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Rapporto Unicredit sulle piccole imprese le piccole imprese e il

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“freddi numeri da foglio excel”. Il rapporto è stato ulteriormente stressato e messo in discussione<br />

dal passaggio da una fase caratterizzata da un’enorme liquidità disponibi<strong>le</strong>, che ha offuscato la<br />

razionalità degli attori deputati a richiedere e concedere credito, ad un periodo di “austerità creditizia”.<br />

L’esito principa<strong>le</strong> di questo repentino cambio di passo nel<strong>le</strong> logiche sottostanti l’accensione di linee<br />

di debito, che ha colto molti di sorpresa e rivelato la vacuità dei rendimenti prospettati, è stato <strong>il</strong><br />

venir meno di una fiducia costruita nel tempo durante la lunga stagione di crescita dei distretti<br />

produttivi di cui <strong>le</strong> banche erano partner strategici.<br />

In questo periodo di transizione dall’esito ancora incerto, dunque, si sono materializzati<br />

simultaneamente tutti i “grandi incubi” dei piccoli imprenditori: lo stallo della domanda, <strong>il</strong> blocco<br />

dei pagamenti, l’incertezza circa la continuità del lavoro e la crisi del modello produttivo a rete<br />

(in cui l’affidab<strong>il</strong>ità del<strong>le</strong> controparti e la fiducia tra soggetti sono gangli vitali). Questi “incubi” si<br />

sono quindi cristallizzati nell’isterismo <strong>le</strong>gato al blocco del credito. La forza propulsiva con cui dal<br />

territorio si sono alzate <strong>le</strong> istanze verso <strong>il</strong> mondo degli intermediari finanziari ha messo in evidenza i<br />

grandi temi lungo cui si articola la fase di ricostruzione del capita<strong>le</strong> fiduciario e relaziona<strong>le</strong>, che sono<br />

fondamentalmente quattro:<br />

1. continuità nell’erogazione del credito al<strong>le</strong> <strong>imprese</strong>;<br />

2. capacità di valutazione dei progetti imprenditoriali e di gestione del<strong>le</strong> situazioni creditizie critiche;<br />

3. capacità di predisporre strumenti di valutazione e rego<strong>le</strong> di giudizio in grado di superare <strong>il</strong> tradeoff<br />

tra standardizzazione del metodo e customizzazione del prodotto;<br />

4. compressione del credito sul breve periodo.<br />

Per quanto concerne la continuità nell’erogazione del credito al<strong>le</strong> <strong>imprese</strong>, i prob<strong>le</strong>mi maggiori<br />

si sono verificati allo scoppio della crisi, allorquando <strong>le</strong> banche hanno dovuto puntellare i loro b<strong>il</strong>anci o<br />

comunque assicurarsi sulla bontà dei crediti erogati in periodo espansivo, chiedendo al<strong>le</strong> <strong>imprese</strong> di<br />

rientrare o di rinegoziare <strong>le</strong> esposizioni creditizie. Paral<strong>le</strong>lamente consci della necessità di dare continuità<br />

alla macchina produttiva attraverso la cinghia creditizia si è cercato di aprire nuovi canali d’erogazione. La<br />

principa<strong>le</strong> iniziativa intrapresa dalla banca per assicurare la necessaria continuità d’approvvigionamento<br />

creditizio al<strong>le</strong> PMI si è sostanziata nel Progetto Impresa Italia, nel qua<strong>le</strong> si mettevano a disposizione del<strong>le</strong><br />

<strong>imprese</strong> 7 m<strong>il</strong>iardi di Euro. Dopo un primo momento di metabolizzazione, <strong>il</strong> progetto è entrato nella sua<br />

fase più viva a partire da apri<strong>le</strong>, con 50-60 m<strong>il</strong>ioni di euro di allocazioni a settimana, seppur la situazione<br />

sul territorio non si presentasse omogenea, soprattutto a seconda degli accordi con i consorzi fidi locali,<br />

partner fondamentali di questo progetto. Dopo <strong>le</strong> prime iniziali difficoltà, quindi, si è riusciti ad attivare<br />

questo potente circuito di appoggio all’economia rea<strong>le</strong> e i nuovi affidamenti comp<strong>le</strong>ssivi fatti dai settori<br />

reta<strong>il</strong> e corporate hanno raggiunto circa i 4 m<strong>il</strong>iardi di Euro, con una percentua<strong>le</strong> di risposte positive al<strong>le</strong><br />

richieste di credito superiore al 70%. L’importanza di quest’istanza circa la continuità nell’erogazione<br />

deriva anche dalla peculiare struttura del capitalismo italiano. Infatti, data la forte dipendenza da capitali<br />

esterni che caratterizza <strong>le</strong> PMI, <strong>il</strong> venir meno del<strong>le</strong> fonti di approvvigionamento di denaro caldo, in un<br />

periodo di ral<strong>le</strong>ntamento dei flussi dei pagamenti dovuti, comporta <strong>il</strong> forte rischio di mettere in difficoltà<br />

quel<strong>le</strong> <strong>imprese</strong> meno strutturate internamente da un punto di vista amministrativo, ma parimenti foriere<br />

di un know how specifico e diffic<strong>il</strong>mente replicabi<strong>le</strong>. Il venir meno di queste realtà può fare emergere<br />

<strong>il</strong> rischio di ritrovarsi sul fare della ripresa economica con una f<strong>il</strong>iera monca, ovvero priva di quel<strong>le</strong><br />

<strong>imprese</strong>, spesso fornitrici di primo o secondo livello, che detengono conoscenze, competenze e know<br />

how chiave per comp<strong>le</strong>tare la catena del valore.<br />

Per quanto attiene alla capacità di valutazione dei progetti imprenditoriali e alla gestione<br />

del<strong>le</strong> situazioni creditizie critiche, molti imprenditori hanno sottolineato come <strong>il</strong> giudizio del<br />

merito creditizio basato sostanzialmente sul cosiddetto “andamenta<strong>le</strong>” abbia perso d’incisività<br />

in una situazione caratterizzata da carenza di liquidità e vischiosità del flusso dei pagamenti. La<br />

puntualità e <strong>il</strong> comportamento storico dell’impresa sono a ragion veduta un e<strong>le</strong>mento fondante del<br />

78 I Riannodare i f<strong>il</strong>i della fiducia: la crisi e <strong>il</strong> capitalismo dei piccoli

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