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6 settembre 2007 - Provincia di Milano

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ai vari incroci. Il dramma <strong>di</strong> <strong>Milano</strong> è tutto lì, per cui bisogna intervenire pesantemente<br />

su quella piaga, facendo il duro con gli ultimi cristi e magari il debole con i potenti, con<br />

i forti. Cioè, colpiamo pure l’ultimo anello <strong>di</strong> una catena lunghissima, poi vedremo che<br />

questa città sarà molto più sicura. Io penso da modesto Consigliere che ha fatto il<br />

Consigliere comunale, che ha vissuto in un Comune <strong>di</strong> periferia, che ha delle origini<br />

proletarie e quin<strong>di</strong> ha vissuto nei quartieri popolari, che il tema della sicurezza deve<br />

essere affrontato anche con una sorta <strong>di</strong> intelligenza e <strong>di</strong> capacità <strong>di</strong> analisi. E’ vero che<br />

tutto cambia, che le strutture cambiano, ma le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sfruttato e <strong>di</strong> sfruttatore<br />

quelle rimangono sempre. Quelle rimangono sempre! Il camice non è più blu, non ci<br />

sono più le tute blu, ci sono i camici bianchi, ma la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> sfruttato e <strong>di</strong><br />

sfruttatore quella permane, c’è. Allora un argomento serio da porre nel <strong>di</strong>battito<br />

politico sul tema della sicurezza, è proprio quello <strong>di</strong> rompere questo nesso <strong>di</strong><br />

sfruttamento, è quello <strong>di</strong> capire che nel terzo millennio c’è la schiavitù moderna del<br />

mafioso, del padrone che si presenta non più in piazza con la coppola in testa sopra il<br />

ciucio, ma con il cellulare e con il Mercedes, che alle 5 del mattino ti carica in Piazzale<br />

Lotto, ti sceglie e tu puoi vivere.<br />

Allora io provo a fare questa piccola proposta, che non ho trovato purtroppo nella<br />

relazione. Perché la sinistra non pone al centro del proprio <strong>di</strong>battito politico, nel tema<br />

della sicurezza, la lotta per rendere sicuri i cantieri e<strong>di</strong>li? Gli ispettori del lavoro<br />

nell’ultimo Governo Berlusconi non avevano neanche la benzina per andare con le auto<br />

a controllare i cantieri e<strong>di</strong>li. E facciamo questa battaglia almeno in ricordo <strong>di</strong><br />

Quendrem, <strong>di</strong> Almani, a: Andrea, Giorgio, Riccardo, Franco, Marc, Joseph, Shabani,<br />

Franco, Rosolino, Elio, tutte persone morte da gennaio ad aprile in questa <strong>Provincia</strong> e<br />

in questa Regione. La Regione Lombar<strong>di</strong>a ha il tasso più alto <strong>di</strong> morti sul lavoro nel<br />

settore e<strong>di</strong>le, e questo è un dramma. E quando parlo <strong>di</strong> sicurezza, io vorrei poter <strong>di</strong>re<br />

qualcosa lì, io vorrei poter far capire all’opinione pubblica che una città è tanto più<br />

sicura anche quando si batte per il ripristino della <strong>di</strong>gnità umana e l’abolizione della<br />

schiavitù del terzo millennio. Le morti sul lavoro sono una vergogna, non fanno onore<br />

ad un Paese civile e la sinistra in questo si deve spendere, ed è in questo che noi<br />

vorremmo spenderci, è <strong>di</strong> questo che vorremmo parlare quando si parla <strong>di</strong> sicurezza,<br />

colpire il racket, colpire gli sfruttatori, ma quelli forti, quelli potenti, non il lava vetro<br />

all’angolo tra Via Cavour e Corso Monforte. Non mi interessa una battaglia così,<br />

perché le piaghe rimangono e la sinistra non si riconosce più, e la gente non ti capisce<br />

più. Ecco perché penso che sul tema della sicurezza nessuno vuole dare mano libera<br />

agli illegali, a chi delinque o giustificare ogni sorta <strong>di</strong> sopraffazione o <strong>di</strong> sopruso della<br />

legge, ma dobbiamo anche porre i temi forti che rendono sicure le città e il tema forte è<br />

quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>re che dobbiamo anche colpire i centri <strong>di</strong> potere forti e rendere sicure sul<br />

serio le nostre città. Grazie Presidente.”<br />

Nel frattempo è uscito dall’aula l’Assessore Oliverio.<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Grazie. Russomanno, ricordo i 10 minuti.”<br />

Consigliere Russomanno: “Grazie Presidente. Io ringrazio il Presidente Penati per le<br />

parole appena espresse, parole che noi con<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo in toto, parole che ci rendono per<br />

una sola volta con<strong>di</strong>visibile, perché sono parole che noi pratichiamo da tanti anni senza<br />

ascolto. Oggi finalmente ve<strong>di</strong>amo che da un uomo <strong>di</strong> sinistra viene fuori quello che la<br />

gente comune pensa, perché non ci vuole molto Presidente, lei ha ragione, basta<br />

camminare per strada, basta viaggiare negli autobus per sentire le sensazioni che i<br />

citta<strong>di</strong>ni esprimono, le sensazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio, le sensazioni <strong>di</strong> poca fiducia nelle<br />

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