Capitolo 17 – Le Vibrazioni Meccaniche
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CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE<br />
conto anche di una caratteristica dissipativa ossia il destarsi, con<br />
il moto, di forze che si oppongono al moto stesso ed il cui effetto è<br />
quello di limitare l'ampiezza del moto oscillatorio del sistema<br />
(smorzatori).<br />
Il più comune è lo smorzatore di tipo viscoso in cui le forze che si<br />
oppongono al moto sono proporzionali alla velocità.<br />
In tal caso la caratteristica dissipativa del sistema viene sintetizzata<br />
in un coefficiente di smorzamento viscoso, (effettivo o equivalente)<br />
che si indica, in genere, con la lettera c [kg s/m ≡ 9.81<br />
Ns/m], e che rappresenta appunto un legame forza/velocità.<br />
Si possono avere, tuttavia, anche smorzatori di tipo particolare<br />
in cui la forza che si oppone al moto dipende dal quadrato<br />
della velocità.<br />
Costituisce una caratteristica dissipativa anche la presenza<br />
dell'attrito asciutto negli accoppiamenti fra i vari membri di una<br />
macchina, come pure l'effetto del verificarsi di cicli di isteresi nel<br />
materiale (smorzamento strutturale).<br />
In ogni caso, insieme agli elementi con caratteristica elastica<br />
ed, eventualmente, a quelli con caratteristica dissipativa, devono<br />
ritrovarsi, nel sistema, anche uno o più elementi massivi (come<br />
per un qualsiasi problema di dinamica).<br />
A tutti questi elementi, masse, molle, smorzatori, si dà genericamente<br />
il nome di parametri del sistema.<br />
I sistemi reali sono, generalmente, molto complessi in<br />
quanto risultano costituiti da membri diversi con caratteristiche dinamiche<br />
per lo più diverse fra loro. Solo la conoscenza di queste<br />
caratteristiche consente di operare quella idealizzazione che prende<br />
il nome di modello matematico.<br />
La scelta di procedere ad una analisi dinamica più approfondita<br />
può anche imporre di tener conto della circostanza che i<br />
membri di un sistema, considerati membri rigidi nell'ambito dell'analisi<br />
cinematica, di fatto sono deformabili; e ciò implicherà il<br />
dover sostituire lo studio di un sistema a parametri concentrati<br />
(o sistema discreto) con lo studio di un sistema a parametri distribuiti<br />
(o sistema continuo). Ne consegue che i gradi di libertà<br />
del sistema non possono più essere quelli previsti dalla cinematica<br />
dei sistemi rigidi: per ogni sistema continuo si dovranno considerare<br />
infinite masse elementari opportunamente vincolate fra loro e<br />
in moto relativo; inoltre, mentre i sistemi discreti sono descritti da<br />
equazioni differenziali ordinarie, i sistemi continui sono descritti,<br />
generalmente, da equazioni differenziali alle derivate parziali.