L'ecfrasis nel Piacere di Gabriele d'Annunzio - E-thesis
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prospettiva dannunziana non è isolata: egli segue le convenzioni interpretative del suo<br />
ambito culturale. In effetti l’ecfrasis dannunziana cerca <strong>di</strong> denotare che cosa lo<br />
spettatore dovrebbe sperimentare davanti all’effigie, esattamente come <strong>nel</strong>l’ecfrasis<br />
bizantina (cfr. 2.21).<br />
L’ecfrasis rivela l’estetismo dell’epoca, e <strong>nel</strong> <strong>Piacere</strong> in<strong>di</strong>ca che il fin de siècle<br />
non è più una cultura uniforme. La svolta più rivoluzionaria, l’impressionismo, è<br />
completamente assente <strong>nel</strong> romanzo. In effetti, se volessimo formarci un quadro<br />
dell’arte figurativa negli anni Ottanta attraverso gli scritti giornalistici <strong>di</strong> D’Annunzio,<br />
corrente non esisterebbe. Altri mo<strong>di</strong> d’espressione sembrano correlare meglio con la<br />
scrittura e la filosofia dannunziana. In tante occasioni abbiamo visto che <strong>nel</strong> romanzo<br />
d’esor<strong>di</strong>o le forme vengono messe in risalto con il gioco <strong>di</strong> luce e ombra, cioè con la<br />
tecnica del lumeggiamento, non con variazioni cromatiche, come preferiscono gli<br />
impressionisti. Per l’autore i colori hanno un valore simbolico 1 , ma il loro senso non è<br />
mai univoco. Perciò dobbiamo essere prudenti <strong>nel</strong>l’interpretazione quanto <strong>nel</strong> caso<br />
dell’ecfrasis bizantina, perché il significato <strong>di</strong> un colore non è necessariamente lo<br />
stesso per noi che per il pubblico – oppure per l’autore ottocentesco. I brani<br />
analizzati sembrano confermare comunque la concezione <strong>di</strong> Lund che <strong>nel</strong>le<br />
descrizioni si trovano le stesse categorie che nei quadri del periodo, purché accettiamo<br />
che rispecchino solo una sezione possibile.<br />
Qualche volta un <strong>di</strong>pinto presentato in un romanzo è una chiave interpretativa per<br />
l’intero testo 2 , ma <strong>nel</strong> <strong>Piacere</strong> l’abbondanza ecfrastica fa sì che anche se alcune opere<br />
d’arte sono più importanti <strong>di</strong> altre, nessuna si alza sopra tutte le altre in modo assoluto.<br />
Tutte sono tessere che cooperano <strong>nel</strong> mosaico, e appunto come <strong>nel</strong>la tecnica musiva il<br />
quadro complessivo si vede soltanto da lontano. È lecito <strong>di</strong>re che questo «effetto<br />
cumulativo» forma il sistema ecfrastico del romanzo. Le ecfrasis connettono fasi<br />
<strong>di</strong>verse, creano contrasti, come sacro-profano, vita-morte, statico-<strong>di</strong>namico, ed<br />
offrono un’interpretazione alternativa al testo – come anche alle altre immagini,<br />
appunto come in un museo un quadro riceve senso dagli altri, oppure come un colore<br />
ottiene il suo valore solo <strong>nel</strong>l'interazione con altri colori circostanti.<br />
1 Gianni Oliva (1992) indaga la quantità delle occorrenze e il simbolismo dei colori <strong>nel</strong> <strong>Piacere</strong>, pp.<br />
161-171. Luigi Murolo vede <strong>nel</strong>l’uso cromatico l’effetto della teoria dei colori goethiana. Ibid. 102-<br />
108. Una manifestazione potrebbero essere vapori e ombre colorati (es. 1, 5, 13) segnalati ma non<br />
inventati da Goethe.<br />
2 Mikkonen 2005, 233.<br />
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