L'ecfrasis nel Piacere di Gabriele d'Annunzio - E-thesis
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Gli oggetti e le opere d’arte (es. 25-55) sono per lo più fittizi, ma vengono<br />
ancorati alla realtà esterno me<strong>di</strong>ante il raffronto, con le SE. Gli artefatti effettivi non<br />
sono descritti, spesso vengono solo nominati, oppure viene espresso qualche giu<strong>di</strong>zio<br />
sulla loro qualità (alta). Le caratterisctiche <strong>di</strong> base dell’ecfrasis –enargeia,<br />
ammirazione dell’ingegno artistico e reazione soggettiva del fruitore sono presenti<br />
soltanto <strong>nel</strong>le descrizioni degli artefatti fittizi. Nella quantità gli esempi che sono<br />
classificati «oggetti» (inclusi la coperta e la tazza) sono un po’ più numerosi che le<br />
opere d’arte. Comunque la <strong>di</strong>fferenza non è notevole, contribuiscono insieme a creare<br />
uno spazio abbondante, racconti dentro racconti oppure sensi e controsensi.<br />
3.3 I PERSONAGGI<br />
La similitu<strong>di</strong>ne ecfrastica è uno strumento logico per esprimere il nuovo attraverso il<br />
noto. Nel <strong>Piacere</strong> è comune delineare anche le caratteristiche dei personaggi,<br />
specialmente femminili, attraverso SE. Le donne sono oggetto dello sguardo, e il<br />
piacere che producono è analogo a quello dato dall’arte visiva. In effetti, perfino la<br />
gioia che Andrea prova <strong>nel</strong> demi-monde viene definita con una similitu<strong>di</strong>ne,<br />
comunque non ecfrastica <strong>nel</strong> senso che l’oggetto del raffronto è il sentimento prodotto<br />
dai <strong>di</strong>pinti, non le opere stesse:<br />
56. un go<strong>di</strong>mento non pur dell’intelletto ma dei sensi, una gioia simile in parte a quella che<br />
producono certe pitture dei gran<strong>di</strong> maestri coloristi, impastate <strong>di</strong> porpora e <strong>di</strong> latte, bagnate come<br />
<strong>nel</strong>la trasparenza d’un ambra liquida, impregnate d’un oro caldo e inestinguibilmente luminoso<br />
come un sangue immortale. (p. 246)<br />
Una galleria <strong>di</strong> tipi femminili assimilati a un modello d’arte esiste già negli scritti<br />
giornalistici. Le descrizioni sono stereostipite, la variazione si trova soprattutto nei<br />
colori dei capelli e dei vestiti 45 . L’armonia cromatica è una caratteristica rilevante, e il<br />
giovane D’Annunzio rimane specialmente colpito dalla tavolozza <strong>di</strong> Alma-Tadema 46 .<br />
Gli attributi delle donne vengono riciclati anche <strong>nel</strong> romanzo d’esor<strong>di</strong>o, per esempio<br />
la bianchezza è una qualità costante. Inoltre il carattere dei personaggi, sia maschili<br />
che femminili, viene <strong>di</strong> solito specificato me<strong>di</strong>ante le caratteristiche esteriori. Quin<strong>di</strong><br />
<strong>nel</strong> romanzo l’apparenza è una manifestazione dell’interiore. A confronto delle<br />
similitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> oggetti e opere d’arte le formule del raffonto tendono a essere più<br />
complicate (ve<strong>di</strong> tabelle 4-6), e le più espressive sono quelle che riguardano le due<br />
protagoniste femminili. Qualche volta la classificazione <strong>di</strong> un enunciato come una SE<br />
è ambigua.<br />
45 Pieri 2001, 366; cfr. 1.2.3.<br />
46 Ibid., 364.<br />
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