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Rapporto Unicredit sulle piccole imprese le piccole imprese e il

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È dall’Europa quindi che deve partire la rif<strong>le</strong>ssione sulla manifattura, riprendendo e aggiornando <strong>le</strong><br />

considerazioni a suo tempo espresse nella prima edizione di questo “<strong>Rapporto</strong> sul Capitalismo dei<br />

Piccoli” 3 ; dopodichè volgeremo lo sguardo all’Italia e, in particolare, ai territori che compongono “<strong>il</strong><br />

c<strong>il</strong>indro” di cui sopra.<br />

Va anzitutto segnalato che, dal punto di vista dei singoli imprenditori, un’analisi dettagliata dei<br />

comportamenti e del<strong>le</strong> <strong>le</strong>ve strategiche a loro disposizione è contenuta nel precedente capitolo<br />

di questo <strong>Rapporto</strong> (cap. 5). Nella presente Sezione diviene pertanto necessario ampliare la<br />

prospettiva secondo una duplice traiettoria: geografica (sottolineando appunto la prospettiva<br />

europea, ambito competitivo per eccel<strong>le</strong>nza dei nostri imprenditori) e settoria<strong>le</strong> (considerando la<br />

manifattura sia nel suo insieme sia nel<strong>le</strong> sue aree di preva<strong>le</strong>nte specializzazione).<br />

La nostra attenzione è centrata <strong>sul<strong>le</strong></strong> performance del<strong>le</strong> economie regionali sui mercati internazionali.<br />

È infatti vero che la crisi di questi anni, col calo del P<strong>il</strong> mondia<strong>le</strong> nel 2009 e <strong>il</strong> tracollo del commercio<br />

internaziona<strong>le</strong> di beni e servizi (commercio che è da sempre <strong>il</strong> motore della crescita), colpisce più<br />

duramente proprio <strong>le</strong> economie regionali e <strong>le</strong> <strong>imprese</strong> più innovative e più aperte verso l’estero. Ma<br />

è altrettanto vero che da più di dieci anni <strong>le</strong> nostre <strong>imprese</strong> si sono abituate a operare in regime di<br />

cambi fissi: l’euro infatti <strong>le</strong> ha spinte a intraprendere profonde ristrutturazioni e crescenti cambiamenti<br />

strategici.<br />

È più che probabi<strong>le</strong> che <strong>il</strong> grande crac abbia colto molte <strong>imprese</strong> in mezzo al guado, creando non<br />

poche difficoltà <strong>le</strong>gate a progetti di investimento già avviati e <strong>il</strong> cui orizzonte tempora<strong>le</strong> di rientro è<br />

stato alterato dall’insorgere della crisi. Ci torneremo a conclusione.<br />

6.1.1 la prospettiva europea: un Breve aGGiornamento<br />

Già nel I° <strong>Rapporto</strong> (2004) annotavamo come alcuni atti ufficiali dell’Unione Europea (UE)<br />

dimostrassero la crescente attenzione del<strong>le</strong> Autorità comunitarie - e della Commissione Europea<br />

di Bruxel<strong>le</strong>s, in primis - verso <strong>le</strong> <strong>picco<strong>le</strong></strong> <strong>imprese</strong>. Oggi vanno menzionati due nuovi fatti di r<strong>il</strong>ievo: (i)<br />

l’adozione, da parte della Commissione Europea nel giugno 2008, dello «Small Business Act» for<br />

Europe (SBA); (ii) l’attivazione, sempre dal 2008, della SME Performance Review (SPR), esercizio<br />

che rappresenta la continuazione del lavoro svolto in precedenza e fino al 2007 dall’Osservatorio<br />

del<strong>le</strong> PMI europee. Esaminiamoli in rapida successione.<br />

Lo SBA europeo si applica al<strong>le</strong> <strong>imprese</strong> indipendenti che abbiano meno di 250 addetti (ossia,<br />

al 99% del tota<strong>le</strong>) 4 , e persegue essenzialmente tre finalità. La prima - citiamo testualmente dalla<br />

Comunicazione della Commissione europea - consiste in:<br />

«una serie di 10 principi per guidare la formulazione e l’attuazione del<strong>le</strong> politiche sia a livello<br />

UE che degli Stati membri. Ta<strong>le</strong> principi (…) sono essenziali per valorizzare <strong>le</strong> iniziative a livello<br />

della UE, creare condizioni di concorrenza paritarie per <strong>le</strong> PMI e migliorare <strong>il</strong> contesto giuridico e<br />

amministrativo nell’intera UE».<br />

La seconda - citiamo ancora la Comunicazione - è:<br />

«una serie di nuove proposte <strong>le</strong>gislative ispirate al principio ‘Pensare anzitutto in piccolo’» 5 .<br />

3 Cfr. F. Mosconi, «La prospettiva europea», in I° <strong>Rapporto</strong> UniCredit Banca sul Capitalismo dei Piccoli, Bologna, dicembre 2004,<br />

pp. 25-46.<br />

4 Come già evidenziato nel<strong>le</strong> precedenti edizioni di questo <strong>Rapporto</strong>, <strong>le</strong> nuove soglie previste dalla definizione comunitaria di PMI, in<br />

vigore dal 1° gennaio 2005, sono <strong>le</strong> seguenti: Micro <strong>imprese</strong> (o <strong>imprese</strong> di ridotta dimensione) meno di 10 addetti; Picco<strong>le</strong> <strong>imprese</strong><br />

da 11 a 50 addetti; Medie <strong>imprese</strong> da 51 a 250 addetti. La definizione comp<strong>le</strong>ta comprende poi del<strong>le</strong> nuove soglie riferite al<br />

fatturato annuo (rispettivamente,

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