Torino è la mia città 2008-2009: Figomania - Ferrarotti, Maurizio
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Posted 19/05/<strong>2009</strong> h 09.40 a.m., CET. Il film più app<strong>la</strong>udito del<strong>la</strong> sezione ufficiale dell’ultimo<br />
Festival del Cinema di Ma<strong>la</strong>ga <strong>è</strong> stato Pagafantas. Il regista Borja Cobeaga, nato a Donostia-San<br />
Sebastián trentadue anni fa, lo ha descritto così all’inviato di un quotidiano bilbaino: “Pagafantas <strong>è</strong><br />
un dramma sociale giacché par<strong>la</strong> del vero problema basco. Lo abbiamo girato a Bilbao perché il<br />
Comune ci ha dato alcune agevo<strong>la</strong>zioni, ma avrebbe potuto essere ambientato anche a Donostia,<br />
un’altra <strong>città</strong> dove i bar chiudono presto e si fa poco sesso.” Un eminente Gorka Otxoa, giovane<br />
attore emergente nel panorama spagnolo, prova un desiderio ardente per una ragazza argentina che<br />
lo vede solo come amico (Sabrina Garciarena). “Il messaggio <strong>è</strong> chiaro: si deve fuggire dal<strong>la</strong> zona<br />
amica, perché altrimenti non te <strong>la</strong> farai mai.” Naturalmente non mancano i cenni autobiografici: “Io<br />
venivo dal<strong>la</strong> Lapponia sessuale, dal Polo Nord del<strong>la</strong> libido, dal reparto surge<strong>la</strong>ti dell’ONU. Credevo<br />
che tutto il mondo fosse così, pertanto Madrid mi sembrò L’Avana quando mi ci trasferii. Verificai<br />
che potevo conoscere una ragazza e baciar<strong>la</strong> quel<strong>la</strong> stessa notte. Nei Paesi Baschi s’inizia ad avere<br />
indizi d’apertura, ma <strong>la</strong> rivoluzione sessuale non <strong>è</strong> ancora arrivata: credo abbia molto a che vedere<br />
coi sensi di colpa gesuitici instal<strong>la</strong>ti nel<strong>la</strong> corteccia cerebrale. Pure, si <strong>è</strong> accettato il meticciato. Può<br />
essere che qualcuno da fuori becchi <strong>la</strong> prima notte perché non comprende i meccanismi (<strong>è</strong> così e<br />
vale per ogni parte del mondo, Borja!, �.d.B.). Tanto gli uomini come le donne siamo passati per il<br />
pagafantismo nelle re<strong>la</strong>zioni amorose, di <strong>la</strong>voro, d’amicizia. Per come <strong>la</strong> vedo io nelle re<strong>la</strong>zioni tra<br />
uomini e donne c’<strong>è</strong> un eccesso di verborrea. Parliamo molto ma non diciamo nul<strong>la</strong>. Una re<strong>la</strong>zione<br />
sentimentale vive di molti fronzoli e poca chiarezza. Se fossimo più diretti vi sarebbero meno<br />
problemi.”<br />
Vero. Verissimo. Ma che vuol dire codesta paro<strong>la</strong>, pagafantas? Sembra che sia Youtube il maggior<br />
catalizzatore di questa nuova denominazione. L’apparizione di un video intito<strong>la</strong>to El pagafantas y<br />
<strong>la</strong> metalera ha causato molta sensazione fra gli utenti del suddetto portale. In buona sostanza, il<br />
pagafantas <strong>è</strong> “l’amico del<strong>la</strong> ragazza”, il tizio che sta tutto il giorno incol<strong>la</strong>to a una bel<strong>la</strong> figlio<strong>la</strong> e<br />
che <strong>la</strong> conso<strong>la</strong>, l’accompagna, <strong>la</strong> cocco<strong>la</strong> ma non ha alcuna possibilità sentimentale e/o sessuale con<br />
lei. Lui vuole qualcosa, ma lei lo vede come un amico, peggio ancora come un fratello. Pagafantas<br />
perché le paga le aranciate, le fantas de naranja che lei beve e beve per annientare <strong>la</strong> resaca<br />
alcolica e/o sentimentale – <strong>la</strong> sera prima <strong>la</strong> chica <strong>è</strong> andata a cena fuori col suo capufficio e i due<br />
hanno bevuto in forma abbondante prima durante e dopo il pasto e poi fornicato come schistosomi<br />
per tutta <strong>la</strong> notte ma ora lei <strong>è</strong> tormentata dall’emicrania e dai rimorsi, oppure su novio oficial le ha<br />
dato il benservito e lei quindi <strong>è</strong> andata a sbronzarsi con Paqui o Amaia o Pi<strong>la</strong>r o tutt’e tre insieme<br />
per i locali del centro storico, al terzo o quarto cocktail ha dato di stomaco e dopo ha cercato via<br />
cellu<strong>la</strong>re il pagafantas e una volta rintracciatolo ha aperto gli aspersori sul<strong>la</strong> sua spal<strong>la</strong>, metaforica o<br />
reale. Tutto sta nel vedere fino a che livello di umiliazione il cotecchione <strong>è</strong> disposto ad abbassarsi<br />
per vedere se accade qualcosa.<br />
Proprio a Bilbao, nel popoloso quartiere di Santutxu, ho assistito per anni a un caso di pagafantismo<br />
da manuale. Lei, Begoña – pressoché identica a Rachel Tyrell, l’androide coi falsi ricordi d’infanzia<br />
interpretata dal<strong>la</strong> dolcissima Sean Young in B<strong>la</strong>de Runner, quando costei si scioglie i capelli per<br />
andare a letto con Rick Deckard. Lui, Aitor (nome di fantasia, quello vero sinceramente non lo<br />
rammento) un orangutan brufoloso coi capelli biondastri pettinati a carciofo. A onor del vero<br />
Begoña era/<strong>è</strong> più ben fatta di Sean Young nel 1982: s<strong>la</strong>nciata, spalle <strong>la</strong>rghe e sottili, quarta di<br />
reggiseno, schiena mirabilmente inarcata, sedere a mandolino, gambe lunghe e ben tornite che per<br />
nostro turbamento – mio e del<strong>la</strong> quadril<strong>la</strong> di farabutti a cui mi accompagnavo – amava accaval<strong>la</strong>re<br />
con disinvoltura sui braccioli delle sediacce di p<strong>la</strong>stica nei dehors del barrio con un bicchiere<br />
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