L'ecfrasis nel Piacere di Gabriele d'Annunzio - E-thesis
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iferisce o a un quadro che il sole illumina, cosicché sarebbe una ED, o a<br />
un’impressione creata dalla luce.<br />
Alcune delle similitu<strong>di</strong>ni ecfrastiche sono incastrate <strong>nel</strong>le ecfrasis descrittive (es.<br />
40, 41, 45). Tutte, tranne l’es. 44 illustrano arazzi o tappezzerie. Nell’es. 40 il<br />
raffronto crea un’associazione con storie pie, <strong>nel</strong>l’es. 41 con la sensualità <strong>di</strong> Rubens.<br />
La formula continua:<br />
43a. Ciascuna banda <strong>di</strong> arazzo recava una figura simbolica. Il Silenzio e il Sonno, due efebi, svelti<br />
e lunghi quali avrebbe potuto <strong>di</strong>segnarli il Primaticcio bolognese, custo<strong>di</strong>vano la porta. (p. 83,<br />
SE/attribuzione)<br />
b. La colazione fu servita in un allegra sala tappezzata d’arazzi della fabbrica barberina<br />
rappresentanti Bambocciate su lo stile <strong>di</strong> Pietro Loar. (p. 295, SE/attribuzione)<br />
L’es. 43a crea lo sfondo per la scena della consumazione dell’amore <strong>nel</strong>la stanza <strong>di</strong><br />
letto <strong>di</strong> Elena (sorvegliato dal crocifisso <strong>di</strong> Guido Reni), mentre <strong>nel</strong>l’es. 43b gli arazzi<br />
decorano una cena allegra dalla principessa Ferentino 32 . Quin<strong>di</strong> le ED e le similitu<strong>di</strong>ni<br />
collaborano a mettere in rilievo l’attività eseguita in qualunque stanza.<br />
Nella sua casa Andrea costruisce un tempio per la voluttà, eppure <strong>nel</strong>lo stesso<br />
tempo prova <strong>di</strong>sgusto quando vede la collezione <strong>di</strong> un altro entusiasta, il marchese <strong>di</strong><br />
Mount Edgcumbe. Lord Heathfield si de<strong>di</strong>ca al culto dell’Eros senza pretese<br />
romantiche. La descrizione della sua «biblioteca arcana», una collezione <strong>di</strong> libri<br />
erotici apre il libro quarto (pp. 319-323), quin<strong>di</strong> segnala la fase della corruzione<br />
morale. La collezione è basata su una lista che Angelo Conti ha procurato a<br />
D’Annunzio, ma l’autore la tratta liberamente (p. 319, n. 1) 33 . Il marchese inizia la<br />
presentazione della sua collezione con un fittizio Les Aphro<strong>di</strong>tes del Nerciat (1734),<br />
successivamente vengono descritti i <strong>di</strong>segni fittizi «del defunto Francis Redgrave»<br />
(altrettanto fittizio, p. 321, n. 1):<br />
44. Era intitolato GERVETII –De Concubitu – libri tres [corsivo dell’autore], ornato <strong>di</strong> vignette<br />
voluttuose. [...] in<strong>di</strong>cando con il <strong>di</strong>to una delle vignette, che rappresentava un congiungimento <strong>di</strong><br />
corpi indescrivibile. (p. 319, EATB/allusione)<br />
45. Erano spaventevoli; parevano il sogno d’un becchino torturato dalla satiriasi; si svolgevano<br />
come una paurosa danza macabra e priapica; rappresentavano cento variazioni d’un sol motivo,<br />
cento episo<strong>di</strong>i d’un solo dramma. E le dramatis personae erano due: un priapo e uno scheletro, un<br />
phallus e un rictus [corsivi dell’autore].[...] Era, infatti, una composizione <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>naria potenza<br />
fantastica: una danza <strong>di</strong> scheletri muliebri, in un ciel notturno, guidata da una Morte flagellatrice.<br />
Su la faccia impu<strong>di</strong>ca della luna correva una nuvola nera, mostruosa, <strong>di</strong>segnata con un vigore e<br />
un’abilità degni della matita d’O-kou-sai [SE/attribuzione]; l’attitu<strong>di</strong>ne della tetra corifea,<br />
l’espression del suo teschio dalle orbite vacue erano improntate d’una vitalità mirabile, d’una<br />
spirante realità non mai raggiunta da alcun altro artefice <strong>nel</strong>la figurazione della Morte; e tutta<br />
quella sicinnide grottesca <strong>di</strong> scheletri slogati in gonne <strong>di</strong>scinte, sotto le minacce della sferza,<br />
32 Bamboccio è il soprannome dell’olandese Peter van Lear p. 295, n. 1.<br />
33 Tamassia Mazzarotto ha identificato volumi e illustratori, cit. <strong>nel</strong>le note pp. 319-21.<br />
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