L'ecfrasis nel Piacere di Gabriele d'Annunzio - E-thesis
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Andrea 66 . Des Esseintes è un fallito, come i protagonisti dannunziani, specialmente<br />
Andrea. Comunque ci sono anche <strong>di</strong>fferenze fra i protagonisti del <strong>Piacere</strong> e À<br />
Rebours. Secondo Pireddu il fallimento <strong>di</strong> Andrea è che non è abbastanza decadente,<br />
che resiste alla transitorietà, e ha paura della mutabilità e dell’incertezza 67 . Piero<br />
Aragno segnala un’altra <strong>di</strong>fferenza: riguarda il rapporto tra l’arte e la donna. Nei<br />
pensieri <strong>di</strong> Des Esseintes la lussuria entra solo <strong>di</strong> fronte ad uno dei quadri <strong>di</strong> Gustave<br />
Moreau: una donna in carne ed ossa sarebbe troppo volgare per lui. La creatura<br />
dell’arte è superiore alla realtà. Invece per Andrea Sperelli niente può sostituire la<br />
carne, come <strong>di</strong>mostra per esempio il <strong>di</strong>sgusto che prova verso la collezione <strong>di</strong><br />
Heathfield 68 . Certo anche la virilità <strong>di</strong> Andrea contrasta con l’impotenza <strong>di</strong> Des<br />
Esseintes. Tuttavia, come abbiamo visto sopra, l’eroe dannunziano ricorre all’arte per<br />
dare una «incipriatura estetica» alle donne desiderate.<br />
Dunque, Andrea è un personaggio, non l’io narrante (cfr. 1.2), e viene descritto<br />
come un personaggio, perfino come un oggetto <strong>di</strong> desiderio. Come Andrea è attratto<br />
dallo sguardo <strong>di</strong> Elena, anche lei è presa dalla sua bocca sensuale e crudele. In effetti,<br />
Andrea è l’unico essere maschile che viene descritto con una formula comune <strong>nel</strong>le<br />
similitu<strong>di</strong>ni che riguardano le donne:<br />
83. quella bocca giovenile ricordava per un singolar somiglianza il ritratto del gentiluomo<br />
incognito ch’è <strong>nel</strong>la Galleria Borghese, la profonda e misteriosa opera d’arte in cui le imaginazioni<br />
affascinate credetter ravvisare la figura del <strong>di</strong>vino Cesare Borgia <strong>di</strong>pinta dal <strong>di</strong>vino Sanzio. (p. 49,<br />
SE/attribuzione)<br />
Benché l’attribuzione del <strong>di</strong>pinto a Raffaello sia incerta (p. 49, n.1), con l’aiuto <strong>di</strong> SE<br />
l’apparenza viene specificata in modo preciso. Il doppio <strong>di</strong>vino non lascia spazio per<br />
dubbi sulle caratteristiche del personaggio.<br />
Le donne sono un «Altro» naturale, ma anche gli uomini sono <strong>di</strong>visi in due<br />
categorie: quelli pari ad Andrea, della nobiltà, e gli «altri», cioè stranieri o membri dei<br />
ceti più bassi, rappresentati sempre in un tono negativo. Come <strong>nel</strong>la poesia<br />
rinascimentale, lo status dell’uomo è la qualità più rilevante. Sovente viene segnalato<br />
solo il nome, o al massimo il grado. Dei pari il più intimo con Andrea è il «caro<br />
amico» Giulio Musèllaro, ma anche <strong>di</strong> lui viene descritta soltanto «la sua nobile<br />
intelligenza» (p. 236). Gli uomini che non sono una minaccia per il virile protagonista,<br />
i mariti <strong>di</strong> Donna Ippolita Albónico e della marchesa d’Ateleta (es. 84, p. 52), sono<br />
66 P. es. Senar<strong>di</strong> 1994, 125-126; Andreoli passim.<br />
67 Pireddu 1997, 184-185.<br />
68 Aragno 1987, 241.<br />
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