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Torino è la mia città 2008-2009: Figomania - Ferrarotti, Maurizio

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Posted 24/11/<strong>2009</strong> h 10.50 a.m., CET. Benché non sia consigliabile iniziare una frase con una<br />

congiunzione, ma io me ne strafrego poiché scrivo da dio benché ci creda solo io, quindi torno a<br />

ripetere, benché mi sia licenziato da quel<strong>la</strong> fabbrica che fa veicoli industriali esattamente tredici<br />

anni fa, il lunedì mattina continuo a svegliarmi di peste. Il più c<strong>la</strong>ssico dei botta e risposta aziendali<br />

era/<strong>è</strong>: “Come va?” “Da lunedì.” Come dire, dopo un week-end che neanche mi sono potuto godere<br />

appieno per le ragioni più disparate – quel<strong>la</strong> rompicazzo inveterata di <strong>mia</strong> moglie, quel<strong>la</strong> troia del<strong>la</strong><br />

<strong>mia</strong> amante che mi ha mandato in bianco, quei viziatissimi pestiferi ingrati dei miei figli incol<strong>la</strong>ti<br />

al<strong>la</strong> P<strong>la</strong>y tutto il santo sabato e domenica, quegli stronzi disfunzionali dei miei vicini di casa e così<br />

via – eccomi un’altra volta al <strong>la</strong>voro in questa cayenna d’impresa a patire le peggio teste di minchia,<br />

prima fra tutte il mio Capo. Oggi <strong>è</strong> lunedì 23 novembre <strong>2009</strong> e a me, Autore di questo farraginoso<br />

blog, va da lunedì: cio<strong>è</strong>, mi sento più o meno come una pagnotta inzuppata d’acqua spiaccicatasi su<br />

un marciapiede di periferia fra cicche di sigaretta, sputi e deiezioni canine. E dire che non ho (non<br />

ho più) calvari automobilistici da affrontare né badge da passare in pedanti lettori elettronici né<br />

entità premenopausiche in carriera con l’alito pesante cui dover dar retta né niente; oltre a ciò, il<br />

mio weekend <strong>è</strong> passato all’insegna del ri<strong>la</strong>ssamento più totale, tra masterizzazioni di artisti soul,<br />

allenamenti a pelota basca e divano del soggiorno a stuffo: e per quanto concerne <strong>la</strong> <strong>mia</strong> sfera sociosentimentale,<br />

yummy…il principio di indeterminazione di Heisenberg ci ha messo di nuovo lo<br />

zampino.<br />

Nel 1926 il fisico tedesco Werner Heisenberg dimostrò che non si può mai essere certi sia del<strong>la</strong><br />

posizione sia del<strong>la</strong> velocità di una particel<strong>la</strong> subatomica. Quindi non si possono certamente predire<br />

con esattezza gli eventi a venire se non si può misurare con precisione neppure lo stato presente di<br />

quest’infinita zuppa di particelle e atomi che noi chia<strong>mia</strong>mo Universo! Ammenoché non si creda<br />

alle super-intelligenze di Tralfamadore – protagoniste del<strong>la</strong> divertente nonché sulfurea novel<strong>la</strong> di<br />

Kurt Vonnegut Le sirene di Titano, Esse hanno scritto <strong>la</strong> storia dell’Uomo nei minuti dettagli, come<br />

una sorta di gigantesco romanzo, comprendendovi anche il suddetto principio d’indeterminazione.<br />

Tra le tante delizie Le sirene di Titano ci rega<strong>la</strong> <strong>la</strong> più spassosa singo<strong>la</strong>rità spazio-temporale che<br />

fantascienza ricordi: l’infundibulo cronosinc<strong>la</strong>stico. «Crono significa tempo. Sinc<strong>la</strong>stico significa<br />

incurvato nello stesso modo verso tutte le direzioni, come <strong>la</strong> buccia di un’arancia. Infundibulum <strong>è</strong> il<br />

nome con il quale gli antichi romani come Giulio Cesare e Nerone chiamavano un imbuto. Se non<br />

sai che cosa <strong>è</strong> un imbuto, di’ al<strong>la</strong> Mamma di mostrartene uno.» Mio nipote a due anni e mezzo lo<br />

chiamava il buto.<br />

Se già tutto nel mondo <strong>è</strong> indeterminato ancorché collegato, figuratevi le re<strong>la</strong>zioni uomo-donna. Per<br />

quanto riguarda me e qualche milione di maschi sparsi sul pianeta, sembra proprio che le donne<br />

compaiano nel<strong>la</strong> <strong>mia</strong> esistenza quando meno le aspetti e le cerchi – indeterminazione determinata!<br />

All’inizio del corrente mese stavo ancora cronosinc<strong>la</strong>sticoinfabu<strong>la</strong>to nel<strong>la</strong> storia-non storia tra me e<br />

<strong>la</strong> Personcina, quand’ecco che dal mare magnum faccialibrario emerge una donna che non vedevo<br />

né sentivo da diversi anni, con cui ero uscito qualche volta a metà anni Novanta senza sviluppi<br />

eroticamente significativi – nel frattempo lei <strong>è</strong> andata a vivere in un’altra <strong>città</strong>. E <strong>la</strong> fatidica scintil<strong>la</strong><br />

<strong>è</strong> scoccata sulle onde del web, seppure a scoppio ridicolmente ritardato. Al principio del<strong>la</strong> prossima<br />

settimana tornerà a <strong>Torino</strong>, una sera usciremo a cena e succeda quel che succeda.<br />

Comunque Faccialibro mi ha rega<strong>la</strong>to un’altra conoscenza stimo<strong>la</strong>nte, una signorina marchigiana<br />

bel<strong>la</strong> e so<strong>la</strong>re, una ventata d’aria fresca nel marasma di avatar muliebri politicanti, neofemministe,<br />

artistoidi, esibizioniste, monacali. Sì, quando ho iniziato a scrivere questo post mi sentivo come una<br />

rosetta fradicia. Ma ora sto bene. Prevedo che lunedì prossimo starò addirittura meglio: anzi, al<strong>la</strong><br />

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