L'ecfrasis nel Piacere di Gabriele d'Annunzio - E-thesis
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3.3.1 Elena e Maria<br />
Sebbene le ecfrasis descrittiva, attributiva o associativa sembrino impossibili in questo<br />
contesto, troviamo un caso particolare, un’ecfrasis in cui si confondono due quadri: il<br />
ritratto <strong>di</strong> Elena, <strong>di</strong>pinto da Sir Frederick Leighton, 47 e una copia del <strong>di</strong>pinto <strong>di</strong><br />
Reynolds:<br />
57. Alla parete pendeva il ritratto <strong>di</strong> Lady Heathfield accanto a una copia della Nelly O’Brien<br />
[corsivo dell’autore] <strong>di</strong> Joshua Reynolds. Ambedue le creature, dal fondo della tela, guardavano<br />
con la stessa intensità penetrante, con lo stesso ardor <strong>di</strong> passione, con la stessa fiamma <strong>di</strong> desiderio<br />
sensuale, con la stessa pro<strong>di</strong>giosa eloquenza; ambedue avevano la bocca ambigua, enigmatica,<br />
sibillina, la bocca delle infaticabili ed inesorabili bevitrici d’anime; e avevano ambedue la fronte<br />
marmorea, immacolata, lucente d’una perpetua purità. (p. 321, ED)<br />
Anche <strong>nel</strong>l’es. 39 la riflessione <strong>di</strong> Elena si confonde con i putti <strong>di</strong> Ciro Ferri e le<br />
ghirlande <strong>di</strong> Mario de’ Fiori. Il passo sopra rimanda alla Peinture anglaise <strong>di</strong><br />
Chesneau (che paragona Nelly alla Gioconda, p. 321, n. 4), attraverso cui D’Annunzio<br />
conosce il ritratto <strong>di</strong> Reynolds. Quin<strong>di</strong> la base è una descrizione letteraria, non una<br />
percezione <strong>di</strong>retta del quadro, e in effetti la descrizione non è tanta adatta al <strong>di</strong>pinto <strong>di</strong><br />
Reynolds (e ancora meno alle donne ritratte da Leighton). Il ricevente <strong>di</strong>fficilmente<br />
trova segni del desiderio sensuale o <strong>di</strong> bocche <strong>di</strong> bevitrici d’anime <strong>nel</strong>la tela (cfr.<br />
appen<strong>di</strong>ce 6). La figura <strong>di</strong> Elena è comunque associata alla corruzione anche in altre<br />
occasioni, per esempio il suo ritratto sta appeso <strong>nel</strong>la biblioteca «arcana» del marito<br />
(cfr. 3.2.2). Naturalmente possiamo leggere l’es. 57 anche come una descrizione <strong>di</strong><br />
Elena. L’ecfrasis che descrive simultaneamente due quadri e un personaggio è un<br />
segno dell’intercambialità delle figure femminili. In modo analogo Maria si confonde<br />
con la Vergine (es. 34b e 72). In effetti <strong>nel</strong>la poesia rinascimentale è comune lodare<br />
sia la bellezza della modella che quella del <strong>di</strong>pinto 48 . Qui l’ecfrasis non è un esempio<br />
<strong>di</strong> prosopopea, ma piuttosto del topos «ritratto che sembra vivo». La figura effigiata<br />
guarda, ma non parla. Un aspetto importante nei ritratti femminili rinascimentali è il<br />
silenzio 49 , e anche il nome Muti suggerisce che Elena non ha voce 50 . Anche sotto (es.<br />
58) la bocca <strong>di</strong> Elena affascina Andrea solo quando tace.<br />
Il dualismo, corruzione vs. purità, visibile già nei ritratti <strong>di</strong> Elena e Nelly, si<br />
manifesta anche <strong>nel</strong>le similitu<strong>di</strong>ni. La sensualità della bocca e degli occhi <strong>di</strong> Elena<br />
47<br />
Leighton (1830-1896) frequentò i preraffaelliti romani (p. 320, n. 3).<br />
48<br />
Rogers 1986, 291.<br />
49<br />
Ibid.<br />
50<br />
Elena Muti è una traduzione dal greco Helena Amyclaea. Amyclea, dove nacquero Elena,<br />
Clitennestra e i Dioscuri, significa la città del silenzio (p. 312, n. 2).<br />
75