vogliamo collaborare, augurandoci che anche le altre istituzioni aderiscano al fondo<br />

per la solidarietà. Vogliamo incentivare l’opera che è già stata fatta dalla polizia<br />

provinciale, dall’Assessore <strong>di</strong> Grancini rispetto al coor<strong>di</strong>namento con gli altri Comuni,<br />

negli incontri che in queste settimane e in questi mesi l’assessorato ha avuto con i vari<br />

Comuni troviamo una grande rispondenza. Faremo dei progetti territoriali importanti<br />

che consentiranno anche ai Comuni <strong>di</strong> mettere delle loro risorse, in aggiunta alle risorse<br />

che la <strong>Provincia</strong> ha già messo, perché ci sia più Stato sul territorio, perché ci sia più<br />

presenza dello Stato a controllo del territorio e garanzia, e a ripristinare un clima <strong>di</strong><br />

maggiore serenità per tutti.<br />

Il Governo ha fatto la sua parte finora, 130 agenti tra carabinieri e poliziotti sono già<br />

arrivati a <strong>Milano</strong>, 100 sono <strong>di</strong>stribuiti nei Comuni della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Milano</strong>, parlando<br />

con i Sindaci qualche beneficio tangibile e visibile sul territorio sia già riscontrabile. Il<br />

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