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TESI Dottorato FAVILLA MARA - Università degli Studi del Molise

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all’ampliamento dei mercati e <strong>del</strong>l’esportazione di prodotti tipici, rendendo<br />

necessario ottenere un prodotto con prolungata conservabilità microbiologica.<br />

1.3 I pani tipici<br />

Nel corso <strong>degli</strong> anni, parallelamente al miglioramento dei sistemi di molitura e alla<br />

selezione genetica <strong>del</strong>le varietà di grano si sono sviluppate, nelle varie zone<br />

geografiche, diverse tipologie di panificazione che hanno determinato l’attuale<br />

variabilità di tipi e forme. In Italia un censimento condotto dall’Istituto Nazionale di<br />

Sociologia Rurale (Picchi, 2000) ha evidenziato la produzione di circa 200 tipi di<br />

pane. I pani con carattere di tipicità coprono solo una parte <strong>del</strong> fatturato annuo (pari<br />

a ca. 5 miliardi di euro) e sono prodotti principalmente nelle regioni meridionali; ad<br />

esempio solo in Puglia e Campania sono prodotti circa 30 tipologie di pani tipici.<br />

Nelle regioni <strong>del</strong> nord Italia il pane è prevalentemente prodotto con farine di grano<br />

tenero, mentre in alcune regioni <strong>del</strong> centro e soprattutto <strong>del</strong> Sud Italia viene<br />

utilizzata la semola rimacinata di grano duro. Negli ultimi anni si è assistito alla<br />

valorizzazione, recupero e in alcuni casi alla certificazione dei pani tipici. Un<br />

esempio è rappresentato dal “pane di Altamura” che ha ottenuto di recente il<br />

marchio DOP. Il pane di Altamura è un pane tradizionale, strettamente legato al<br />

territorio di produzione, che viene prodotto secondo un preciso protocollo e presenta<br />

due elementi di forte tipicità: l’uso di semole rimacinate di grano duro e <strong>del</strong> lievito<br />

naturale.<br />

1.4 Le semole rimacinate di grano duro: aspetti microbiologici<br />

Nel contesto produttivo nazionale e regionale sono commercializzate varietà di grano<br />

duro per la panificazione (es. Appulo, Arcangelo, Duilio, Simeto) che non possono<br />

essere usate indifferentemente per la produzione di pani tipici e che comunque<br />

pongono, in rapporto ad altri grani italiani ed esteri, problematiche specifiche sia in<br />

relazione al loro eventuale grado di contaminazione biologica e sia in relazione al<br />

loro eventuale uso in miscela con semole non nazionali. La tipicità ed il valore<br />

aggiunto <strong>del</strong> pane nasce anche a partire dalla materia prima.<br />

La trasformazione <strong>del</strong> grano duro (Triticum durum) in semole rimacinate<br />

prevede tre fasi principali: la pulitura <strong>del</strong> grano, il condizionamento e la macinazione<br />

vera e propria. La pulitura ha lo scopo di allontanare materiale estraneo di natura<br />

vegetale o minerale. Nella fase <strong>del</strong> condizionamento il grano viene bagnato con una<br />

quantità di acqua sufficiente a facilitare il distacco <strong>del</strong>le parti più esterne dalla<br />

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