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Rapporto Unicredit sulle piccole imprese le piccole imprese e il

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Tabella 49 - Prob<strong>le</strong>mi connessi al livello di patrimonializzazione<br />

della Sua azienda (% di rispondenti SI)<br />

La <strong>le</strong>ttura trasversa<strong>le</strong> dei risultati ora esposti impone una rif<strong>le</strong>ssione urgente circa i prob<strong>le</strong>mi <strong>le</strong>gati<br />

alla sottopatrimonializzazione del<strong>le</strong> <strong>picco<strong>le</strong></strong> <strong>imprese</strong>: non solo essa vincola la capacità di cogliere<br />

opportunità competitive in Italia e all’estero, ma addirittura ostacola <strong>il</strong> rapporto tra banca e impresa,<br />

rendendolo più opaco.<br />

Qualsiasi misura che sia in grado di migliorare ta<strong>le</strong> situazione risulta pertanto auspicabi<strong>le</strong>, anche per<br />

rafforzare la competitività del sistema economico nel suo comp<strong>le</strong>sso.<br />

Un possibi<strong>le</strong> cana<strong>le</strong> di rafforzamento patrimonia<strong>le</strong> del<strong>le</strong> <strong>picco<strong>le</strong></strong> <strong>imprese</strong> è <strong>il</strong> ricorso al capita<strong>le</strong> di<br />

rischio.Tuttavia, dagli ultimi dati AIFI (Yearbook 2009) risulta che negli ultimi 10 anni solo <strong>il</strong> 34% del<br />

numero tota<strong>le</strong> di investimenti da parte degli operatori di private equity in Italia si è rivolto al<strong>le</strong> micro<br />

e <strong>picco<strong>le</strong></strong> <strong>imprese</strong>.<br />

Per capire se esiste realmente un prob<strong>le</strong>ma di offerta per <strong>le</strong> micro e <strong>picco<strong>le</strong></strong> <strong>imprese</strong> occorre tener<br />

presente che esse sono tipicamente fam<strong>il</strong>iari e pertanto diffic<strong>il</strong>mente disposte a mutare gli assetti<br />

proprietari a favore di investitori esterni. È necessario inoltre verificare se sussistono effettivamente<br />

<strong>le</strong> condizioni necessarie per la partecipazione al capita<strong>le</strong> di rischio del<strong>le</strong> <strong>picco<strong>le</strong></strong> <strong>imprese</strong>69 .<br />

I risultati dell’indagine presentati di seguito cercano di cogliere da un lato l’interesse da parte del<strong>le</strong><br />

<strong>picco<strong>le</strong></strong> <strong>imprese</strong> nei confronti del capita<strong>le</strong> di rischio (Tabella 50), dall’altro di vagliarne l’effettiva<br />

propensione in termini di caratteristiche e comportamenti imprenditoriali (Tabella 51). In particolare,<br />

è stato proposto agli intervistati una possibi<strong>le</strong> partecipazione al capita<strong>le</strong> di rischio dell’azienda da<br />

parte della banca.<br />

L’interesse alla partecipazione della banca al capita<strong>le</strong> di rischio è molto alta (44% del campione),<br />

con un dato stabi<strong>le</strong> tra <strong>il</strong> 2008 e <strong>il</strong> 2009. Analogamente è abbastanza unanime <strong>il</strong> parere degli<br />

intervistati circa la fase in cui è uti<strong>le</strong> che la banca compia questa operazione, ossia la fase di crescita<br />

dell’attività (46,6%, in aumento di oltre 4 punti percentuali rispetto al 2008). Per quanto riguarda <strong>le</strong><br />

altre risposte, nel 2009 diminuisce l’incidenza della fase di avvio e di quella inizia<strong>le</strong>, mentre aumenta<br />

l’interesse per <strong>il</strong> private equity nel momento della crescita dell’attività d’impresa e in occasione della<br />

riorganizzazione e ristrutturazione.<br />

Sebbene in calo, circa metà dei rispondenti si dichiara in linea di principio disponibi<strong>le</strong> ad avere una<br />

banca qua<strong>le</strong> socio d’affari, salvaguardando <strong>il</strong> potere decisiona<strong>le</strong> dell’imprenditore (46,7% nel 2009<br />

contro <strong>il</strong> 52,4% del 2008). Due <strong>le</strong> principali motivazioni alla base: una maggiore solidità patrimonia<strong>le</strong><br />

(in calo dal 42,6% al 38,1% tra <strong>il</strong> 2008 e <strong>il</strong> 2009) e un miglioramento del<strong>le</strong> prospettive di crescita (in<br />

crescita dal 41,5% al 45,2% tra <strong>il</strong> 2008 e <strong>il</strong> 2009). La gestione d’impresa è d’altronde una questione<br />

crucia<strong>le</strong>: tra coloro che non sono favorevoli alla banca come socio d’affari, la maggioranza rivela<br />

una indisponib<strong>il</strong>ità a rinunciare alla propria autonomia decisiona<strong>le</strong> (in crescita dal 52,8% al 58,8%<br />

dal 2008 al 2009).<br />

230 I Gli attori del territorio e <strong>il</strong> supporto al<strong>le</strong> <strong>picco<strong>le</strong></strong> <strong>imprese</strong><br />

perCeNtua<strong>le</strong> ValIda<br />

Le banche mi applicano del<strong>le</strong> condizioni troppo onerose 64,9<br />

Le banche mi concedono meno credito di quanto me ne serve 49,3<br />

Non posso sfruttare i vantaggi <strong>le</strong>gati alla normativa fisca<strong>le</strong> e/o societaria 45,4<br />

Nota: tota<strong>le</strong> rispondenti 3.608, pari a coloro che reputano insufficiente la propria dotazione patrimonia<strong>le</strong> (1.082) e coloro che reputano di<br />

potere cogliere nuove opportunità con una maggiore solidità patrimonia<strong>le</strong> (2.526)<br />

69 A ta<strong>le</strong> tema è stata dedicato ampio spazio nel capitolo VI dell’edizione 2006 del <strong>Rapporto</strong> UniCredit Banca <strong>sul<strong>le</strong></strong> Picco<strong>le</strong> Imprese.<br />

L’indagine al<strong>le</strong> <strong>picco<strong>le</strong></strong> <strong>imprese</strong> allora avviata è stata riproposta anche nel 2008 e nel 2009; in questa sezione se ne discutono i<br />

principali risultati.

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