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Rapporto Unicredit sulle piccole imprese le piccole imprese e il

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fattore esogeno al<strong>le</strong> scelte operative interne della banca, siffatto schema di giudizio del merito<br />

creditizio è stato percepito dal<strong>le</strong> <strong>imprese</strong> come eccessivamente stringente e vincolante. Nonostante<br />

gli stessi istituti di credito siano soggetti a ratio patrimoniali stab<strong>il</strong>iti ex <strong>le</strong>ge, gli attori territoriali hanno<br />

percepito questi criteri di valutazioni freddi e rigidi come un pretesto dietro cui si celava la volontà<br />

di diminuire gli affidamenti e <strong>le</strong> esposizioni. Non deve pertanto stupire che la richiesta di maggiori<br />

margini di discrezionalità, autonomia e responsab<strong>il</strong>ità ai referenti di territorio sia emersa con forza<br />

durante <strong>le</strong> numerose ricerche effettuate sul campo.<br />

La diffici<strong>le</strong> congiuntura economica ha acuito anche un altro atavico prob<strong>le</strong>ma del<strong>le</strong> <strong>imprese</strong> nostrane,<br />

ovvero la compressione del credito sul breve periodo. Questa tendenza è sicuramente più<br />

forte nel<strong>le</strong> <strong>picco<strong>le</strong></strong> <strong>imprese</strong>, dove <strong>il</strong> capita<strong>le</strong> di debito è stato troppo spesso ut<strong>il</strong>izzato invece del<br />

capita<strong>le</strong> di rischio per ragioni fiscali e culturali, con l’esito fina<strong>le</strong> di portare ad aziende fortemente<br />

sottocapitalizzate. Deficit che pesa sia per la dipendenza verso <strong>le</strong> risorse di terzi, sia per <strong>il</strong> costo<br />

addiziona<strong>le</strong> che questo sistema di reperimento di capitali implica. La banca, quindi, è diventata nel<br />

tempo <strong>il</strong> soggetto deputato a tenere in vita questa realtà, trasformandosi in ultima istanza in “azionista<br />

ombra” di quei territori a forte concentrazione di micro-<strong>imprese</strong>. L’entrata in vigore di Basi<strong>le</strong>a 2 ha<br />

evidenziato alcune criticità nella struttura patrimonia<strong>le</strong> di molte PMI italiane, a cui si è sommato l’effetto<br />

dello svanire dell’età dell’oro, che ha conferito un suono sinistro al<strong>le</strong> paro<strong>le</strong> della diversificazione e<br />

del marketing. Il rapporto relaziona<strong>le</strong> e fiduciario, instauratosi nel corso del tempo a testimoniare la<br />

forte interdipendenza di questi due soggetti economici, è stato quindi al<strong>le</strong>ntato anche da un attività<br />

di consu<strong>le</strong>nza al<strong>le</strong> <strong>imprese</strong> in periodo espansivo che non ha puntato ad affrontare con immediatezza<br />

<strong>il</strong> prob<strong>le</strong>ma di un rapporto sb<strong>il</strong>anciato tra risorse proprie e capita<strong>le</strong> di debito. L’azione congiunta della<br />

banca e dei consorzi fidi, entrambi fortemente impegnati dallo scoppio della crisi a consolidare i debiti<br />

preesistenti spalmandoli sul medio periodo, inizia a dare i primi frutti e può rappresentare un primo<br />

effetto benefico portato dalla recessione, seppur ad un costo notevo<strong>le</strong>.<br />

Come si evince percorrendo <strong>il</strong> territorio, è già possibi<strong>le</strong> cogliere <strong>le</strong> prime tracce degli effetti culturali e<br />

sistemici propagati dalla crisi. L’impatto di questa repentina variazione dell’andamento economico si<br />

è tradotto in un cambio dei comportamenti dei soggetti di mercato e del<strong>le</strong> logiche culturali a questi<br />

sottostanti. Infatti, sia per la volat<strong>il</strong>ità che ancora si registra sui mercati, sia per l’effetto dirompente<br />

e pervasivo di questo shock, sono emersi bruscamente tutti i vizi comportamentali implicitamente<br />

accettab<strong>il</strong>i in periodo espansivo, ma non sostenib<strong>il</strong>i in un’epoca che si apre all’insegna dell’austerità.<br />

Resta, tuttavia, da capire quali degli attori coinvolti abbia capito meglio i propri limiti e sia corso ai<br />

ripari per puntellare una diffici<strong>le</strong> situazione presente e porre <strong>le</strong> basi per <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ancio di domani. Le <strong>imprese</strong><br />

sotto questo punto di vista pare abbiano capito l’amara <strong>le</strong>zione, imparata a loro stesse spese. Non<br />

è un caso che con l’avanzare di questi mesi burrascosi, <strong>le</strong> istanze, in un primo momento tutte<br />

rivolte a soggetti terzi, si siano gradualmente trasformate in autocritica, analisi del<strong>le</strong> scelte prese<br />

e ri-allineamento dei modelli gestionali. Per quanto concerne <strong>le</strong> banche, benché non sia possibi<strong>le</strong><br />

definir<strong>le</strong> sorde rispetto al<strong>le</strong> tante critiche e richieste di cambiamento piovutegli addosso, <strong>il</strong> processo<br />

di riallineamento si prospetta più lungo e diffici<strong>le</strong>. Nell’impossib<strong>il</strong>ità di derogare un<strong>il</strong>ateralmente<br />

ad adempimenti burocratici e amministrativi, che almeno a livello teorico dovrebbero garantire<br />

rego<strong>le</strong> certe ed affidab<strong>il</strong>i di giudizio del<strong>le</strong> controparti e deputate a guidarne <strong>il</strong> comportamento,<br />

stanno cercando di adattare <strong>le</strong> proprie strutture alla nuova situazione di mercato ed al<strong>le</strong> richieste<br />

dei propri clienti. Sicuramente <strong>il</strong> repentino declino del capita<strong>le</strong> fiduciario detenuto dagli istituti di<br />

credito verso i territori di riferimento può e deve essere rinsaldato ricominciando a dare credito<br />

al<strong>le</strong> persone e al<strong>le</strong> <strong>imprese</strong>, inteso anche come capacità di fidarsi del<strong>le</strong> persone e scommettere<br />

su progetti imprenditoriali. Trovare <strong>le</strong> modalità operative per farlo però è compito arduo, ancorchè<br />

imprescindibi<strong>le</strong>. Sino a quando non saranno in grado di capire a chi “somministrare la medicina”,<br />

infatti, pare diffici<strong>le</strong> ipotizzare una ripresa consistente. Con <strong>il</strong> rischio ultimo, paventato da alcuni, che<br />

80 I Riannodare i f<strong>il</strong>i della fiducia: la crisi e <strong>il</strong> capitalismo dei piccoli

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