6 settembre 2007 - Provincia di Milano

Carraro, così importante con la sua famiglia in questa città, e mi fa specie del clima
culturale in cui discutiamo, che il 19 Luglio, quando abbiamo chiuso i lavori del
Consiglio prima delle ferie estive, non abbiamo ricordato l'anniversario dell'assassinio
del giudice Borsellino e dell'epoca dei Borsellino, dei Falcone, dei La Torre, dei
Piersanti Mattarella, non è retorica, stiamo attenti che anche lo spirito del tempo, la
cultura e le idee che cerchiamo di tenere insieme non sono secondarie per azzeccare le
soluzioni, altrimenti scadiamo nella propaganda.”
Presiede il Vice Presidente del Consiglio Albetti.
Vice Presidente del Consiglio Albetti: “Grazie. Consigliere Re.”
Consigliere Re: “Grazie, Presidente. Al di là dei contenuti di questo atto che ci viene
comunicato, che è nato un bel po' di tempo fa, credo che ancora l'attenzione che
abbiamo nel dibattito di questi giorni sui temi della sicurezza non sottragga nessuno ad
occuparsene. Ciascuno di noi che ha responsabilità amministrative, come è stato
ricordato ai diversi livelli, oggi è chiamato a pronunciare una parola ma soprattutto a
cercare di mettere in campo una proposta nel piccolo delle sue competenze che
risponda a questo dato importante.
I dati diffusi non li ripeto sono dati importanti, la realtà dell'area metropolitana
milanese, che è una realtà complessa, avanzata, risente per molti versi di questa
difficoltà dal punto di vista della sicurezza, non solo per quello che succede ma anche
per come questo sentimento di sicurezza o insicurezza viene percepito dalla comunità,
quindi il dibattito che richiama il tema dell'indulto e gli effetti che questo
provvedimento ha portato nei nostri territori, il tema dell'immigrazione
extracomunitaria ed alcuni dati ci dicono in che connessione il tema della sicurezza può
essere con questi fenomeni, io credo che anche l'Amministrazione Provinciale ed anche
Presidente Penati abbiano fatto bene ad avanzare delle proposte, ad operare insieme ad
altre istituzioni per iniziative su questo terreno.
Se mi è concesso riflettere un attimo sull'indulto, io ricordo al clima che allora c'era
poco prima che il Parlamento imboccasse questa strada. Già da anni c'era un dibattito
forte che si innestava su dei dati concreti, che il sovraffollamento delle carceri che non
consentiva e non consente ancora oggi condizioni di vita degne per una persona, pur
anche per una persona che ha compiuto degli errori più o meno grandi, un tema che
vedevo una presenza forte nel dibattito anche del mondo cattolico.
Il Sommo Pontefice si era più volte espresso, anche il Pontefice precedente, perché si
accogliesse una proposta sull'indulto e le sensibilità trasversali che tra le forze politiche
c'erano prima ancora che ci fosse questo Governo di Centrosinistra che oggi governa in
Italia.
Credo quindi che questo tema dell'indulto, oggi si critica la scelta fatta, è un tema con
cui qualsiasi governo avrebbe dovuto fare i conti, quindi anche se avesse vinto il
Centrodestra avrebbe dovuto fare i conti con questi problemi.
Il dibattito di oggi porta quindi a considerare questo dato e far avanzare delle proposte
avanzate dai diversi Ministri e da Amato circa l'opportunità di evitare le scarcerazioni
facili. Oggi i mass media diffondevano dei dati su quali erano i delitti molto efferati di
cui si è parlato negli scorsi anni che avrebbero visto i responsabili liberi a seguito
dell'indulto.
Ecco, io penso che vada però ripensato anche lo stesso indulto come strumento in una
società avanzata, moderna e complessa qual è oggi l'Italia. Ricordiamo che questi
provvedimenti storicamente nascevano nei regni in quanto il sovrano aveva magari un
erede, tutta la popolazione era contenta quindi c'era l'indulto per tutti, nascevano in
39