L'ecfrasis nel Piacere di Gabriele d'Annunzio - E-thesis
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arti figurative è in netto contrasto con la temporalità dell’arte verbale. Mitchell<br />
sostiene comunque che la <strong>di</strong>visione «arte spaziale vs arte temporale» è sbagliata, se<br />
viene usata per sostenere le <strong>di</strong>fferenze fondamentali fra le arti. Le arti sono <strong>di</strong>verse<br />
dalle altre, ma la base per le <strong>di</strong>fferenze non dovrebbe essere la <strong>di</strong>stinzione «spazio vs<br />
tempo». Per Mitchell la questione è ideologica e storica, perché <strong>nel</strong>la lotta spazio-<br />
temporale i termini assumono ruoli ideologici <strong>di</strong>versi in <strong>di</strong>versi momenti storici. È<br />
comune che le eccezioni che violano le leggi <strong>di</strong> Lessing, cioè che la spazialità<br />
imponga la sua presenza <strong>nel</strong>la letteratura oppure la temporalità <strong>nel</strong>la pittura, vengano<br />
riguardate come illusorie o accidentali. La maggioranza dei critici ammette che sia<br />
lecito parlare <strong>di</strong> spazialità proprio <strong>nel</strong> caso dell’ecfrasis, ma <strong>di</strong> solito questo tipo <strong>di</strong><br />
spazio è giu<strong>di</strong>cato illusorio, secondario oppure «soltanto figurativo». Analoghe<br />
strategie <strong>di</strong> rifiuto sono adoperate anche per la temporalità della pittura. In effetti,<br />
l’impulso <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere i confini è fondamentale <strong>nel</strong>la teoria e <strong>nel</strong>la pratica delle arti.<br />
Tuttavia, Mitchell sottolinea che non sarebbe necessario proclamare che non si devono<br />
mescolare i due generi se non fosse possibile mescolarli. 28 Il carattere ideologico<br />
dell’argomento sarà esaminato <strong>nel</strong> capitolo 2.3.4.<br />
Un’altra questione storica che continua nei tempi nostri è la natura del segno.<br />
L’Abbé du Bos fa una <strong>di</strong>stinzione fra signes artificiels e signes naturels già prima <strong>di</strong><br />
Lessing, <strong>nel</strong> 1732. 29 Per Lessing le parole sono «progressivi» e artificiali, mentre le<br />
immagini sono stativi e naturali. 30 L’immagine concepita come un segno naturale ha<br />
una lunga tra<strong>di</strong>zione. 31 Nella critica contemporanea il segno è un punto <strong>di</strong> partenza per<br />
Krieger e Steiner, la quale segnala che <strong>di</strong>fatti i sistemi dei segni sono convenzionali,<br />
ma siamo così abituati ad alcuni mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> rappresentazione che la loro artificialità<br />
<strong>di</strong>venta invisibile, sicché riteniamo qualche sistema più realistico degli altri. 32 Il<br />
concetto nodale <strong>di</strong> Krieger, l’illusione del segno naturale, si realizza proprio quando il<br />
me<strong>di</strong>um rappresentativo sembra sparire. Secondo lui il me<strong>di</strong>um <strong>di</strong>venta trasparente se<br />
il poeta smette <strong>di</strong> essere cosciente del suo mezzo d’espressione, cioè delle parole, e in<br />
conseguenza rimaniamo incantati dall’illusione e la rappresentazione sostituisce<br />
28<br />
Mitchell 1986, 98-104. Secondo lui l’originalità <strong>di</strong> Lessing si manifesta <strong>nel</strong> trattare la questione<br />
spazio-temporale in modo sistematico: riduce le <strong>di</strong>fferenze fra le arti a una <strong>di</strong>fferenza fondamentale.<br />
Ibid., 96.<br />
29<br />
Mikkonen 2005, 103.<br />
30<br />
P. es. Krieger 1992, 46; Mikkonen 2005, 118-120.<br />
31<br />
P. es. Mikkonen 2005, 118.<br />
32<br />
Steiner 1982, 31; sul realismo ve<strong>di</strong> anche Wolf 1990,186-188.<br />
21