07.06.2013 Views

TESI Dottorato FAVILLA MARA - Università degli Studi del Molise

TESI Dottorato FAVILLA MARA - Università degli Studi del Molise

TESI Dottorato FAVILLA MARA - Università degli Studi del Molise

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

un’alterazione <strong>del</strong> pane definita “pane filante” molto diffusa anche se sottovalutata<br />

da un punto di vista economico (Valerio et al., 2008; Cook e Johnson, 2009;<br />

Kirschner e von Holy, 1989; Pepe et al., 2003). Le specie generalmente associate a<br />

questo tipo di alterazione sono B. subtilis e B. licheniformis che originano dal suolo<br />

e contaminano il frumento già prima <strong>del</strong> raccolto (Smith et al., 2004). Oltre a<br />

causare il “pane filante” o “incordatura <strong>del</strong> pane”, B. subtilis se ingerito ad alte<br />

concentrazioni (per esempio 10 8 ufc/g di cibo) può provocare intossicazioni<br />

alimentari i cui sintomi includono vomito, diarrea ed emicrania (Kramer e Gilbert,<br />

1989; Adams e Moss, 1995). Tra le specie di Bacillus, è stata riportata anche la<br />

presenza di B. cereus nelle materie prime (farina, lievito, etc.), una specie altamente<br />

tossigena (Kramer e Gilbert, 1989; Collins et al., 1991; Pepe et al., 2003).<br />

Le farine possono essere contaminate anche da muffe: in genere questi<br />

microrganismi sono presenti con un valore medio di ca. 10 3 ufc/g (Potus e Suchet,<br />

1989; Cicognani et al., 1975; Ottogalli e Galli, 1979). Le muffe possono originare dal<br />

frumento prima <strong>del</strong> raccolto o durante il suo immagazzinamento, dai macchinari<br />

utilizzati per la molitura e/o dagli ambienti di lavorazione dei prodotti da forno<br />

(Christensen e Cohen, 1950; Eyles et al., 1989; Berghofer et al., 2003).<br />

All’interno <strong>del</strong>la microflora batterica presente nelle farine di frumento vi sono<br />

anche alcune specie appartenenti al gruppo dei batteri lattici (LAB). Tra queste sono<br />

state isolate specie di forma bacillare omo-fermentanti – Lactobacillus casei, L.<br />

coryniformis, L. curvatus, L. plantarum e L. salivarius – etero-fermentanti di forma<br />

bacillare – L. brevis e L. fermentum – omofermentanti di forma coccica –<br />

Enetrococcus faecalis, Lactococcus lactis, Pediococcus acidilactici, P. parvulus, e P.<br />

pentosaceus – ed etero-fermentanti di forma coccica – Leuconostoc e Weissella (De<br />

Vuyst e Neysens, 2005).<br />

L’umidità <strong>del</strong>le farine è un parametro che influenza in modo significativo lo<br />

sviluppo dei microrganismi contaminanti e di conseguenza la conservabilità <strong>del</strong>la<br />

derrata (ICMSF 1998). Infatti Aydin et al. (2009) hanno osservato che campioni con<br />

valori medi di umidità <strong>del</strong> 14% mostravano una maggiore carica fungina. Il Codex<br />

Alimentarius Standard (1995) indica un livello massimo di umidità consentito per<br />

farine pari al 15,5%. Sebbene tale valore di umidità sia ritenuto troppo basso per<br />

supportare lo sviluppo microbico e/o la produzione di tossine da parte di<br />

contaminanti fungini (per esempio la crescita di specie micotossigene di Penicillium<br />

spp. e Aspergillus spp. richiede un contenuto minimo di umidità nel substrato <strong>del</strong><br />

12

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!