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L'ecfrasis nel Piacere di Gabriele d'Annunzio - E-thesis

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noto. Comunque, per esempio la caratteristica massa <strong>di</strong> capelli ha un prototipo <strong>nel</strong>la<br />

cronaca mondana (p. 161, n. 1).<br />

Nell’es. 72 il tenore non è Maria ma un fondo (cfr. es. 34b), quin<strong>di</strong> Maria è dentro<br />

un quadro, rappresentata in un momento <strong>di</strong> stasi. È un oggetto passivo in una realtà<br />

inquadrata, Elena invece è un agente attivo. Il suo movimento costringe lo sguardo a<br />

seguirla, a focalizzarsi sulle opere figurative, come <strong>nel</strong>l’es. 39 e <strong>nel</strong> terzo episo<strong>di</strong>o fra<br />

gli amanti venturi, in cui lo sguardo <strong>di</strong> Andrea segue Elena girare maestosa<br />

«<strong>nel</strong>l’istoriata galleria del Caracci» (p. 76) e «sotto la pittura <strong>di</strong> Perseo e <strong>di</strong> Fineo<br />

impietrato» (p. 77) <strong>nel</strong> palazzo Farnese. È facile vedere Elena come una<br />

«superfemmina» rossettiana (in effetti la descrizione del suo viso sarebbe più adatta a<br />

Lady Lilith che alla Gioconda o Nelly O’Brien) e Maria come la donna sofisticata<br />

preraffaellita. La <strong>di</strong>visione non è del tutto rigida. Elena ha anche il suo aspetto <strong>di</strong>vino,<br />

ed entrambe vengono paragonate a personaggi mitologici (Elena a Dafne, Danae e<br />

Pallade, Maria ad Antinoo e, se vogliamo, Pandora). Nell’elogio delle bocche<br />

femminili i referenti figurativi <strong>di</strong> Elena e Maria sono giustapposti:<br />

73. Due quattrocentisti me<strong>di</strong>tativi, perseguitori infaticabili d’un ideale raro e superno [...], il<br />

Botticelli e il Vinci, compresero e resero per vario modo <strong>nel</strong>l’arte loro tutta l‘indefinibile<br />

seduzione <strong>di</strong> tali bocche. (p. 91)<br />

L’affinità tra le due donne, spesso segnalata 57 , si manifesta soprattutto <strong>nel</strong>la loro voce.<br />

La fusione dei personaggi accade anche me<strong>di</strong>ante la circolazione degli oggetti, come<br />

abbiamo visto (es. 29, 34a/b, 35). Inoltre alcune delle qualità visive sono riciclate, ad<br />

esempio la bianchezza della pelle, ma è una qualità comune (ve<strong>di</strong> il capitolo<br />

seguente). Invece <strong>nel</strong>le SE i loro referenti artistici non si mescolano: Elena non è mai<br />

botticelliana né Maria leonardesca. Il fatto singolare che l’allusione a Rossetti (l’es.<br />

71) emerga a riguardo <strong>di</strong> Maria invece che <strong>di</strong> Elena suggerisce che per D’Annunzio la<br />

<strong>di</strong>fferenza fra Rossetti e Alma-Tadema non era rilevante. È tuttavia lecito <strong>di</strong>re che la<br />

superfemmina sostituisce la dama estetica alla fine, quando Andrea abbracciando<br />

Maria pronuncia il nome <strong>di</strong> Elena, e la preraffaellita fugge.<br />

3.3.2 Altre donne<br />

I personaggi femminili secondari sono sovente specificati me<strong>di</strong>ante una SE,<br />

accompagnata o no da una descrizione. Un esempio <strong>di</strong> segni <strong>di</strong> raffronto variegati è il<br />

segno quasi bellico attraverso cui le donne romane vengono paragonate agli affreschi<br />

<strong>nel</strong>le sale <strong>di</strong> Palazzo Farnese:<br />

57 P. es. Andreoli passim; Senar<strong>di</strong> 1994, 132–133<br />

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