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L'ecfrasis nel Piacere di Gabriele d'Annunzio - E-thesis

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un’effetto <strong>di</strong> vivacità, ed enfatizza la limpidezza dell’atmosfera. Alcune descrizioni<br />

marine variano la tema michettiana senza espliciti referenti figurativi:<br />

15a. Una quiete estatica teneva il mare; le acque avean tal trasparenza che ripetevan con perfetta<br />

esattezza qualunque imagine; l’estrema linea delle acque perdevasi <strong>nel</strong> cielo così che i due<br />

elementi parevano un elemento unico, impalpabile, innaturale. (p. 132)<br />

b.il mare pareva attraversato da riviere <strong>di</strong> latte, da fiumi <strong>di</strong> cristallo, da ruscelli <strong>di</strong> smeraldo, da<br />

mille vene che formano come il mobile intrico d’un laberinto liquido. Un senso <strong>di</strong> letizia nuziale e<br />

<strong>di</strong> grazia religiosa emanava dalla concor<strong>di</strong>a del mare, del cielo e della terra. (pp. 139-140)<br />

c. e restò seduto a guardare le vele sul limite estremo dell’acqua, che brillavano a simiglianza <strong>di</strong><br />

fuochi soverchianti il sole. (p. 170)<br />

È possibile che gli esempi 15a/b/c siano descrizioni <strong>di</strong>rette, ma siccome ripetono<br />

alcune formule presentate negli esempi precedenti sarebbe logico interpretarli come<br />

esempi della EATB/marcatura indeterminata. Invece non sono più ecfrasis latenti,<br />

poichè il prototipo figurativo è molto lontano, ipotetico o impossibile da identificare.<br />

Il modello michettino è comunque plausibile, poiché ad esempio Gianni Oliva segnala<br />

(citando Luigi Capuana) che D’Annunzio avrebbe appreso da Michetti come ritrarre<br />

«una data marina», non «una marina ideale» 19 .<br />

Come abbiamo visto, un altro pittore influente per il <strong>Piacere</strong> è Lawrence Alma-<br />

Tadema (ve<strong>di</strong> anche 3.4.1). Le ecfrasis tademesche si riferiscono allo stile o alla<br />

tematica artistica:<br />

16. Il mare, mentre più cresceva il giorno, balenava fra i tronchi come negli intercolunnii d’un<br />

portico <strong>di</strong> <strong>di</strong>aspro; gli acanti corintii eran come le coronazioni abbattute <strong>di</strong> quelle colonne arboree;<br />

<strong>nel</strong>l’aria, glauca come l’ombra d’un antro lacustre, il sole gittava a quando a quando strali e a<strong>nel</strong>li<br />

e <strong>di</strong>schi d’oro. Certo, Alma Tadema avrebbe ivi imaginata una Saffo dal crin <strong>di</strong> viola, seduta sotto<br />

l’Erma <strong>di</strong> marmo, poetante su la lira <strong>di</strong> sette corde, in mezzo a un coro <strong>di</strong> fanciulle dal crin <strong>di</strong><br />

fiamma pallide e intente a bevere dall’adonio la compiuta armonia <strong>di</strong> ciascuna strofe. (p. 148,<br />

EASC/stile)<br />

17. Il se<strong>di</strong>le era un semicerchio <strong>di</strong> marmo bianco, limitato per tutta la lunghezza da una spalliera,<br />

liscio, lucido, senz’altri ornamenti che una zampa <strong>di</strong> leone scolpita a ciascuna estremità in guisa <strong>di</strong><br />

sostegno; e ricordava quelli antichi, su’ quali <strong>nel</strong>le isole dell’Archipelago e <strong>nel</strong>la Magna Grecia e<br />

in Pompei le donne oziavano e ascoltavano lèggere i poeti, all’ombra degli oleandri, in conspetto<br />

del mare. (p. 183, EATB/marcatura indeterminata-EASC/stile)<br />

Qui il <strong>di</strong>namismo è moderato, c’è un movimento piuttosto all’inizio dell’es. 16 che poi<br />

si ferma. L’esempio 16 non descrive un <strong>di</strong>pinto specifico, benché Alma-Tadema abbia<br />

effigiato anche Saffo, ma l’atmosfera e la tematica tipiche del pittore. Il se<strong>di</strong>le <strong>di</strong><br />

marmo (es. 17) assomiglia a quelli che si trovano nei <strong>di</strong>pinti tademeschi, secondo Pieri<br />

specialmente al se<strong>di</strong>le in Plea<strong>di</strong>ng 20 . Però il se<strong>di</strong>le non è un’invenzione <strong>di</strong> Alma-<br />

19 Oliva, 1992, 45, n. 15.<br />

20 Pieri 2001, 366. I <strong>di</strong>pinti <strong>di</strong> Alma-Tadema sono descritti negli articoli «Esposizione d’arte» 28<br />

gennaio 1883 (pp 103-108) e «Alma Tadema» 1° aprile 1883 (pp. 130-135) apparsi in Fanfulla della<br />

Domenica. D’Annunzio descrive particolarmente I<strong>di</strong>lio della domanda, che Pieri identifica come<br />

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