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Torino è la mia città 2008-2009: Figomania - Ferrarotti, Maurizio

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Posted 16/09/<strong>2009</strong> h 01.35 p.m., CET. In una notte di pioggerel<strong>la</strong> a Suances, Cantabria, le braccia<br />

conserte istoriate di graffiature da trekking appoggiate al bancone del disco-bar Mambo, tutt’a un<br />

tratto un riso irrefrenabile mi scaturì dai finestroni del naso. Ero piuttosto a pezzi – hecho polvo –<br />

per un’intensa sessione pomeridiana di fotografie e senderismo a Puente Dé, nei leggiadri Picos de<br />

Europa, e, lo ammetto, un tantino bevuto (essendo al terzo, forse quarto cubata di Brugal, <strong>la</strong> <strong>mia</strong><br />

nuova passione alcolica, con bollicine americane), ma il principale motivo scatenante l’i<strong>la</strong>rità era <strong>la</strong><br />

circostanza. Il mio orologio segnava le due antimeridiane e <strong>la</strong> cliente<strong>la</strong> del bar al momento constava<br />

di un trekker italiano misantropo (io), un terzetto di post-fricchettoni castigliani (siamo nel <strong>2009</strong> e<br />

c’<strong>è</strong> ancora chi si concia come ai tempi del Re Nudo, capelli e barba lunghi sandali cannoni al<strong>la</strong> Bob<br />

Marley e tutto il resto, ma sono ugualmente anacronistiche le creste multicolore al<strong>la</strong> Exploited)<br />

nonché un surfista locale sul belloccio tenebroso: tutti pendenti dalle <strong>la</strong>bbra carnose – e dal sorriso<br />

Profiden – di Sonia, splendida ragazza-madre d’origini riop<strong>la</strong>tensi. Tutti e cinque disposti a beber<br />

los vientos por el<strong>la</strong>, come si dice in spagnolo. E lei, <strong>è</strong> ovvio, ci marciava su come una locomotiva<br />

del vecchio e selvaggio West, ma con tale grazia e leggerezza, con quel<strong>la</strong> bocca può dire, e fare,<br />

quel che vuole… La sgnacchera, pardon <strong>la</strong> femme, <strong>è</strong> definitivamente l’anima del commercio<br />

moderno, mi <strong>è</strong> venuto da pensare al tempo di una canzone di Shakira (Whenever e qualche cosa),<br />

scoprendo un oceano d’acqua calda brulicante di paro<strong>la</strong>ncton. “E tu, sì proprio tu, sei il più recidivo,<br />

empa<strong>la</strong>goso beota di questa terra, di nuovo a perdere le bave per una barista! Tale quale questi altri<br />

provoloni qui accanto a te, e in generale tutte le unità testosterone, e magari perfino qualcheduna<br />

estrogeno, di questa stamberga pachanguera sette giorni su sette, tutti insieme bovinamente ad<br />

arricchirne il vil<strong>la</strong>no del gerente, il quale ha piazzato dietro <strong>la</strong> barra questo schianto di femmina<br />

sudamericana giustamente per svuotare le tasche ai pringaos come noi: abbronzata e cosparsa<br />

d’olio e liscia e perfetta com’<strong>è</strong>, più che una donna sembra l’ennesimo posto in cui dare fondo al<strong>la</strong><br />

carta di credito. La tua specialità, nevvero? Morto di gnagna che sei!!!” Da questo il fiotto<br />

d’allegria, che peraltro passò totalmente inosservato – Sonia stava offrendo una ronda de chupitos<br />

de ron agli hippies e il bel surfer, in auge fino a mezz’ora prima e smaccatamente speranzoso di<br />

portarsi a casa e quindi a letto el premio gordo al<strong>la</strong> chiusura del bar, si struggeva di gelosia a un<br />

angolo del banco, perciò chi mai avrebbe rivolto <strong>la</strong> propria attenzione a un tardato scarsocrinito e<br />

arrostito dal sole asturiano piegato sul suo drink a ridacchiare da solo come un vecchio rincoglionito<br />

da pio<strong>la</strong>. E a me, francamente, fregava un cazzo di niente che Sonia o chiunque altro mi cagasse.<br />

Quell’auto-reprimenda e <strong>la</strong> derivante risata era nientemeno che fondamentale; con essa, mi liberavo<br />

delle ultime scorie di stress torinese. Avevo ritrovato me stesso. Almeno fino al<strong>la</strong> prossima crisi.<br />

Le Voci del Dopo (Ferie): “Ma al<strong>la</strong> fine hai beccato?”<br />

<strong>Maurizio</strong>: “No. E allora?”<br />

Comunque Sonia quando t’incrociava per Suances salutava sempre. Le era sufficiente averti visto<br />

una so<strong>la</strong> volta al Mambo, dopodiché non ti avrebbe mai negato un frugale ancorché molto gradito<br />

ho<strong>la</strong>, qué tal, soprattutto se eri il c<strong>la</strong>ssico bevitore che si faceva gli affari propri. Prendere nota e<br />

apprendere una buona volta, donne torinesi.<br />

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