Ambiente_e_Sicurezza..
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PREVENZIONE E PROTEZIONE<br />
OsservatorioCEIArticolo<br />
l le utilities prestano maggiore attenzione<br />
al problema della riduzione<br />
delle perdite nei trasformatori<br />
di quanto non avvenga a<br />
livello industriale. In ogni caso, a<br />
causa dell’alto fattore di carico<br />
dei trasformatori di distribuzione<br />
delle aziende elettrocommerciali,<br />
l’efficienza globale risulta<br />
del tutto simile a quella dei<br />
trasformatori utilizzati a livello<br />
industriale. Inoltre, molto spesso<br />
le utilities mantengono una<br />
certa capacità di riserva per far<br />
fronte ai picchi di carico, magari<br />
in situazioni di emergenza. Per<br />
questi motivi i trasformatori di<br />
distribuzione lavorano spesso in<br />
condizioni di efficienza minore<br />
di quella massima;<br />
l in generale, le macchine di maggiore<br />
potenza hanno perdite, in<br />
termini percentuali, minori.<br />
Questo vale in generale per le<br />
perdite dovute al carico;<br />
l la qualità del parco trasformatori,<br />
in generale, non è attualmente<br />
particolarmente elevata,<br />
a causa della presenza di<br />
molti trasformatori vecchi (la<br />
vita media di un trasformatore<br />
di distribuzione può variare tra i<br />
10 e i 35 anni).<br />
Una statistica interessante mostra,<br />
a conferma di questo, come a livello<br />
europeo il carico medio dei trasformatori<br />
di proprietà delle utilities<br />
sia attorno al 19% della potenza<br />
nominale, mentre per quanto<br />
riguarda i trasformatori in servizio<br />
negli impianti industriali il carico<br />
medio si attesta su un 38% della<br />
potenza nominale installata.<br />
Appare evidente, quindi, come sia<br />
assolutamente necessaria la presenza<br />
di politiche di gestione corretta<br />
dell’efficienza energetica<br />
dei trasformatori.<br />
Non esistono, però, al momento,<br />
normative obbligatorie o altre di-<br />
ILSOLE24ORE 32<br />
sposizioni in materia, anche se<br />
l’importanza di una strategia continentale<br />
comune sui trasformatori<br />
di distribuzione ad alta efficienza<br />
può essere evidenziata attraverso<br />
un solo dato, considerate le perdite<br />
evidenziate è possibile individuare<br />
un’opportunità di riduzione<br />
delle emissioni di CO 2 annuali pari<br />
ad almeno 9 milioni di tonnellate<br />
all’anno.<br />
Un miglioramento dell’efficienza<br />
del parco trasformatori, oltre ai<br />
benefici di carattere ambientale,<br />
porterebbe soprattutto un vantaggio<br />
economico nel medio-lungo periodo<br />
per gli utilizzatori.<br />
Dal punto di vista normativo, grazie<br />
alle novità introdotte dalla<br />
nuova norma CEI EN 50464-1 in merito<br />
alle classi che stabiliscono i limiti<br />
delle perdite, sono stati compiuti<br />
alcuni passi fondamentali<br />
verso una strategia globale di miglioramento<br />
dell’efficienza energica<br />
dei trasformatori e, in particolare,<br />
verso la standardizzazione,<br />
almeno a livello europeo, dei trasformatori<br />
ad alta efficienza.<br />
Chiaramente, vista l’importanza e<br />
le evidenti opportunità di risparmio<br />
energetico e di sostegno ambientale,<br />
è quanto mai necessario<br />
un deciso sostegno della Comunità<br />
europea per finanziare tutte le attività<br />
di sviluppo di questo nuovo<br />
standard.<br />
LE PERDITE<br />
NEI TRASFORMATORI<br />
Le perdite di un trasformatore di<br />
potenza sono di due tipi:<br />
l perdite a vuoto;<br />
l perdite dovute al carico.<br />
Le perdite a vuoto sono dovute<br />
principalmente alle perdite nel circuito<br />
magnetico del trasformatore<br />
e sono proporzionali al quadrato<br />
della tensione.<br />
Questo tipo di perdite dipende<br />
principalmente dalle modalità costruttive<br />
del nucleo magnetico, in<br />
pratica dal tipo di materiale usato,<br />
ovvero dalla sua qualità intrinseca<br />
e dal tipo di montaggio dello stesso,<br />
e dalle condizioni di lavoro, ovvero<br />
dall’induzione, cioè dal livello<br />
di tensione di funzionamento e<br />
dalla frequenza.<br />
Le perdite a vuoto si possono considerare<br />
costanti in quanto:<br />
l sono indipendenti dalle condizioni<br />
di funzionamento, cioè<br />
dalla potenza del carico alla<br />
quale la macchina è sottoposta;<br />
l la tensione è mantenuta, per ragioni<br />
di servizio, costante.<br />
Le perdite dovute al carico sono<br />
dovute principalmente alle perdite<br />
negli avvolgimenti e sono proporzionali<br />
al quadrato della corrente<br />
o, equivalentemente, al quadrato<br />
della potenza apparente del carico.<br />
Si tratta, in sostanza, delle perdite<br />
per effetto Joule, anche se<br />
esistono altre perdite che in prima<br />
approssimazione possono essere<br />
trascurate. Le perdite dovute al<br />
carico dipendono fortemente,<br />
quindi, dalle condizioni di funzionamento<br />
(potenza del carico).<br />
Le perdite totali sono definite, infine,<br />
come la somma delle perdite<br />
a vuoto e a carico.<br />
Negli ultimi anni si sono osservati<br />
sensibili miglioramenti dal punto<br />
di vista della riduzione delle perdite<br />
a vuoto, grazie al miglioramento<br />
della tecnologia costruttiva delle<br />
macchine. Queste perdite, comunque,<br />
costituiscono ancora all’incirca<br />
i due terzi delle perdite totali<br />
dei trasformatori di distribuzione,<br />
anche se nel passato tale percentuale<br />
raggiungeva anche l’80% delle<br />
perdite totali.<br />
Al contrario, negli ultimi cinque<br />
anni è stato osservato un significativo<br />
incremento delle perdite dovute<br />
al carico.<br />
www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com 7luglio2009N.13