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Torino è la mia città 2008-2009: Figomania - Ferrarotti, Maurizio

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Posted 26/01/<strong>2009</strong> h 10.40 a.m., CET. Che cosa ho fatto a Capodanno e in generale durante tutto<br />

questo tempo in cui non ho scritto sul blog? Andate sul mio Facebook e lo saprete. Qui si par<strong>la</strong> di<br />

cose serie. Sto ascoltando War Girl dei Pink Fairies, <strong>la</strong>tin soul extraterrestre, Santana su Titano coi<br />

mustacchi e <strong>la</strong> chitarra Yamaha SG 3000S Goldtop. “Donna di guerra, ti mette sottosopra. Donna di<br />

guerra, ti confonde. Io non so perché <strong>è</strong> così, ma l’amo tanto. Donna di guerra, ti tratta malissimo.<br />

Donna di guerra, ti tratta di merda. Io non so perché si comporta così, ma ne sono innamorato cotto.<br />

Donna di guerra, ha molto da mostrarti. Donna di guerra, ha molto da darti. Io non so perché <strong>è</strong> così<br />

stronza, ma l’amo da impazzire.”<br />

Poi succede che vuoi startene a casa per non peggiorare raffreddore e mal di go<strong>la</strong> e quei gaglioffi di<br />

Mediaset Premium non ti propongono altra scelta – tutto il resto <strong>è</strong> déja vu – che un’americanata: Io<br />

vi dichiaro marito e… marito. Il cast <strong>è</strong> di prim’ordine: Adam Sandler, Kevin James, Ving Rhames,<br />

Steve Buscemi, Richard Chamber<strong>la</strong>in, Dan Aykroyd… e Jessica Biel. Attualmente <strong>la</strong> donna più<br />

bel<strong>la</strong> del mondo, secondo il magazine Esquire e legioni di fan allupati. Sarà: <strong>la</strong> conosco poco. Il<br />

film <strong>è</strong> una scoreggia, comicità nordamericana di bassa lega con finale politically correct, ma quando<br />

<strong>la</strong> Biel entra in scena e sorride a tutto tondo, mirabile incrocio di sangue franco-ir<strong>la</strong>ndese-inglesetedesco-choctaw,<br />

<strong>è</strong> come se ti fosse esplosa una supernova in salotto. Il suo fondoschiena, arioso di<br />

esercizio quotidiano e genetica autostima, rasenta <strong>la</strong> perfezione: per di più, malgrado <strong>la</strong> scipitezza<br />

del copione, sembra abbastanza brava a recitare, naturale. Uno schianto di donna, insomma. E allora<br />

andiamo a vio<strong>la</strong>re le leggi sul copyright per l’ennesima volta.<br />

Il 6 gennaio <strong>è</strong> mancato Ron Asheton, chitarrista e bassista degli Stooges. I media generalisti se ne<br />

sono disinteressati, perfino sui loro fottuti Televideo dove per contro sovrabbondano i dettagli sul<strong>la</strong><br />

<strong>la</strong>vanda gastrica cui <strong>è</strong> stata sottoposta Nina Moric dopo che… non fatemi continuare per carità… e<br />

le tette di quel<strong>la</strong> lì e <strong>la</strong> vaginop<strong>la</strong>stica di quel<strong>la</strong> là e i peli del deretano di Mourinho e i pensieri<br />

epistemologici di Kakà. NIENTE. Peraltro neppure i format musicalisti hanno sprecato molto fiato<br />

sul decesso di colui che ha composto alcuni fra i più trascinanti riff del<strong>la</strong> storia del rock. Andassero<br />

tutti quanti a cagare nel<strong>la</strong> carbonel<strong>la</strong>. Please Kill Me <strong>è</strong> il “testo zero” cui trarre spunti per omaggiare<br />

<strong>la</strong> memoria di Ron. Ecco: “Il primo giorno che ero lì a Londra, incontrai David Bowie. Arrivò al<strong>la</strong><br />

casa ubriaco, insieme a due ragazze giamaicane con lo stesso taglio di capelli color carota di Bowie,<br />

e tutti insieme se ne andarono nel<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> da pranzo a bere vino. Io non partecipai in alcun modo.<br />

David si perse un po’ all’interno del<strong>la</strong> casa, così lo accompagnai al<strong>la</strong> porta principale, poi lui mi<br />

afferrò per il culo e mi baciò. Il mio braccio si sollevò all’indietro per stenderlo, poi pensai: wow,<br />

non posso farlo. Così non lo stesi.” R.I.P., Kerosene Man.<br />

I Can’t Quit Ya!<br />

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